È una storia di guerra, quella che ci narra Olmi, attraverso la quale si arriva a parlare della pace. Una vicenda antica, risalente al tardo Settecento, che può avere riferimenti all’attualità e alle sue tragedie, che sono sostanzialmente sempre le stesse attraverso i secoli.
TRAMA
Un giovane occidentale, per un errore d’indirizzo, si ritrova in uno strano ed equivoco teatro, nel quale vengono raccontate e rappresentate le vicende di antichi pirati e piratesse cinesi.
Il Narratore è uno strano personaggio, il Vecchio Capitano, un uomo di mare spagnolesco interpretato da un Bud Spencer inedito, dotato di una decorativa barba bipartita e non più impegnato in burlesche scazzottate. Una vera rivelazione, dal momento che il suo personaggio svolge un importante ruolo d’intermediario tra la rappresentazione teatrale e la storia cinematograficamente narrata della vedova Ching (Jun Ichikawa).
Il palcoscenico raffigura la tolda di una giunca cinese. Ching è sposata al capo di una potente flotta di navi pirata, armata dalla Società di Anonimi Azionisti, che ne ricavano grandi interessi. Ching semina il terrore lungo i villaggi della costa con le sue ruberie e i rapimenti di donne e fanciulli.
I Generali dell’Imperatore offrono all’Ammiraglio Ching il perdono nominandolo Capo Supremo dei Reali Corsari in cambio della sua sottomissione al Governo.
Ching accetta, ma gli Azionisti si vendicano avvelenandolo a tradimento.
La vedova Ching, decide allora di continuare l’opera del marito prendendone il posto e indossando le sue stesse armi.
In breve tempo i pirati, agli ordini della donna, si spingono fin nei villaggi fluviali, assaltano anche le navi imperiali e s’impossessano di grandi ricchezze, ostacolando gli interessi governativi.
Vani risultano i tentativi di fermarli da parte del generale Kuw-Lang, incaricato di combatterli dal vecchio Imperatore.
Alla morte di quest’ultimo, il nuovo giovane sovrano arma una grande e moderna flotta e la schiera nella baia, davanti alle giunche pirata, che ormai non hanno più scampo.
La vedova Ching, colta di sorpresa, prepara i suoi uomini alla battaglia, ma, dalle navi imperiali si leva uno stormo di aquiloni colorati. Ciascuno di essi reca dipinte alcune parole, tutti insieme formano un messaggio, il testo di un’antica leggenda che invita metaforicamente alla pace.
Compreso il messaggio, la vedova Ching, la donna che col suo coraggio ha messo in difficoltà lo stesso imperatore, decide di arrendersi e getta la spada in mare, dando inizio a una nuova era di pace.
OSSERVAZIONI
Dopo “Il mestiere delle armi”, nuovamente Olmi affronta il tema della guerra da una prospettiva davvero originale e attraverso una cultura assai diversa dalla nostra. Il film è passato quasi inosservato nelle sale, come spesso accade alla cinematografia che non vanta ritmi sincopati, violenze a raffica, turpiloquio nei dialetti di tutt’Italia ed effetti speciali strabilianti.
Probabilmente non è un capolavoro, ma è un film molto raffinato per i costumi, l’ambientazione, le musiche (anche se risultano un po’ ostiche per noi occidentali).
Come sempre in Olmi, il film è costituito anche da atmosfere, silenzi, brevi poesie sussurrate, sfumature, attimi. Il regista sa cogliere immagini della natura molto evocative: cieli, acque, il trascolorare della luce, il volo degli aquiloni, l’affondare nell’acqua di questi aerei messaggeri di pace.
E ancora volti ed espressioni di bambini e di donne, piccoli momenti che contribuiscono a creare l’atmosfera del film e a renderlo comunque un’opera di poesia e un invito ad un’attenta riflessione.
Importante è anche la presenza del teatro e del Narratore, impersonato da Bud Spencer, che dà vita a una figura affidabile e saggia. Osserva il Vecchio Capitano: “Il teatro ha la facoltà di osservare allo specchio il comportamento degli uomini e delle cose: ossia il nostro vivere”.
Prima di approdare al cinema, si passa attraverso la rappresentazione teatrale, in un susseguirsi e sovrapporsi dei piani narrativi, in un frequente passaggio dall’uno all’altro, come se ciascuno acquistasse così maggior luce e completezza.
Parlando della guerra Olmi giunge ad un discorso sulla pace e sulla capacità di saper deporre le armi per evitare inutili stragi.
È interessante osservare come, per mostrarci la guerra, Olmi non abbia bisogno di grandi spargimenti di sangue o eroici duelli: bastano le immagini dei contadini esuli dai villaggi bruciati (ad un certo punto per ordine stesso dell’Imperatore, per non lasciare bottino ai pirati) o delle donne prigioniere. Le conseguenze della guerra sono più che sufficienti per farne capire le devastazioni e l’inutilità.
Parallelamente, non risultano migliori dei pirati gli affaristi e i politici, legati soltanto ai loro interessi economici e disposti a tutto pur di conservarli.
Se i fuorilegge hanno una loro etica e sono, in fondo, sinceri pur nella crudeltà, gli altri risultano ambigui e falsi, capaci di modificare leggi e decreti apparentemente per il bene comune, di fatto per salvaguardare i loro interessi.
Un’abitudine antica che non può non far pensare a tempi ben più recenti.
Infine, la pacifica invasione di aquiloni colorati – bellissimi nel cielo luminoso – induce alla pace: una grande battaglia e una strage vengono evitate.
Se l’Imperatore ha saputo proporre, parlando metaforicamente attraverso una leggenda antica piena di grazia ed eleganza, la vedova Ching sa accettare e fermarsi.
La pace è frutto di un lavoro comune, spesso lungo e faticoso.
Il finale evoca uno scenario lieto, una visione quasi profetica di un’età aurea:
“…da quel momento i quattro mari furono sicuri, i contadini vendettero le spade e comprarono buoi per arare la terra e le voci delle donne rallegravano il giorno cantando dietro i paraventi”.
(Yuentze Yunglon, 1810).
Edizione esaminata e brevi note
Regia: Ermanno Olmi.
Soggetto e Sceneggiatura: Ermanno Olmi.
Direttore della fotografia: Fabio Olmi.
Montaggio:Paolo Cottignola.
Interpreti principali: Jun Ichikawa, Carlo Pedersoli, Sally Ming Zeo Ni, Camillo Grassi.
Musica originale: Han Yong.
Produzione: Cinemaundic / Rai Cinema / Lakeshore / Entertainment Sds / PierreGrise Prod./ France 2.
Origine: Italia / UK / Francia 2003.
Durata: 98 minuti.
Info Internet: sito ufficiale
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