L’Iliade vista di striscio, i personaggi che tutti noi conosciamo visti sotto una luce diversa e al di là del mito, una delle storie più famose raccontata da un punto di vista inusuale ma assolutamente credibile.
In un modo o nell’altro buona parte della popolazione occidentale conosce la storia della guerra di Troia, dei suoi protagonisti e soprattutto della sua conclusione. Questo romanzo ci fa rivivere tutto questo con gli occhi di Helios: praticamente un bambino quando inizia la storia, è il figlio di una schiava che sostiene di essere rimasta incinta di Priamo, il re di Troia, una notte dopo un banchetto. Priamo però non l’ha mai riconosciuto e quindi Helios vive in una situazione d’incertezza.
I primi capitoli del libro sono incentrati su Troia, cominciamo quindi a conoscere alcuni personaggi noti, Ettore, Paride, Ecuba, ma soprattutto Cassandra, con la quale Helios stringe uno stretto rapporto di amicizia e la quale avrà un’intera profezia dedicata alla vita di Helios.
Tra varie vicissitudini, il nostro eroe viene preso a lavorare nelle stalle e impara tutto quello che c’è da sapere sui cavalli e sui carri da guerra, gli viene poi insegnato a leggere e scrivere, uno dei pochi in città, rischia di essere offerto in sacrificio agli dei, il tutto finché il Principe Paride non ritorna in patria portando con sé Elena, moglie del Re di Sparta, Menelao, che arriverà presto a riprendersela con al seguito Agamennone e il resto dei re greci con i loro eserciti.
Inizia quindi la seconda parte del libro, Helios verrà catturato da greci, spedito nell’isola di Skiros per qualche anno con Neottolemo, il figlio di Achille e Deira, bambina pestifera e figlia di Teseo che non lo lascia in pace. Da qui poi seguiranno avventure nell’entroterra con Ulisse ed un ritorno a Troia, passando prima per l’accampamento dei greci.
L’autore, Richard Powell, deceduto nel 1999, lo pubblicò nel 1970 e si capisce che dietro c’è stato un approfondito studio della materia. La scrittura assolutamente scorrevole, la storia si dipana come una sorta di azione/reazione e assomiglia molto ai romanzi di avventura di Wilbur Smith per quanto riguarda la cura dei dettagli.
A rendere la storia più credibile, è anche il fatto che ogni parte “mitica” dell’Iliade, trova una spiegazione logica: per esempio, Achille muore colpito da una freccia nel tallone, non perché quello sia il suo punto debole, ma perché la freccia era avvelenata. Laocoonte e i suoi figli non muoiono uccisi da serpenti marini mandati da Nettuno, ma a causa di correnti improvvise che colpiscono la spiaggia di Troia. Anche i personaggi sono spesso umanizzati e resi più accessibili rispetto al mito che li circonda, uno su tutti, Achille, dipinto spesso come abbastanza ottuso, poco ragionevole e non proprio di bell’aspetto: “Achille piantò la lancia nella sabbia e si sfilò l’elmo. Mi aspettavo di vedere un viso scolpito nella roccia, e invece i suoi lineamenti avevano qualcosa di femmineo: la sua pelle era bianca e rosea, senza traccia di barba, gli occhi azzurri e le labbra rosse e carnose, con un che di stizzoso. Soltanto la possente mascella e i muscoli taurini del collo lasciavano intuire la sua forza.” Uno stratagemma molto intelligente che davvero ci fa pensare che questa storia sia troppo bella per non essere vera.
Il libro non è certo corto, ma scorre via velocemente, soprattutto nella seconda parte, ed è un ottimo metodo per ripassare un po’ di mitologia che ad un certo punto a scuola, abbiamo tutti affrontato.
Lo consiglio a tutti gli appassionati di mitologia greca e a tutti gli amanti dei libri di avventura.
Edizione esaminata e brevi note
Richard Powell, è stato un autore americano di grande successo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta.
Oltre a Rosso = sangue (Garzanti 1957) e Vacanze matte del 1959 (pubblicato in Italia da Garzanti nel 1960 e ripubblicato da Einaudi nel 2011 e dal quale venne tratto nel 1962 il musical Lo sceriffo scalzo, con Elvis Presley) ha scritto altri venti romanzi (tra cui un best seller come L’uomo di Filadelfia) spaziando tra western, giallo e commedia.
Da L’uomo di Filadelfia (pubblicato per la prima volta in Italia da Garzanti nel 1958) è tratto il bel film di Vincent Sherman del 1959 I segreti di Filadelfia, con Paul Newman.
Don Quixote, U.S.A., un altro romanzo di Powell (edito in Italia da Garzanti nel 1966) avrebbe fornito spunti di trama a uno dei primi lungometraggi di Woody Allen datato 1971: Il dittatore dello stato libero di Bananas.
RIchard Powell, “Se Gli Dei Ti Fanno Impazzire”, traduzione di Federica Aceto, Marcos Y Marcos, Milano, 2023.
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