“Non ci sono amanti, non ci sono scandali. Voi occidentali vi interessate di stupidi pettegolezzi. Io vi mostro con questo vestito [di Nadia Krupskaja, moglie di Lenin] chi era la donna, l’unica amata da Lenin. Vi mostro la realtà di un amore socialista e proletario, altro che Inessa“. Ritanna Armeni è in Russia e sta visitando il piccolo appartamento in cui Lenin ha vissuto diversi anni della sua vita. La guida che l’accompagna non tollera che il nome di Lenin possa essere calunniato con riferimenti ad una scialba storia adulterina. Spiega quindi la Armeni: “Ho capito allora che, in coloro che – e ce ne sono nella Russia di Putin – si sentono ancora legati all’Urss, Inessa va cancellata, parlarne ancora oggi significa infangare la reputazione del capo della rivoluzione. C’è ancora chi pensa che mantenere il silenzio sia un dovere nei confronti dello Stato sovietico“. Ritanna Armeni, invece, con questo suo libro ha saputo dimostrare che Inessa Armand, al secolo Elisabeth-Inès Stéphanne, oltre ad essere stata una delle più strette collaboratrici di Vladimir Il’ič, noto come Lenin, oltre ad aver lavorato strenuamente per la causa bolscevica è stata anche la donna che Lenin ha amato. Nessun pettegolezzo, dunque, nessun intento diffamatorio.
“Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin”, quindi, non è solo la ricostruzione dell’esistenza e della personalità di Inessa ma è anche, e soprattutto, la spiegazione e la descrizione di un legame profondissimo ed esclusivo nato tra il padre della rivoluzione russa e la compagna Armand. Anche se in Russia hanno fatto di tutto per celare o per annientare ogni riferimento ad una presunta “amante” di Lenin, molti documenti venuti alla luce solo negli anni ’90 hanno invece attestato che tra Inessa e Lenin c’è stata una relazione amorosa, un sentimento appassionato ed intenso che, ad un certo punto, Vladimir Il’ič ha preferito soffocare e reprimere in nome del rigore, della dedizione, dell’inflessibilità richiesti dal suo ruolo e dalla tanto agognata rivoluzione proletaria russa. Una storia d’amore, dunque, quella nella quale Ritanna Armeni ci fa addentrare, ma anche la Storia più vasta di una rivoluzione che ha mutato i connotati del mondo moderno.
L’autrice ci fa rilevare in maniera ineluttabile il carattere anticonvenzionale e straordinario di Inessa. Una donna che non ha esitato a vivere con estrema passione e libertà i suoi amori e la sua intera esistenza. Una rivoluzionaria capace, carismatica e piena di talento. Così competente ed efficiente che Lenin si è affidato a lei, spesso in maniera fin troppo comoda e opportunistica, per affrontare e risolvere questioni politiche estremamente delicate. Inessa, da parte sua, è rimasta fedele a Lenin e alla sua condotta anche se, per alcune tematiche, soprattutto quelle legate al ruolo delle donne, al loro diritto di voto e alla loro rilevanza nel processo di proletarizzazione russo, i due avevano visioni differenti. Inessa ha portato avanti, nel corso della sua carriera, la causa rivoluzionaria credendo visceralmente nella realizzazione di un progetto immenso e progressista a cui ha dedicato tutta se stessa.
Inessa è nata a Parigi nel 1874 ma è cresciuta in Russia. Conosceva quattro lingue, suonava benissimo il pianoforte, ed è stata moglie e più volte madre. Ha avuto il coraggio di innamorarsi del fratello di suo marito, un ragazzo di undici anni più giovane di lei, dal quale ha avuto un figlio. Inessa ha conosciuto i movimenti femministi, l’esilio, la galera e il confino in Siberia. Inessa ha viaggiato moltissimo ed ha persino abbandonato i suoi figli per potersi dedicare a quella rivoluzione in cui credeva fermamente. Nel 1917 è riuscita a tornare in Russia assieme a Lenin ed ad altri rivoluzionari. E’ divenuta poi Commissario del popolo per l’Assistenza, membro del comitato esecutivo del Soviet di Mosca e della commissione femminile del comitato centrale. Più tardi ha presieduto lo Zhenotdel, un’organizzazione che lavorava per il raggiungimento dell’uguaglianza femminile nel partito comunista e nei sindacati sovietici, e nel 1920 ha seguito il Primo Congresso Internazionale delle donne comuniste. Rimase sempre molto legata a Nadia Krupskaja, la moglie di Lenin che, a quanto riportano diverse fonti, era perfettamente a conoscenza della relazione sentimentale tra Inessa e suo marito.
Il libro di Ritanna Armeni è indubbiamente una lettura stimolante, una mescolanza tra biografia, romanzo e ricostruzione storica. Un’opera intelligente e di qualità, tra le poche italiane ad essere interamente dedicate alla figura intenzionalmente dimenticata di Inessa Armand. Il lavoro della scrittrice, chiaramente, non deve essere stato semplice considerando la scarsità delle informazioni esistenti su Inessa, ma credo che sia stato proprio questo a stimolare e ad interessare la Armeni che ha rintracciato in questa giovane donna una figura femminile preziosa e particolarmente affascinante oltre che, come detto, volutamente ed ingiustamente cancellata dalla Storia che lei stessa ha tanto faticosamente contribuito a generare. “Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin” intreccia politica e sentimenti. Tra queste pagine si possono persino scorgere aspetti misconosciuti, o semplicemente sottaciuti, dell’austero e severissimo Lenin il quale si lascia andare ad una commozione e ad una partecipazione straordinarie quando, da solo, sceglie di seguire il feretro dell’amata Inessa, morta di tifo a 46 anni durante un viaggio in Caucaso. Inessa è stata sepolta sotto le mura del Cremlino, nella Piazza Rossa. Un privilegio concesso a pochissimi.
Edizione esaminata e brevi note
Ritanna Armeni, “Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin“, Ponte alle Grazie, Milano, 2015.
Pagine Internet su Inessa Armand: Wikipedia / Corriere.it / 1917.org / Spartacus Educational
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