Uno scrittore tedesco ha scoperto da tempo che l’appartamento in cui vive con la moglie, i due figli e il cane, potrebbe crollare, è infatti pericolosamente inclinato nella parte anteriore.
Vani si sono rivelati i suoi appelli all’amministrazione condominiale e allo sportello di consulenza legale. Un misterioso investitore americano ha acquistato tutto lo stabile e questa scoperta sconvolge la vita e i pensieri del povero scrittore, che inizia a fantasticare sul magnate, che vive in un jet girando attorno al mondo e ha una predilezione per la cioccolata. Costruito attraverso grappoli di fantasticherie, il romanzo snoda tutti gli stravaganti ragionamenti che lo scrittore fa tra sé e sé, aprendoci finestre sulla sua vita quotidiana e sulla sua scrittura. Scopriamo così che è in crisi matrimoniale – la moglie dorme in un’altra stanza dopo la nascita del secondo figlio – e creativa e, di conseguenza, tende a bere.
Si appiglia a tutto per cercare di scrivere con regolarità, immagina inneschi narrativi improbabili, gesti minimi.
“Tirarsi su allegro allegro e mettersi a pulire la finestra! Dimostrarsi efficace davanti al vetro e mietere così un piccolo successo. Probabilmente già alla seconda lastra avrebbe gettato lo straccio, afferrato la penna e riempito pagine su pagine. Non avrebbe neanche sentito i bambini di ritorno da scuola, e tardi alla sera la moglie si sarebbe sorpresa del suo buon umore e avrebbero stappato seduta stante un paio di bottiglie”. (p.23)
Un continuo flusso di coscienza ci rende partecipi degli stati d’animo dello scrittore, tra un sorriso di divertimento e uno di compassione. Dapprima pensa di scrivere una lettera al magnate, di farsela tradurre in casa editrice e che l’uomo la legga. Fantastica di convertirlo al pauperismo, immagina congiure anarchiche per assassinarlo oppure di mettersi al suo servizio per la vita. Poco per volta ogni aspetto della sua esistenza viene fagocitato da questa figura misteriosa e lontana, sulla quale ogni ipotesi è possibile. Nel frattempo la moglie brontola, i bambini non lo stimano più, il cane lo guarda storto. Lui immagina di riacquistare dignità e ispirazione, di smettere di bere e di mostrare orgoglioso i risultati del suo lavoro alla famiglia, ma le giornate trascorrono e vegeta tra le mura di casa in un costante monologo con sé stesso. Spuntano figure buffe come i vari portieri che si sono succeduti in condominio e la vecchina quasi centenaria, di cui lo scrittore vorrebbe occupare l’abitazione (ma questa vecchina esiste o è frutto della sua fantasia?)
Romanzo stravagante e bislacco, almeno per chi non sempre apprezza la surreale comicità che lo anima, sottintende una realtà in cui la speculazione edilizia è un’entità onnipotente, capace di decretare i destini degli individui e il capitalismo rampante è un qualcosa che ci sovrasta e su cui abbiamo ben poco potere. Le leggi economiche sembrano governare tutto e allora l’unica difesa del singolo sta nella comicità, nella fantasticheria surreale, nel gettarsi a ruota libera verso un mondo immaginario, a costo di sconfinare nella paranoia.
Articolo apparso su lankelot.eu nel’agosto 2013
Edizione esaminata e brevi note
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Bremer Jan Peter, L’investitore americano, Roma, Edizioni L’Orma 2013. Traduzione di Marco Federici Solari.
Bremer Jan Peter (Berlino Charlottenburg 1965) scrittore Tedesco, autore di romanzi per adulti e ragazzi dalla vena umoristica. “L’investitore americano” è il suo settimo romanzo, ma è il primo a essere tradotto in italiano.
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