Le figlie dell’uomo è un romanzo distopico corale di alta qualità, che ben si aggancia alle vicende degli ultimi anni, pur essendo stato scritto da Mauro Caneschi prima della pandemia. Qui siamo di fronte a un problema ben più terribile di quello da cui siamo appena usciti, che porta alla morte di miliardi di persone, e in seguito, quando viene individuato un vaccino efficace, alla sterilità della quasi totalità del genere maschile.
Scritto da una molteplicità di angoli visuali e con mano avventurosa e capace di penetrare nell’angoscia delle situazioni evocate, aprendosi su scenari tanto italiani quanto internazionali, questo libro sfida numerosi preconcetti sulla scienza e le dinamiche del mondo, ribaltando l’ordine delle priorità economiche e politiche tra il Nord e il Sud del pianeta e ponendo interrogativi sui limiti cui può spingersi la sperimentazione sulla salute delle persone, anche quando motivata da un’innegabile emergenza.
Ecco perché lo considero di grande attualità, oltre che un esempio di narrativa di genere che, in realtà, travalica i generi, fondendoli in una visione del mondo intensa, tragica e mai scevra dal fondamentale anelito all’amore e alla miglior realizzazione del potenziale umano.
Dopo La chimera di Vasari e subito prima del suo sequel, appena uscito, Il codice Stradivari, un altro romanzo riuscito dell’autore aretino.
Edizione esaminata e brevi note
Mauro Caneschi, nato e residente ad Arezzo, ha lavorato come consulente nel campo dei Metalli Preziosi e come docente di Chimica presso le Scuole Medie Superiori. Ha pubblicato articoli per La Nazione, Il Sole 24 Ore, l’Orafo Italiano e altre riviste specialistiche. Con Arkadia Editore ha pubblicato tre romanzi, La chimera di Vasari, Le figlie dell’uomo e Il codice Stradivari.
Mauro Caneschi, Le figlie dell’uomo, Arkadia Editore, 2022 pp. 260.
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