2024 – Libri per l’estate (e non solo)

Pubblicato il: 31 Luglio 2024

Anche quest’anno arriviamo con i consigli estivi, e non solo, all’insegna della varietà. Dalla narrativa alla poesia al graphic novel alla storia alla politica alla musica a.

Francesco Ricapito

1. Willy Vlautin, Il Cavallo, traduzione di Gianluca Testani, Jimenez edizioni : romanzo sulla vita di un musicista americano on the road, come nel classico stile dell’autore, una storia ai margini della società americana.

2. Alessandro Goffi, Il Parassita, Edikit edizioni: romanzo di debutto di quest’autore italiano, una storia horror che ha chiaramente Lovercraft come  ispirazione ma che riesce a creare un proprio mondo ed una propria mitologia,

3. Benjamin Hoffmann, L’isola della Sentinella, traduzione di Fiammetta Dipaolantonio, Gremese editore: l’ultimo baluardo di mistero del nostro mondo, l’ultima tribù di uomini che si rifiutano di avere ogni contatto con il mondo esterno, protetti dalla loro isola nell’Oceano Indiano. Il romanzo spiega l’affascinante storia di quest’atollo e in parallelo ci narra le vicende di un ricercatore impegnato a scoprirne di più

Gianfranco Franchi

1. The Lunatics, Pink Floyd. lI Fiume infinito, Giunti, 2024. Nuova edizione aggiornata di un must: tutti i Pink Floyd da Syd Barrett e Roger Waters sino all’omaggio recente all’Ucraina: canzone per canzone, album per album, con tanto di discografia dettagliata in appendice.

2. Mark Mazower, Grecia 1821. La Rivoluzione che cambiò l’Europa, traduzione di L. Falaschi, Laterza, 2024. Prima edizione italiana dell’ultimo lavoro di Mazower, storico già apprezzato per il poderoso e seducente saggio su Tessalonica “City of Ghosts”. Dettagliato, solido e analitico, questo nuovo saggio restituisce colori, senso spirito e portata dell’eroica guerra per la libertà della nazione madre dell’Occidente, ferita da oltre 400 anni di giogo ottomano. Buona la bibliografia.

3. Carla Spessato, Franco Battiato. Come un incantesimo, Giunti, 2024. A pochi anni di distanza dalla morte del Maestro, per tanti di noi la nuova edizione di questo bel libro, leale a tutta la sua produzione, sin dagli incertissimi esordi pop e dal decennio di complesse e contraddittorie sperimentazioni elettroniche, è letteralmente nutrimento. Si ritorna a sognare, ascoltando certi brani, e si ritorna a pensare – letteralmente. Una strada maestra per ritrovare la musica, e forse la nostalgia del divino. E…

4. Santo Mazzarino, L’Impero Romano, Laterza, 2024. A settant’anni di distanza, torna un libro diventato un classico del genere. Fa parte di quei volumi che non ho ancora comprato ma già so che amerò, perché era piaciuto a mio padre, vecchio romanista, e perché è stato recentemente definito “eccellente lettura” da un compagno di studi diventato eminente professore universitario a Roma III. Ho rinviato l’acquisto perché è costosetto, e…forse perché intanto mi diverto molto a immaginarlo (c’è forse piacere maggiore?). Diceva A. Giardina: “La prosa brillante di Santo Mazzarino si accompagna a una straordinaria creatività che propone di continuo visioni originali e prospettive inattese. Protagoniste sono le masse popolari dell’Italia e delle province, i soldati, i contadini, le plebi della capitale e dell’universo urbano”.

5. Tommaso Braccini, Trebisonda, Salerno, 2024. Onestamente, già solo il titolo – abbinato al nome dell’autore, uomo di buona scrittura e robusta erudizione – mi avevano strappato l’acquisto. A scatola chiusa. E poi: libro degnissimo, disorientante a volte e piacevolmente scombussolante: intelligente, sottile, dettagliato e nostalgico. Altra lettura ineludibile per filelleni e per europei sensibili, in genere. Diceva Runciman: «Di tutti i titoli medievali nessuno è piú magico di quello di imperatore di Trebisonda». Diceva bene

Ilde Menis

1 e 2. Anne Lise Marstrand-Jørgensen, La guaritrice [e] La sognatrice, Il romanzo di Ildegarda di Bingen (traduttori Bruno Berni e Ingrid Basso) Marsilio, 2020. Una storia romanzata, ma ben collocata nel contesto storico e sociale dell’epoca in cui visse, su Hildegard von Bingen (1098-1179). In due volumi la vita, la vocazione, gli studi e le intuizioni di una donna singolare anche come religiosa.

3. Arthur Schnitzler, Il ritorno di Casanova, Garzanti 2023 nella traduzione di Giuliana Mancuso (ma benissimo anche Adelphi 1990). In occasione del (bel) film di Salvatores, sono andata a ripescare il romanzo di Schnitzler, uno degli autori mitteleuropei a me più cari. Le età dell’amore, scandagliate in una trama che da commedia si muta in amaro disincanto, quando si assiste al tramonto di un uomo e di un’intera epoca.

