Il libro di François Vallejo, “Le sorelle Brelan”, somiglia vagamente ad una fiaba. Una fiaba che ha per protagoniste tre regine: diverse, ribelli e molto unite, nonostante tutto. Tre sorelle che, fin dalle prime righe, appaiono compatte come un microscopico esercito. Hanno appena perso il padre, la madre è morta qualche anno addietro ma di fronte al giudice che deve decidere del loro destino mostrano una freddezza ed una determinazione da far impallidire chiunque. Soprattutto l’arcigna zia Rosie che aveva già in mente di divenire la tutrice delle tre ragazze ed insediarsi nella loro grande casa. Marthe, Sabine e Judith, però, dimostrano di essere molto più scaltre del prevedibile e, rimandando settimana dopo settimana la decisione del giudice, fanno in modo che Marthe, la più grande delle tre, raggiunga la maggiore età. “Allora Judith compierà quattordici anni tra poco, domani, subito dopo mezzanotte… Sabine ne compie diciassette oggi, un quarto d’ora prima di mezzanotte… E Marthe? Ha appena compiuto ventun anni, oggi, 18 aprile, alle sedici, la maggiore età. Quanto Louis Brelan è morto, alla fine dello scorso anno, erano minorenni, bisognava sistemarle, sbrigare le pratiche a loro nome. E’ stato talmente improvviso, non c’è stato il tempo di riflettere oltre. Ma a ventun anni, oggi, Marthe può fare a meno di un tutore, il Consiglio di Famiglia non è più tenuto a statuire il suo caso“.
E’ per questo che le sorelle Brelan, seppur ancora sprovvedute ed inesperte, vengono lasciate alla tutela di una sorella poco più grande. La seconda Guerra Mondiale è finita da poco e Parigi, come altre città d’Europa, tenta di risollevarsi come può. Marthe, grazie all’intercessione di nonna Madeleine, ottiene un posto presso lo studio di architettura Cicéro di cui suo padre deteneva delle quote. Il destino delle tre sorelle Brelan si delinea pagina dopo pagina attraverso una scrittura leggera e quasi impalpabile. Un incedere narrativo accattivante ed originale che racconta, in parallelo alle vite delle tre protagoniste, la storia del Novecento.
Marthe, Sabine e Judith sono unite ma profondamente diverse. Vallejo segue la loro sorte con ordine, quasi con metodo. Marthe, generosa e perennemente preoccupata per le altre, viene colpita dalla TBC e costretta a vivere per mesi in sanatorio. Una separazione che, nemmeno lei sa perché, la rende felice. In questo frangente tutto passa nelle mani di Sabine che mostra di essere la più ambiziosa ed opportunista di tutte. Sabine soffia il posto di lavoro a sua sorella e comprende che, per ottenere ciò che desidera nella vita, può e deve avere accanto un uomo potente e ricco. Un imprenditore tedesco, innamorato dei suoi occhi grigi e dell’accento francese, fa al caso suo. La seconda delle Brelan cerca così di conciliare il suo desiderio di fare carriera con la possibilità di un’esistenza agiata. La Germania è al tempo imbruttita dalla paura di una nuova guerra e dall’edificazione di un muro che separerà Berlino ma anche il mondo intero. Judith, invece, si ostina a rimanere la piccola di casa, non vuole studiare e non vuole lavorare. Si lascia affascinare dai testi di architettura utopistica di suo padre, raccoglie e cataloga con rigore articoli di cronaca nera e porta avanti le sue battaglie ideologiche con feroce sfrontatezza.
La fedeltà alla legge del sangue porterà le tre sorelle a percorrere almeno quattro decenni di vita e di storia. Una piccola saga familiare che trova la sua forza in un’avvincente aura capace di mescolare la verosimiglianza di tre figure umanissime ed affascinanti all’incanto di uno stile elegante e mai noioso. Marthe, Sabine e Judith si dividono ma si ritrovano sempre, in un modo o nell’altro. La storia di tre donne estremamente libere ed autonome che devono scontrarsi, soprattutto all’inizio della loro avventura, con una mentalità che non contempla tanta emancipazione. Tre caratteri forti che sembrano incastrarsi perennemente l’uno nell’altro seguendo un istinto che le conduce a vivere in una sorta di osmosi. Neanche gli uomini con cui le sorelle Brelan hanno delle relazioni, sembrano poter reggere l’impatto con il loro legame. Le scelte, i dissidi o i conflitti di tre spiriti tanto forti convergono comunque verso un unico centro, verso quell’unione inossidabile e perenne che da sempre le portava “ad intendersi con uno sguardo, tacere nello stesso istante e parlare tutte insieme“.
Edizione esaminata e brevi note
François Vallejo è nato nel 1960 a Le Mans. Il suo cognome tradisce un’evidente origine iberica: suo padre, infatti, è spagnolo. Vallejo è un insegnante di lettere classiche, un’attività che concilia con la sua arte: la scrittura. Il romanzo col quale ha esordito si intitola “Vacarme dans la salle de bal” e risale al 1998. A questo hanno fatto seguito diverse altre opere: “Pirouettes dans les ténèbres” (2000); “Madame Angeloso” (2001) pubblicato da Sellerio nel 2005; “Groom” (2003); “Le Voyage des grands hommes”(2005); “Ouest” (2006) pubblicato da Sellerio nel 2008 con il titolo de “Il barone e il guardacaccia“; “L’incendie du Chiado” (2008) e “Les sœurs Brelan” (2010) pubblicato da Del Vecchio Editore nel 2012. Nel corso della sua carriera François Vallejo ha ottenuto vari premi letterari.
François Vallejo, “Le sorelle Brelan“, Del Vecchio Editore, Roma, 2012. Traduzione di Cristina Vezzaro. Titolo originale: “Les sœurs Brelan” (Éditions Viviane Hamy, 2010).
François Vallejo: Wikipedia / Intervista (BiblioBlog – fr)
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