Sperduti Carlo

Sottrazione

Pubblicato il: 10 Giugno 2016

Carlo Sperduti, con quest’ultimo Sottrazione, pubblicato da Gorilla Sapiens, continua la sua esplorazione della forma racconto, in una progressione che lo porta a ridurre, da un punto di vista quantitativo, la narrazione ai minimi termini. Il titolo Sottrazione si riferisce infatti all’ordinamento dei racconti, organizzato per numero di caratteri discendente. Si passa così da storie di alcune pagine a storie di poche frasi, parole (potremmo anche definirle per termini legati alla rete: da storie per blog a storie per twitter). Leggere Sperduti è, per quanto mi riguarda, una festa, perché è scrittore da regole e limiti, che sonda le varie possibilità narrative, e questa sfida costante nei confronti della propria capacità di scrittura è qualcosa che mi affascina.

In questa raccolta, però, arrivato alla fine ho avuto l’impressione che, in maniera insolita, la somma dei singoli componenti fosse inferiore al valore di ciascuno. Pensando a L’importanza di chiamarsi e basta sorrido per il gioco di rimandi e citazioni, l’assurdità della vicenda e la bravura stilistica nel trovare la soluzione, ma se penso in generale a Sottrazione, mi trovo perplesso. Mi sono chiesto se sia il titolo complessivo o quello delle varie parti in cui è divisa la raccolta, che ci avvisa della discesa numerica dei caratteri (es: Prima sottrazione. Da 18233 a 11793; Seconda sottrazione. Da 5213 a… e così via), a lasciarmi questa sensazione, e cercando di osservare con un barlume di oggettività mi sono reso conto che probabilmente è dovuta, oltre a questi aspetti, anche al fatto che i racconti non sembrano “nati” per una regola numerica, ma seguendo altre regole. Il titolo generale non fa da vincolo, almeno per me, per le singole storie, che sono unite più dallo stile narrativo dell’autore, riconoscibile anche nella loro estrema varietà. Se è vero, come scrive lo stesso Sperduti nella Nota dell’autore, che “L’organizzazione di questa raccolta risponde a un criterio arbitrario quanto ogni altro” e che “l’ordine decrescente di quantità di testo” sembra anche a me una buona scelta, non lo è, per quanto mi riguarda, quella del titolo.

Resta il fatto che, a dispetto di queste mie elucubrazioni forse insensate forse no, i racconti di Sottrazione sono divertenti, brillanti, acuti, delle schegge narrative che ti entrano sottopelle e che non hai poi molta voglia di togliere, dal famigerato ristoratore Tsong che serve errori e orrori per cambiare il mondo a Noemi e il suo neo Neomi, da Tiziano col suo nuovo amico uscito dal muro fino all’appendice coi Re minori in microfiabe. Sperduti sembra riuscire a fare ciò che vuole con la scrittura tanto che potrebbe finire col deludere chi legge nel caso di racconti appena sotto la sua media (che è più alta rispetto a quella di altri, per me); è uno scrittore equilibrista (un Philippe Petit narrativo?), surreale, umoristico, un giocoliere delle parole che in questa raccolta rende ancor più evidente come la lunghezza incida poco sulla qualità di un testo, mentre conti l’inventiva, la regola autoimposta con cui si lotta per oltrepassarla rimanendo entro i suoi confini, la capacità di giocare seriamente con i mezzi linguistici a disposizione.

“Mignolo, anulare, medio, indice.

Tiziano li nota solo dopo aver acceso la fiamma sotto la moca col tic tic tic difettoso ma non ora. Spuntano due falangi per dito, dalla parete, sopra il tavolo. La carnagione piuttosto scura, si rivolgono in alto e si muovono lente, alternandosi su un morbido muto giro di basso. Fanno il solletico all’aria, come se l’aria soffrisse il solletico, soffrisse soffrisse soffrisse un soffritto per pranzo ma poi l’aglio finì con tutti gli odori, e allora bisogna uscire a fare la spesa e a tornare poco dopo ci si ritrova anche il pollice, con tutta la mano fuori dal muro che nel frattempo si è voltata e fa ciao ciao.

Lo vedi, Letizia, che ho un nuovo amico? ” (pag. 72; da Nulla di male)

ab, giugno 2016

Edizione esaminata e brevi note

Carlo Sperduti è nato a Roma nel 1984. Suoi racconti sono apparsi in antologie edite da CaratteriMobili, Zero91, Gorilla Sapiens Edizioni. Ha pubblicato, con Intermezzi Editore, “Caterina fu gettata” (2011), “Valentina controvento” (2013), “Ti mettono in una scatola” (2014); con CaratteriMobili “Le cose inutili” (2015); con Gorilla Sapiens Edizioni “Un tebbirile intanchesimo e altri rattonchi” (2013) e, a quattro mani con Davide Predosin, “Lo Sturangoscia” (2015).

Il suo blog è: http://carlosperduti.wordpress.com/

Carlo Sperduti, Sottrazione, Gorilla Sapiens, 2016. Prefazione di Fabio Viola.

Una recensione con intervista all’autore su Claccalegge, molto bella.