Luca Menichetti

1. Paolo Mascheri, Chiudi gli occhi Nina, Edizioni Clichy 2024: “opera che non soltanto conferma l’attenzione ad argomenti, o punti di vista che dir si voglia, cari all’autore, ma in cui è ancor di più evidente un metodo di scrittura in cui vicende necessariamente malinconiche vengono trattante con una sensibilità particolarissima”;

2. Piercamillo Davigo, Carlo Berti, Corruzione. Società e politica dall’Italia alla Nuova Zelanda, Castelvecchi 2024: un saggio, tra sociologia e analisi giuridica, su un fenomeno che di questi tempi (soltanto di questi tempi?) “sembrerebbe” essere molto sottovalutato. Soprattutto istruttivo e sufficientemente  chiaro – ovvero con approccio non specialistico – anche per chi fosse digiuno dell’argomento.

3. Annina Vallarino, Drama, Neo edizioni  2024: in un periodo storico in cui molti di noi vedono tanta rabbia incentivata da narrazioni contrapposte, è un romanzo che prende posizione  allontandosi dal conformismo imperante. È vero che l’anticonformismo potrebbe risultare spesso una posa, ma in questo caso secondo me ci si può leggere sincerità e buon senso.

4. Federico Faggin, Oltre l’invisibile. Dove scienza e spiritualità si uniscono, Mondadori 2024 (lo so, lo so, è Mondadori): Faggin, celebre inventore e imprenditore, ci racconta una realtà ben diversa da quella propagandata – con molta spocchia – da altrettanto celebri scienziati scientisti. È un testo che fortunatamente non ha niente dell’imperante riduzionismo e affronta il tema della spiritualità in un modo che definirei molto concreto, da autentico scienziato che ha capito in pieno la lezione di Popper.

Maria Tortora

1. Jesmyn Ward, Giù nel cieco mondo, traduzione di Valentina Daniele, NNE, 2023.
Annis, la giovane protagonista del romanzo, vive sprofondata nell’abisso della schiavitù e si troverà a dover affrontare un viaggio interiore oscuro e abissale. Qui la Ward ha saputo magistralmente intrecciare fiaba, visione, realtà, magia e amore. Quello di una madre per la figlia, l’unica forma di salvezza in un mondo senza occhi e senza anima. La lotta di Annis contro tutto e tutti la porterà a sfidare uomini e spiriti per conquistare la libertà.

2. Chiara Mercuri, La nascita del femminismo medievale. Maria di Francia e la rivolta dell’amore cortese, Einaudi, 2024.
Nata nel 1145 da Luigi VII di Francia, Maria di Champagne fu una figura di straordinaria rilevanza intellettuale. La sua corte, situata nella fertile pianura della Champagne, divenne un vero e proprio faro di cultura. Con una lucidità fuori dal comune, Maria affrontò temi delicati come l’amore, la sessualità e i rapporti coniugali, proponendo visioni radicalmente nuove e spesso controverse per l’epoca. Le sue idee ebbero un’influenza profonda sulla cultura cortese e lasciarono un’impronta indelebile nella storia del pensiero medievale.

3. Clelia Marchi, Gnanca na busia. Il romanzo di una vita scritta su un lenzuolo, Il Saggiatore, 2024.
Scrivendo il diario della sua vita su un semplice lenzuolo bianco, Clelia Marchi ha confezionato un dono prezioso per le generazioni future. Con “Gnanca na busia”, questa donna straordinaria ci ha lasciato in eredità un pezzo della sua esistenza e frammenti della sua coscienza. Un racconto intimo, schietto e umile di una vita dedicata alla famiglia. Il suo scrivere è un gesto d’amore che commuove.

4. Claire Keegan, Un’estate, traduzione di Monica Pareschi, Einaudi, 2023.
Prima del libro ho visto il film che da questo libro è stato tratto: “The Quiet Girl”, diretto da Colm Bairéad. Ho trovato entrambi incantevoli, amari, commoventi e malinconici. Un romanzo breve, anzi brevissimo, per raccontare, con lo sguardo di una bambina, l’amore che dovrebbe esserci e non c’è e l’amore che non ci si aspetta e arriva per caso. Perché, alla fine, basta poco per sentirsi nel cuore di chi vuole bene.

5. Wenyan Lu, La donna che piangeva ai funerali, traduzione di Valeria Bastia, Garzanti, 2024.
Si tratta di un’opera prima, un romanzo che ci fa inoltrare in una Cina lontana. Un paese rurale e spartano in cui il maschilismo permea ogni atto e le donne restano collaterali, silenti, modeste. La protagonista svolge un lavoro che molti ritengono inopportuno e scandaloso: fa la prefica. Piange ai funerali e si addolora per la morte di sconosciuti. Narrazione toccante ma anche ironica, tenerissima e appagante.

Andrea Brancolini

1. Gipi, Momenti straordinari con applausi finti, Coconino press. Non avevo mai letto un libro di Gipi, e avevo fatto male. Divertente, drammatico, commovente, ironico.

2. Sherman Alexie, Tentativi di volo, traduzione di Giulia De Biase, Rizzoli. Un romanzo di formazione con protagonista un adolescente mezzo indiano e mezzo irlandese che viene chiamato Pustola, che passa da una famiglia affidataria all’altra, che ha una grande rabbia contro il mondo, che si trova in una banca con una pistola vera carica e una finta. Cosa mai potrà succedere?

3. Elisa Biagini, Da una crepa, Einaudi. Ricordarsi di leggere poesia.

4. Camillo Sbarbaro, Pianissimo, Marsilio. Vedi sopra.

5. Luigi Malerba, Le galline pensierose, Quodlibet. Riporto la frase di Calvino in quarta: “Per Malerba osservare le galline vuol dire esplorare l’animo umano nei suoi inesauribili aspetti gallinacei.”. Niente da aggiungere.

 

[foto di Andrea Brancolini]