“Era evidente che mi credevano un idiota. Gli idioti mi credono sempre un idiota.” Si riassume perfettamente in questa frase la vita di Rick, il protagonista di quest’ultimo piccolo capolavoro di delicatezza di Jakob Arjouni, uno che sapeva parlare di violenza con la profondità e la dolcezza di un cantastorie. Rick, dicevamo, il protagonista di Cherryman dà la caccia mister White. È un ragazzotto di provincia, uno di quelli a modo, educati, gentili, remissivi, coltivatori di sogni grandi ma non troppo. In provincia, si sa, nell’uggia compatta di una cittadina come Storlitz, si aggirano branchi di “cani randagi” che per battere la noia si pappano quelli come Rick in un sol boccone. Mario, Robert, Vladimir e Heiko sono i classici bulletti sfaccendati. “Dai Rick, vacci a comprare le birre”, “Su, andiamo a tormentare il gatto di Rick”, “Perché non avveleniamo il ciliegio di quell’idiota di Rick” e cose del genere.
Rick non può nulla; non reagisce, hai visto mai che quei quattro se la prendano una buona volta con la sua povera zia Bambusch. Rick piega la testa, obbedisce, li lascia divertire, sapendo dentro di sé di valere molto più di quei bulli. Quando torna a casa si costruisce la sua rivincita. Nel mondo immaginario dei fumetti però: Rick disegna, Cherryman –l’uomo ciliegio- è il suo super eroe: un albero di ciliegio che allunga i rami e stritola i suoi nemici. Un eroe dolce, saldo, e saggio, come un albero. Come Rick, ma nel mondo dei fumetti. Intanto Rick, sogna di andarsene da lì un giorno. Magari Berlino. Potrebbe diventare una grande fumettista, entrare in quel mondo in cui la gente fa cose creative, ha amici interessanti e mangia in ristoranti ‘cool’.
Chi l’avrebbe mai detto che la sua occasione gli si sarebbe presentata proprio per mezzo di quei quattro galletti di quartiere. Si presentano un giorno e invece di angustiarlo come al solito gli dicono “hey, Rick, amico, vieni dobbiamo parlarti. C’è un tale che potrebbe offrirti un lavoro”. E così entra in scena Mister White il nemico di Cherryman, nella vita reale Pascal. È uno del Movimento per la Difesa della Patria e inizia a fare discorsi strani sulla razza, la patria, il difendersi da certi stranieri e robe del genere. C’è un lavoretto per Rick. Si tratterebbe di farsi assumere come giardiniere in un consorzio vicino al Movimento e poi di monitorare orari e abitudini di un asilo ebraico. Uno di quegli asili privilegiati “pagati coi soldi tedeschi”, dice Pascal. Ah, il lavoro è a Berlino. Lontano dai pomeriggi sonnacchiosi di Storlitz e vicino a quel mondo di giovani creativi e realizzati. Niente di particolare, si tratta di monitorare l’asilo e di mandare dei rapporti al movimento. Tutto qui. Rick non ci vede niente di male e accetta. Ingenuo Rick, si è infilato in un giro più grande di lui, e per quanto Cherryman continui a dare la caccia a mister White, per quanto a Berlino incontri la bella Marylin e inizi con lei qualcosa di serio…quei manigoldi ora lo tengono in pugno. Lo hanno sistemato con un lavoro a Berlino, dovrà per sempre essergli riconoscente. E la posta in gioco è destinata a crescere tragicamente.
Peccato che Arjouni sia scomparso così presto, davvero. Perché era uno scrittore prezioso, uno che sapeva scrivere libri belli e scorrevoli su temi attuali e scottanti; uno che illuminava le questioni complicate con lucidità e semplicità rare. Tradotto in quasi tutto il mondo, in Italia arriva già da qualche anno grazie a Marcos y Marcos. Il suo detective turco-tedesco Kemal Kayankaya, esperto navigatore dei bassifondi di Francoforte, gli ha fatto guadagnare l’appellativo di padre dell’etno-thriller. In Cherryman dà la caccia a mister White, (uno dei suoi ultimi libri) affronta il tema del bullismo, e della violenza che può mettere in moto; affronta la questione del risorgere dei movimenti neonazisti (tristemente attuale ormai in molti paesi europei); ma soprattutto spiega come la violenza di alcuni gesti non si possa spiegare se non come il frutto di complessi meccanismi sociali, di vissuti quotidiani che la violenza covano, di banali angherie che conducono nel loro ripetersi all’esplodere di un gesto estremo. Arjouni qui ci dice che la violenza non nasce quasi mai dagli individui ma dalla società. Se succede qualcosa, siamo tutti un po’ colpevoli.
Rick ci racconta tutto questo in un diario-confessione destinato al Dottor Layton, lo psicologo del carcere. Per sconfiggere mister White, Cherryman ha dovuto usare metodi per lui insoliti. E il rosso che scorre sulle pagine finali del libro non è succo di ciliegia…
Francesco Marilungo, Maggio 2016
Edizione esaminata e brevi note
Jakob Arjouni (1964-2013); autore tedesco famoso soprattutto per la saga di detective fiction legata al personaggio Kemal Kayankaya (cinque libri: Happy birthday, turco!, Kismet-Destino, Carta straccia, Eddy il santo, Fratello Kemal), che trovate al completo edita da Marcos y Marcos; fra gli altri suoi romanzi in Italia Guanda ha tradotto Idioti nel 2004, ma è ormai fuori catalogo.
Jakob Arjouni, Cherryman dà la caccia a mister White, Marcos y Marcos, Milano 2016. Pp. 152, € 15.00. Traduzione di Elisa Leonzio.
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