La persona-poeta ha memoria, non solo propria ma anche sociale e storica, celebra il passato, fatto di relazioni amicali, occasionali o familiari, e ne ha nostalgia: in quest’ultima vive e ne scrive con l’intento di ricordare a noi tutti la fisionomia delle cose e dei fatti, del loro inizio e del loro destino, che in parte dipendono dal singolo; ogni azione deve essere commisurata alla memoria, non solo a quella individuale ma anche a quella collettiva: c’è un flusso temporale che non può essere evitato ma anzi va rispettato.
Elemento ricorrente e sacro che, per quanto sembri assurdo, dà respiro ai versi, è la morte, essa accompagna il poeta fianco a fianco, di fatto è la sua onnipresente compagna, è la sua pressione a rendere la vita vivibile onestamente: il vago tentativo di esorcizzarla, facendosela amica e confidente, è un’inconscia soluzione al disagio della vita stessa. Il pensiero che tutto passa e si disgrega in polvere, rende l’uomo-poeta estremamente sensibile e in qualche modo anche altruista.
“Poco allegretto” può essere letto come un percorso temporale e spaziale, per mezzo dei componimenti di una delle migliori voci poetiche portoghesi contemporanee, nelle affascinanti terre del Portogallo, nella sua grandezza storica ma anche nella semplicità di un popolo.
In occasione dell’uscita di “Poco allegretto“, silloge edita da Il ramo e la foglia Edizioni, Roberto Maggiani, curatore e traduttore del volume, ci parla del poeta portoghese Manuel de Freitas. Modera Gianluca Massimini.
Qui la diretta:
Edizione esaminata e brevi note
Manuel De Freitas, Poco allegretto, trad. di Roberto Maggiani con testo portoghese a fronte, Il ramo e la foglia edizioni, 2021, pp. 224
Manuel de Freitas è nato a Vale de Santarém nel 1972 e vive a Lisbona dal 1990. Poeta, saggista e traduttore, ha pubblicato il suo primo libro di poesie nel 2000 (“Todos Contentes e Eu Também”, Porto, Campo das Letras), al quale sono seguiti molti altri titoli, essendo i due più recenti “Jardim da Parada” (Lisboa, Paralelo W, 2019) e “769118” (Lisboa, Averno, 2020). Ha organizzato varie antologie, tra le quali “Poetas sem Qualidades” (Lisboa, Averno, 2003) e “A Perspectiva da Morte” (Lisboa, Assírio & Alvim, 2009).
Nel 2002 ha fondato la casa editrice Averno con Inês Dias, co-direttrice delle riviste “Cão Celeste” e “Telhados de Vidro”. Tra le sue traduzioni, si trovano opere di Lautréamont, E. M. Cioran, Georges Bataille, Mariano Peyrou o Pablo Fidalgo Lareo.
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