Qualche consiglio di lettura dalla redazione di Lankenauta per chi è al mare, in montagna, sul lago, in collina, a casa, su un treno, in aereo, su una nave o un traghetto, sulla stazione spaziale:
Francesco Ricapito
1) Geoffrey Emerick, “Registrando i Beatles”, traduzione di Luigi Abramo, Coniglio Editore
I Beatles visti da uno dei tecnici che più ha contribuito a creare il loro sound inconfondibile e che li ha seguiti fin dagli inizi. Con lui entriamo direttamente in sala prove e capiamo meglio come funzionava una delle band che più hanno influenzato la musica contemporanea.
2) David Joy, “Dove Tende La Luce”, traduzione di Gianluca Testani, Jimenez Edizioni
Un romanzo ai margini della società statunitense, in una zona rurale della Carolina del Nord dove l’adolescente Jacon Mcneely deve vedersela con un padre rinomato trafficante locale, una madre tossica, un destino che sembra già segnato, ed una ragazza che cerca di tirarlo fuori da tutto questo.
3) Massimiliano Scudeletti, “La Laguna Dei Sogni Sbagliati”, Arkadia Editore
Romanzo ambientato tra Venezia e la sua terraferma negli anni ’90, un territorio segnato dal polo petrolchimico di Porto Marghera. Alessandro, orfano di 12 anni, si ritrova a fare i conti con un culto occultista, una zia che di queste cose se ne intende più di quanto lascia trasparire, ed una serie di situazioni che oscillano tra il thriller e l’horror.
Luca Menichetti
1) Edgar Morin, “Di guerra in guerra. Dal 1940 all’Ucraina invasa”, traduzione di Susanna Lazzari, con prefazione di Mauro Ceruti, Raffaello Cortina Editore
Con richiami alla propria autobiografia, considerazioni su cosa vuol dire guerra ai giorni nostri e, a mio avviso, con dosi massicce di onestà intellettuale. La grande sconosciuta dei nostri tempi.
2) Elettra Santori, “Sette silenzi”, Iride (gruppo Rubbettino editore)
Racconti in cui le riflessioni che si manifestano nei personaggi, spesso nei loro monologhi, tentano di scandagliare in profondità il nostro vivere quotidiano, con tutti i suoi perenni paradossi, sempre con grande intuito e intelligenza. In sostanza una bella prova di virtuosismo letterario, mai fine a se stesso.
3) Peppe Millanta, “Cronache da Dinterbild”, Neo edizioni
Seguito (o “sprequel”, come definito dall’autore) di “Vinpeel degli orizzonti”, mantiene in parte lo stesso approccio che ha fatto tanto amare il precedente, ma questa volta con delle autentiche immersioni in situazioni tragiche. L’aspetto positivo è che, a mio avviso, questa mescolanza di tragedia, malinconia e comicità, stile fiabesco riesce a mantenersi bene in equilibrio.
4) Ezio Sinigaglia, “Eclissi”, Nutrimenti
Romanzo pubblicato qualche anno fa, nel 2016, forse fin troppo sottovalutato e che fin da allora ha rivelato l’eleganza e la ricerca di perfezione stilistica dell’autore.
Andrea Brancolini
1) Kianny. N. Antigua, “Bestiole”, traduzione e cura di Barbara Flak Stizzoli, Arcoiris
Primo libro tradotto nel nostro paese di questa scrittrice dominicana, è una raccolta di 18 racconti piuttosto brevi che mostrano la capacità di giocare su più registri. Siamo col ragazzino che corre, corre veloce per fuggire al bullo di quartiere; con la donna che non paga l’affitto e che scappa nei suoi dipinti; con le persone uscite dalle sette religiose in cui erano state abusate; con la coppia di amanti clandestini nel motel di bassa lega; con l’influencer che vede ciò che la circonda in funzione dei video per i suoi follower, e così via. Racconti essenziali, onirici, scabri, delicati, violenti.
2) Shirley Jackson, “L’incubo di Hill House”, traduzione di Monica Pareschi, Adelphi
Un grande romanzo gotico. Sotto la guida del professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, alcuni personaggi di varia provenienza cercheranno le prove oggettive dell’infestazione di Hill House. Alla fine della lettura ci si chiede se la nostra abitazione non lo sia, e se esistano, in realtà, case non infestate.
3) Isaac Marion, “Warm Bodies”, traduzione di Tiziana Lo Porto, Fazi
Romanzo young adult, esordio di successo di questo autore statunitense da cui è stato tratto anche un film. Romeo e Giulietta in salsa zombie. Scritto in prima persona, segue la “vita” e i pensieri di R., zombie, con il suo gruppo. L’incontro con Juliet porterà a cambiamenti inimmaginabili. Anche se in linea generale conosciamo la direzione della storia, la scrittura divertente, ironica, citazionista, rende la lettura molto piacevole.
4) Beatrice Masini, “La fine del cerchio”, Fanucci
Romanzo per ragazzi. Sul nostro pianeta sono accaduti disastri che lo hanno reso inabitabile e che hanno ucciso gran parte dell’umanità. Alcuni si sono rifugiati in navi spaziali. Adesso la terra è in condizioni migliori e vengono mandati sul pianeta piccoli gruppi di bambini, ognuno con un Vecchio, per cominciare una ripopolazione. Il libro segue alcuni di questi: uno si trova a vivere in un paese sul mare, uno da qualche parte in Africa, e così via. Bambini alla scoperta del mondo, uno sguardo nuovo su ciò che a noi pare normale, su tutte le cose a cui non facciamo più caso.
