Bellová Bianca

Mona

Pubblicato il: 14 Giugno 2023

Mona è il quinto (e penultimo) romanzo della scrittrice ceca Bianca Bellová, ma il secondo ad arrivare nelle librerie italiane, grazie a Miraggi edizioni, nel giugno 2020. Nel 2018 era stato pubblicato, sempre da Miraggi, il suo quarto libro, Il lago, che nel 2016 l’aveva fatta conoscere anche a livello internazionale grazie alla vittoria del Premio Letterario dell’Unione Europea, mentre nel 2021 è stata la volta del suo esordio, Romanzo sentimentale.

Quella che troviamo in Mona è dunque una scrittura matura, consapevole.

La storia è ambientata in un paese martoriato dalla guerra civile e i protagonisti sono Mona, infermiera in un ospedale che sta cadendo a pezzi, con la giungla che si fa sempre più pressante sull’edificio (la giungla comincia a crescere tra le crepe), e Adam, giovane soldato in cura a causa delle ferite riportate. I due vedono l’una nell’altro qualcosa che hanno perso, che è finito sepolto, che sono stati costretti a mettere da parte, trovano reciprocamente qualcosa che manca loro. La possibilità di conoscersi, confessarsi senza alcuna aspettativa. Lei è una donna con un marito e un figlio adolescente, lui è un giovane che ha lasciato il fronte, ferito, poco più grande del figlio di lei. Quella che nasce tra loro è una storia d’amore, amore come cura reciproca. Se Mona lo fa anche fisicamente nei confronti di Adam, entrambi si prendono cura l’uno dell’altra raccontandosi la propria storia, la propria vita, condividendola, e così facendo avvicinandosi sempre di più. Mentre il presente cerca di allontanarli (alcune persone dell’ospedale, le nuove regole della dittatura religiosa) il loro passato, attraverso la parola, li unisce. La narrazione alterna quindi piani temporali e luoghi: per Mona la città della prima infanzia vissuta coi genitori, la campagna della nonna, lo studio per diventare infermiera, di nuovo la città con il marito e il figlio; per Adam le montagne in cui è cresciuto, prediletto dalla nonna, con l’amico del cuore, le sfide tra ragazzi per mettersi in mostra, quindi la guerra civile, la perdita dei compagni.

La ferita non lascia molte speranze ma la donna cerca di curarlo in ogni modo, e i due continuano a raccontarsi. Mona vuole a tutti i costi stare con il giovane, vuole parlargli e ascoltarlo, conosce il potere della parola perché da piccola aveva inventato una lingua, una lingua segreta, quando, rifugiatasi dalla nonna all’inizio della dittatura perché i suoi erano oppositori del nascente regime, questa, nel timore che venisse scoperta dai soldati, l’aveva rinchiusa in una cantina buia per mesi, e lei si era messa a scrivere sulle pareti terrose una storia. Le pagine dedicate a questa parte della vita di Mona sono per me tra le più intense del romanzo. Per la nonna prima di tutto vengono le convenzioni, le regole, “le nostre usanze”.

“Man mano che sulla terra del seminterrato scriveva la sua storia si aggiungevano sempre nuovi segni, immagini essenziali che col tempo riuscì a semplificare ed economizzare, così a volte non ricordava cosa significassero. Un’intera parete la dedicò allora a un dizionario che conteneva centinaia di segni, una precisa chiave di lettura per il racconto che si sviluppava sulle altre pareti.

Era la storia di due personaggi, un signore e una signora, che erano partiti per la capitale per innalzare una torre altissima.” (pag. 45-46)

Bellová ci racconta le vite dei personaggi in piccole scene che ne colgono l’evoluzione come persone, e il loro attraversare la storia del paese in cui vivono. La sua scrittura (trasportata nella nostra lingua da Laura Angeloni) ha la capacità di addensare ai nostri occhi le immagini descritte con gli odori, i colori, i suoni, senza risultare eccessivamente sentimentale o, al contrario, fredda. Sembra dire che anche nel proliferare della violenza, in mezzo al deterioramento dei rapporti, esiste pur sempre uno spazio in cui due persone possono trovarsi o ritrovarsi, nonostante tutto. Uno spazio che è la parola, la lingua, la comunicazione che crea legami.

Mentre il mondo va incontro alla distruzione Mona e Adam oppongono la forza della parola, del ricordo, della condivisione per creare e ri-creare ciò che manca.

Dormi tranquillo, sono il tuo apicoltore, canta Adam.
Dormi tranquillo, per quanto sia scura la notte,
io starò al tuo fianco.
Sii lesto come il vento
e stretto come il bosco
devasta e inghiotti come il fuoco
resisti come la roccia.
Ma ora dormi tranquillo,
sono il tuo apicoltore.” (pag. 47)

Edizione esaminata e brevi note

Bianca Bellová (1970) è una delle autrici più affermate della Repubblica Ceca.
Ha esordito nel 2009 con Sentimentální román (“ Romanzo sentimentale ), ripubblicato in nuova edizione nel 2019, a cui ha fatto seguito nel 2011 Mrtvý muž (“ L’uomo morto ”), tradotto in tedesco, e due anni dopo Celý den se nic nestane (“ Non succede niente tutto il giorno ”).
Nel 2016 arriva il grande successo di critica e di pubblico de Il lago, tradotto in più di 20 lingue (in Italia in questa stessa collana) e vincitore nel 2017 di due importanti premi: il Premio Unione Europea per la Letteratura e il premio nazionale Magnesia Litera.
Mona consacra la sua voce unica e inconfondibile, quella di un’autrice tra le più interessanti nel panorama letterario contemporaneo.

Bianca Bellová, Mona, traduzione di Laura Angeloni, Miraggi edizioni, 2020

ab, giugno 2023