Bertoli Ausilio

L’amore altro

Pubblicato il: 14 Giugno 2010

Il Kosovo è una terra triste tormentata dalla guerra e dalle sue devastazioni, anche se ora “I giovani hanno imparato a rimuovere il passato, a credere che non sia mai esistito” (p.25)

È in questa terra che si recano due italiani, due veneti, Boris e Giulia, per andare da Clizia, la medichessa sorella di Giulia, che opera come volontaria a Prizren Bas nell’ospedale dell’International Assistance.

Boris è un farmacista trentaquattrenne, innamorato da tempo della bella Clizia, che invece lo respinge, tutta presa dal suo lavoro e, attualmente, anche da una relazione di poco valore – forse un modo per allontanare Boris – con un collega padovano.

Giulia fa la giornalista, è stata abbandonata dal marito per una cinquantenne e ora si legherebbe volentieri a Boris.

A prima vista “L’amore altro” sembrerebbe un romanzo sentimentale, un intreccio di passioni, tra le quali Boris, personaggio non particolarmente avvenente, né coraggioso, si districa.

In realtà, con l’arrivo di Boris e Giulia a Prizren Bas e con una loro gita al parco nazionale di Brezovica la situazione si complica parecchio. Finiti nelle mire dei trafficanti di droga e gas tossici, i personaggi vivranno momenti drammatici, vi saranno morti, sparatorie, esplosioni, colpi di scena come in un thriller.

Boris conoscerà Arifa, la bella infermiera di Clizia e s’innamorerà perdutamente di lei. Arifa è una ragazza solare, che ha alle spalle una storia drammatica: suo padre, chirurgo, e suo fratello, studente di Medicina, sono stati fucilati davanti al municipio di Prizren Bas solo per aver soccorso un serbo. Lei è stata condotta in Italia per lavorare in una casa di riposo, ha faticato tanto, ha sofferto, ma ha conservato i suoi ideali.

Nel corso del romanzo, Boris, coinvolto drammaticamente in intrighi che lo sovrastano, capirà, attraverso la sua personale sofferenza, quel che spinge Clizia, Arifa e molti altri come loro, a operare in paesi così tormentati, rischiando spesso la vita.

Dice Arifa: “Perché io, come Clizia, amo e amerò per sempre tutti i bambini del mondo di qualunque nazione sono e a qualunque condizione sociale appartengono”. (p.37)

L’essenza del romanzo, che ha uno stile rapido e asciutto, consiste nell”amore altro”, quello che supera la dimensione individuale e passionale e si allarga senza confini fino a estendersi ovunque.

Il libro è un omaggio a quanti agiscono animati da alti ideali in territori pericolosi, nella speranza di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali ed è naturalmente anche un romanzo con una buona trama, che tiene desto il lettore.

Articolo apparso su lankelot.eu nel giugno 2010

Edizione esaminata e brevi note

Giuseppe Ausilio Bertoli è nato a Grumolo delle Abbadesse (Vicenza). Ha scritto vari libri: Il veggente di Bovo (Solfanelli, 1991) Amore per ipotesi (Campanotto, 1994), Gente tagliata (Ed. del Leone, 1996), Ricerche amorose (Campanotto, 1998), Giostra mentale (Manni, 2001), il romanzo e-book Amore di banca e il saggio I temi della comunicazione (Lupetti, 2004). Oltre che narratore è anche sociologo della comunicazione e pubblicista. E’ stato finalista ai Premi letterari Piero Chiara, Batocchi Città di Piombino, Bergamo e  Insula Romana.

Ausilio Bertoli, L’amore altro. Un’odissea nel Kosovo, Lecce, editrice Besa 2009.

Approfondimento in rete: Sito ufficiale di AB