Un libro che esprime nostalgia già dalla copertina, con il primo piano di una giovane Sophie Morceau nella famosa scena “dell’incuffiamento”, come la definisce l’autore, tratta da “Il Tempo Delle Mele”, film del 1980 del registra francesce Claude Pinoteau. Il saggio parte da quella scena per raccontarci la storia del Walkman, messo sul mercato dalla Sony nel 1979 e che effettivamente ebbe un impatto importante sull’industria musicale e anche sulla concezione stessa dell’ascolto della musica.

Che sugli anni ’80 esista una sorta di bulimia culturale è forse un’opinione personale dello scrivente. Potrebbe anche trattarsi di una fase generazionale, tra dieci anni magari succederà la stessa cosa con gli anni ’90, tra 20 con gli anni 2000 e così via. Ad ogni modo l’autore, Stefano Solventi, ripercorre la sua esperienza musicale da testimone oculare di quei cambiamenti, partendo dalle musicassette arrivando fino ai giorni nostri con l’MP3 e lo streaming.

Le parti diciamo più “storiche”, che raccontano come l’idea del Walkman venne alla luce, sono effettivamente interessanti, così come anche le parti biografiche che alla fine ci raccontano una storia. In certe parti però sembra quasi che queste servano principalmente da pretesto all’autore per poter lanciarsi in complicate analisi socio-politiche sugli anni ’80 e il mondo contemporaneo.

Ci sono però alcuni spunti di riflessione molto interessanti, come il seguente:” Con il walkman pare insomma realizzarsi quella che Hosokawa definisce “singolarizzazione”, ovvero un espediente tecnologico con cui l’individuo alza le paratie e si isola, riaffermando se stesso pure se gettato tra gli altri.” Il fatto quindi di ascoltare la musica da soli pur essendo in pubblico, senza però che gli altri possano sentirla ma vedendo che la stiamo ascoltando grazie alle cuffiette, questo cambia del tutto la logica della musica come la si era conosciuta fino a quel momento.

Un saggio che invita quindi a riflettere sul passato e sul presente, facendoci pensare a come la tecnologia abbia un impatto sempre maggiore su tutti noi e di come possa anche essere difficile spiegare alle nuove generazioni come fosse in passato senza internet o senza poter “incuffiarsi” per ascoltare della musica.

Lo consiglio a tutti gli appassionati di musica e a tutti coloro che sono cresciuti negli anni ’80.