5) Yokomizo Seishi, “Il detective Kindaichi”, traduzione di Francesco Vitucci, Sellerio
L’autore è uno dei massimi esponenti giapponesi della letteratura d’investigazione del secolo scorso. Il romanzo è un classico “delitto a porte chiuse”, con protagonista un giovane detective balbuziente dalle impressionanti capacità deduttive e dall’aspetto trasandato. Gli elementi principali: in una ricca famiglia dai tanti contrasti interni il primogenito sposa una giovane non benvoluta; la coppia viene uccisa la prima notte di nozze; un uomo sfregiato e con tre dita alla mano destra è stato visto aggirarsi intorno alla casa; il suono inquietante di un koto (strumento musicale giapponese) è stato sentito all’ora del delitto; un gatto è morto nei giorni precedenti. Chi, come, perché?
Gianluca Massimini
1) Pedro Eiras, “Bach”, traduzione di Michela Graziani, postfazione di Claudio Trognoni, Il ramo e la foglia edizioni
Strutturato non in capitoli convenzionali, ma in quattordici sezioni, il libro parla di tutto ciò che ruota attorno alla figura del compositore tedesco: la musica in primis, a cui si aggiungono il ricordo di Bach attraverso la lettera della seconda moglie, Anna Magdalena, del 1750, la lettera di Gustav Leonhardt all’amico Nikolaus del 1973, il montaggio cinematografico di Straub e Huillet nel 1968 (dove Leonhardt ha interpretato Bach), Lisboaleipzig di Maria Gabriela Llansol; il ricordo di Anna Magdalena Bach nella biografia romanzata di Esther Meynell; i dibattiti musicali intrapresi da un gruppo di tecnici del suono newyorkesi; il silenzio della musica durante i viaggi della deportazione, tra cui quello di Etty Hillesum; il tema universale della vita e della morte e l’effetto catartico della musica celebrati nelle varie sezioni. La scrittura fluida, ora di impronta moderna, ora contemporanea, abbinata a un meticoloso e filologico approccio testuale e ad affascinanti intrecci intertestuali, rappresentano la cifra stilistica di Pedro Eiras che permette al lettore di lasciarsi trasportare in spazi e tempi diversi, solo apparentemente lontani tra loro.
2) Lucrezia Lombardo, “Due saggi dirompenti”, Divergenze
Un testo capace di scuotere dal torpore le coscienze che il paradigma produttivista sta inibendo, grazie ai meccanismi con i quali genera sudditanza volontaria e riduce la consapevolezza degli individui.
3) Lodovica San Guedoro, “Sacro amor profano”, Les Flâneurs Edizioni
La dimensione dell’amore, esplorato in ogni sua tappa evolutiva, dal conforto di un sentimento che sboccia al disincanto amaro di chi ha visto sfiorire troppe rose, è l’oggetto di indagine di questa raccolta di racconti. La penna dell’autrice dipinge con delicato acume e raffinata ironia personaggi ora sbarazzini ora maestosi, collocandoli all’interno di atmosfere distanti tra loro, dalla melanconia partenopea al fascino delle metropoli europee, trascinando il lettore, fra vertigini creative e picchi di razionalità, in un viaggio nei meandri delle emotività indisciplinate, in cui si smarrisce il confine fra l’arte e la vita. Brevi storie intense, che disvelano la poetica sentimentale di Lodovica San Guedoro in tutta la sua limpidezza.
4) Remo Rapino, “Valdés”, Tetra
Cile, fine anni Cinquanta. Garcilaso Boscán ha perso molti treni nella vita, ma di una cosa è certo: il ragazzo con le gambe da grillo e il muso di lepre diventerà un calciatore. Francisco Valdés, quattordici anni da compiere, porta sulle spalle magre il peso della miseria di suo nonno e degli abitanti delle poblaciones, eppure sembra danzare in campo. Quando nel 1973 il Cile vivrà i suoi giorni feroci, Francisco, ormai entrato nelle fila della squadra del Colo-Colo, capirà quanto è complesso essere eroi se il ferro si fa tutt’uno con la carne. In “Valdés” Remo Rapino sembra dire che la poesia, come il calcio, è soprattutto gioco. Lo fa con una lingua affabulatoria ed elegante come un sombrero. Tramite lo sport racconta la dittatura, le illusioni e gli orizzonti perduti di una generazione di niños cileni.
5) Simone Ghelli, “Ronnie Banti ha perso la scommessa”, Divergenze
Ronnie Banti è un personaggio che pesta passi colmi di malinconie e di furore, a cui Simone Ghelli affida un ruolo trasversale che percorre strade da intendere pure in senso metaforico, per lirica d’esperienza, dando voce e attenzione al fervore che muove chi vince, chi perde, e chi nemmeno prende parte alle sfide quotidiane, rinunciando in partenza.
6) Ezio Sinigaglia, “Sillabario all’incontrario”, TerraRossa edizioni
Autobiografia sì, ma senza pretese di completezza, diario sì, ma senza minutaglie, saggio sì, ma senza disciplina, “Sillabario all’incontrario” è un romanzo che non si preoccupa di appartenere a un genere ma non si fa scrupolo di attraversarli tutti per comprendere le origini del malessere del narratore. Dalla Z di Zoo alla A di Aldilà, Sinigaglia ribalta l’alfabeto e le aspettative del lettore conducendolo nel proprio mondo popolato di ricordi, libri e animali, in una riflessione tanto intima quanto universale sul rapporto con l’infanzia e sulla realtà che ci circonda, sui legami familiari e sull’onta indelebile delle nostre colpe, sulla necessità di amare e di essere amati in ogni modo possibile, in ogni forma immaginabile.
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