James Henry

Ritratto di signora

Pubblicato il: 9 Novembre 2006

LE PASSEGGIATE DI HENRY JAMES.

 Il romanzo “Ritratto di signora”, pubblicato nel 1872, viene considerato il capolavoro conclusivo del primo periodo della narrativa di James.
Centro assoluto dell’opera è Isabel Archer, giovane americana, bella, affascinante, intelligente, che viene in Europa e che vedrà compiersi qui il suo destino. James ce la presenta ritraendola con passione:
“L’alta finestra era aperta, e quantunque le persiane verdi fossero in parte abbassate, l’aria brillante del giardino entrava da un grande spiraglio riempiendo la sala di tepore e profumo. La giovine donna rimase in piedi accanto ad essa per qualche tempo, le mani intrecciate dietro la schiena, guardando fuori distratta e inquieta”; oppure ecco Isabel tra i quadri di Gardencourt (Londra): “Isabel si avviò verso l’altro capo della galleria e si fermò là, mostrando a Ralph le spalle incantevoli, l’agile e snella figura, la lunghezza del collo bianco mentre chinava la testa, e la densità delle trecce scure. Sostò dinanzi a un quadretto, come per esaminarlo, e c’era qualcosa di così giovane e libero nei suoi movimenti, che la sua flessibilità sembrò schernirlo”.

Quattro personaggi s’innamorano di lei, Isabel è spregiudicata, è soprattutto curiosa del mondo, desiderosa di conoscere, di fare esperienza, vuol essere libera, non vuole limiti eccessivi, rifiuta allettanti proposte matrimoniali proprio perché le sembrano limitanti per il suo desiderio di vita.
Eppure James ci dice assai poco dell’aspetto fisico della sua eroina, da questo punto di vista il ritratto è soprattutto psicologico; James, come è solito fare, indaga il carattere del personaggio, i suoi pensieri, le riflessioni, i desideri, tutto è visto attraverso le sue sensazioni.

È come se James ci conducesse all’interno di Isabel e poi dei vari personaggi del romanzo e ci facesse lì passeggiare, ma con grande leggerezza.
Isabel, in particolare, è una manifestazione della bellezza, lei è luminosa, soave, elegante e affascina tutti con le sue maniere e la sua intelligenza. Dice James di lei
: “Giudicava la sua natura una specie di giardino con profumi e cespugli mormoranti, boschetti ombrosi e bei panorami e questo le faceva sembrare ogni studio introspettivo un sano esercizio all’aria aperta e piacevolissima ogni visita ch’ella faceva ai recessi del proprio spirito, giacché ne ritornava sempre con una bracciata di rose”.

L’inizio stesso del libro ci porta subito nell’atmosfera lieve e soave che regna in molte pagine: è la descrizione della cerimonia del tè del pomeriggio a Gardencourt, un ambiente tranquillo, elegante, dove ogni oggetto ha la sua funzione, dove tutto si svolge con calma ed eleganza, può apparire frivolo, ma è una “frivolezza profonda”, come dice Citati.

La casa stessa, descritta con minuzia e precisione è importante (spesso ritornano in James le descrizioni delle case); su questo scenario si affacciano alcuni dei personaggi principali, che James ci presenta studiandone gli stati d’animo. Sembra che la realtà sia importante soprattutto per le sensazioni che procura a coloro che la attraversano. In questo palcoscenico, appare Isabel, portando un tocco diverso nella tradizionale società inglese, che talvolta viene messa a confronto con quella americana, considerata più moderna.
La seconda parte del romanzo invece è ambientata in Italia, tra Roma e Firenze, e vede compiersi la difficile sorte di Isabel, che finisce per sposare un uomo interessato solo al suo denaro, nonostante l’apparenza di raffinato esteta.
Sulla scena del romanzo appare il Male, l’inganno, l’intrigo, attraverso l’ambigua M.me Merle, organizzatrice della trappola, e Gilbert Osmond, che è fine ed elegante, ma soprattutto cinico, arido, freddo, crudele, dominatore specialmente verso le donne innamorate di lui.  

Isabel cadrà nella trappola e se ne accorgerà soltanto troppo tardi, quando non vi sono rimedi. James lascerà volutamente il finale sospeso, quasi a sottolineare la situazione di crisi e di buio nella quale ormai il suo personaggio sprofonda. A passeggio tra le rovine di Roma antica, Isabel ritrova delle profonde assonanze tra il suo stato d’animo e quelle pietre antiche: “Da molto tempo ella aveva eletto la vecchia Roma a sua confidente, perché in un mondo di rovine le rovine della sua felicità le sembravano una catastrofe meno innaturale. Riposava la sua stanchezza su cose che si erano andate sgretolando da secoli e che pure stavano tuttora in piedi, lasciava cadere la sua segreta tristezza nel silenzio dei luoghi solitari dove l’attualità della sua pena si staccava e diveniva obbiettiva, così che, mentre sedeva in un angolo riscaldato dal sole in un giorno d’inverno, o stava in piedi in mezzo all’odor di muffa di una chiesa nella quale più nessuno entrava, poteva quasi sorridere della sua tristezza e pensare a quanto fosse misera”.

Eppure, come osserva Citati, nonostante il finale sia tragico, un senso di quiete pervade il libro. “Perché Ritratto di signora è un libro pieno di passioni, di domande, di sventure, di male: un libro dove la tragedia è colta allo stato puro; e che dovrebbe suscitare la nostra angoscia. Ma James aveva un dono unico. Tutto quello che incontrava nella vita, lo trasportava nella sua mente: il corpo era lontano, il cuore dimenticato: comunicava qualcosa della propria mente a tutti i suoi personaggi, e così noi passeggiamo calmi in questo clima mentale sottile, tenue, rarefatto, dove tutto è trasparenza” (P.Citati, “Il male assoluto”, p.469).

Rimangono le continue conversazioni dei personaggi, il loro gusto del discorso ben articolato, una conversazione elegante, che alleggerisce anche la realtà (pare che lo stesso James fosse un piacevolissimo conversatore), e poi lo stile di James, con frasi lunghe e complesse, che paiono aggirarsi attorno agli oggetti, per mostrarli da differenti angolature, un gusto per la rifinitura, la linea sottile, i contorni, uno stile lento, a tempi lunghi, per cui sembra talvolta che i personaggi parlino e non accada mai nulla. Invece i fatti accadono, ma con un loro tempo, che richiede pazienza e attenzione.
Dal libro è stato tratto anche un film, per la regia di Jane Campion, che ha dato ad Isabel il bel volto di Nicole Kidman, mentre Osmond è interpretato da un altrettanto bravo John Malkovich.

Articolo apparso su lankelot.eu nel novembre 2006

Edizione esaminata e brevi note

Henry James (New York, 1843 – Londra, 1916) è uno dei più importanti romanzieri americani tra Otto e Novecento; la sua opera si distacca dalla tradizione del romanzo realista dell’Ottocento per proiettarsi verso il romanzo psicologico e le novità narrative del Novecento. Di famiglia agiata, James ebbe un’educazione raffinata e colta e trascorse poi buona parte della sua esistenza in Europa (Parigi, ma soprattutto Londra). I suoi tre romanzi maggiori sono considerati: “Le ali della colomba” (1902), “Gli Ambasciatori” (1903) e “La coppa d’oro” (1904).

Henry James, “Ritratto di signora”, Einaudi, Torino, 1993.

Introduzione di Barbara Lanati, traduzione di Carlo e Silvia Linati.

Prima edizione: London, 1881.

L’edizione definitiva, revisionata dall’autore, fu stampata a New York nel 1908.