Martello Luca

Harpo coniglio e il mistero di Facebook

Pubblicato il: 31 Gennaio 2012

Su Facebook si è scritto e si scriverà molto, ma è possibile parlare di questo fenomeno in maniera giocosa e divertente, senza demonizzarlo?

La risposta – affermativa – viene da questo romanzo-saggio di Luca Martello, giovane sardo di talento e dallo spiccato senso dell’umorismo.

Martello riesce a inventare una scherzosa e grottesca avventura che ha per protagonisti un coniglio e nientemeno che Zygmunt Bauman.

Harpo è un simpatico e anziano coniglio d’angora, un po’ carrolliano, che deve affrontare un grave problema: la sua padroncina, l’adolescente Arianna, è sparita e per il suo compleanno gli ha lasciato non il solito, graditissimo gambo di sedano infiocchettato, ma un netbook, un piccolo personal computer. Per Harpo – il cui nome è un omaggio ai fratelli Marx, cui Martello ha dedicato un intero saggio – è un’offesa, ma anche una preoccupazione, sospetta infatti che la scomparsa di Arianna sia legata a Facebook, dove ultimamente la ragazza trascorreva molto tempo. Harpo è un coniglio saputo, saprà connettersi a internet e indagare usando le armi della cultura.

Gli sarà compagno Zygmunt Bauman, il sociologo più famoso del mondo.

Per i due inizia una serie di incontri l’uno più strampalato dell’altro con vari personaggi video o Facebook-dipendenti, figure tragicomiche, caricaturali, schiave del mondo virtuale o del tubo catodico. Così la mamma di Arianna vive in quello che è ormai un “tenebroso santuario del tubo catodico”, china con le ginocchia sui ceci “Non alzava ormai più lo sguardo verso il televisore acceso per timore di mancargli di rispetto”. (p.53)

Inizia anche un’avventura dai risvolti gialli, con svariati delitti e un finale a sorpresa in Birmania, tra i templi buddisti.

Favola postmoderna, “Harpo Coniglio” è un romanzo pieno di vivacità, che alterna pagine avventurose a capitoli di natura saggistica, volti a descrivere, in modo che definirei didattico, Facebook e le sue caratteristiche: dall’aspetto del network agli usi che se ne possono fare, alle caratteristiche degli utenti. Essenzialmente deleterio e dannoso per l’intelligenza, Facebook sembra avere un solo aspetto utile: si può far sentire la propria voce, non si è costretti ad essere solo passivi come con la televisione. “Il web è un valido nemico delle dittature. Morbide o ufficiali che siano. Lasciatevelo dire da un coniglio”. (p.92)

L’elemento davvero originale è il punto di vista: quello di un coniglio, certo non un coniglio qualsiasi, Harpo infatti è colto e intelligente, ironico e istruito, un osservatore acuto della stirpe umana e dei suoi difetti.

Gli animali non sono attratti dall’inutile. Gli umani sì”. (p.23)

Harpo ha i suoi punti deboli – il cibo in generale smuove il suo animo e lo distrae come niente al mondo – e il suo pensatoio (la lettiera), ricorre a frequenti pisolini, ma sa darsi da fare e decide di diventare antropologo. A questo scopo si reca in biblioteca prima d’iniziare le sue analisi sul campo.

La cultura è la sua arma e non manca di fare sfoggio di una certa erudizione sia con gli umani che con gli altri conigli, che condividono con lui la veranda, “pelosi illetterati”, cui cambia i ridicoli appellativi con nomi di personaggi illustri. Ogni tanto li raduna attorno al dispensatore di fieno e li intrattiene con una favola di Roal Dahl.

Suo interlocutore privilegiato sembra essere Bauman – una coppia incredibile, un coniglio e un ottuagenario alla ricerca di una ragazzina- ma è gustosissimo anche il cammeo dedicato a Konrad Lorenz, attorniato dalle sue amate papere.

Tra le tante immagini e i fitti richiami culturali (letterari e cinematografici) mi soffermo su due, che mi sono piaciute particolarmente.

La prima è il viaggio di Harpo e Zygmund attraverso la Germania su un carro di fieno trainato da un asino e pilotato da un vecchio fattore. Un’immagine fiabesca, all’antica, che prelude ad altre varie vicende.

La seconda immagine è quella dei nostri due personaggi che sfrecciano fino in Birmania a bordo di un sidecar, che sembra un mezzo magico d’aiuto. Per quanto arrugginito corre per chilometri e chilometri per poi sgretolarsi miseramente una volta giunto a destinazione.

Il riferimento cinematografico è – per dichiarazione dell’Autore stesso – a “Indiana Jones e l’ultima crociata”, quando Sean Connery e Harrison Ford scappano dai nazisti sul sidecar.

Curioso invece notare come l’immagine del coniglietto in sidecar appaia anche nel romanzo di Troisio “La ladra di pannocchie”, con valenza non comica. I due autori non si conoscono: o c’è un immaginario collettivo indirizzato verso quest’immagine o si tratta di un puro caso.

In conclusione “Harpo Coniglio” è un libro intelligente e brillante, godibilissimo e sorprendente, originale e simpatico, davvero una lettura piacevole.

Articolo apparso su lankelot.eu nel gennaio 2012

Edizione esaminata e brevi note

Luca Martello, detto “Epicentro” (Sassari, 1983), saggista e scrittore sardo. Ha esordito pubblicando la monografia “Groucho e i suoi fratelli” (Castelvecchi, 2010). Ha studiato Lettere Moderne a Sassari, dopo qualche anno passato al DAMS di Roma III.

Luca Martello, “Harpo Coniglio e il mistero di Facebook”, Piano B, Prato, 2012. Copertina di Maurizio Ceccato. Collana “Zeitgeist”, 4.

Approfondimento in rete: Wrong / Martello lettore e spettatore.