Gatto Monica

Mezzanima

Pubblicato il: 15 Novembre 2016

mezzanima

Si dice che l’infanzia sia la culla della fantasia: è la verità. E quando il magico regno delle fiabe riesce a rivivere in un adulto, allora nasce un artista.

Nonostante la giovane età Monica Gatto ha già dimostrato di possedere buone doti creative, come attestano le due opere che è riuscita a realizzare a soli sedici anni: la saga di Mezzanima (composta da “L’ultima luna” e “Luna d’inchiostro“) ci parla di un mondo meraviglioso, lontano dal tempo e dallo spazio della nostra realtà e perfettamente in grado di risvegliare il bambino ancora presente in ognuno di noi.

I protagonisti della storia sono Arian e Robin, due amici che hanno trovato nella reciproca compagnia la consolazione da un passato non esattamente felice: sono cresciuti senza una famiglia e fin da piccoli sono stati costretti a sfruttare le proprie abilità fisiche per diventare guerrieri nell’esercito di una malvagia Regina; perciò non hanno una casa, né delle amicizie al di fuori del legame che li unisce, e nemmeno qualche speranza per un futuro migliore. Inoltre la fanciulla, Arian, è muta.

Tuttavia sbagliano a pensare di non essere destinati a nulla di grande, e se ne accorgono nel momento in cui una serie di avvenimenti inspiegabili li porta in un mondo “diverso”, tanto bello quanto pericoloso: dopo i primi giorni trascorsi tra dubbi e avventure spiacevoli, i due si imbattono in un gruppo di persone finalmente degne di fiducia; da loro verranno a sapere di trovarsi nel Regno, un universo parallelo alla Terra nel quale la magia esiste e può appartenere a ogni creatura.

Dagli estranei (una squadra di giovani Custodi guidati dai loro Maestri) i protagonisti apprendono anche che il Regno è sconvolto da una terribile guerra tra la Regina, una tiranna ormai a capo della maggior parte delle terre, e coloro che tentano di ribellarsi al governo spietato di lei.

I Custodi sono appunto i suoi più acerrimi avversari, e sembrano considerare Arian e Robin fondamentali per la salvezza di tutti; essi non si ritengono all’altezza di un simile compito, eppure decidono di lasciarsi comunque guidare da quelle persone: vedere la verità però significa varcare il confine che li separa dal loro destino, e una volta compiuto tale passo nulla li proteggerà più dal labirinto di minacce, fughe e terrore che si snoda attraverso il primo libro.

In “Luna d’inchiostro” la situazione appare ancora più seria: a nessuno è concesso esitare, perché il momento della battaglia decisiva contro la Regina è terribilmente vicino. Chi desidera combatterla deve dimenticare ogni remora e accettare il pericolo… Cosa che per i nostri eroi è un dovere morale, dato che ora considerano quello strano mondo la loro casa (la casa che non hanno mai trovato altrove, quindi).

La saga di Mezzanima affascina il lettore dalla prima pagina all’ultima, riservando per i finale una speciale carica di emozione; inoltre l’autrice ha voluto arricchire l’unicità della sua storia con elementi ricorrenti del fantasy, quali l’espediente del viaggio avventuroso intrapreso per compiere una missione (che troviamo ne “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, ma anche nelle “Cronache del Mondo Emerso” di Licia Troisi e, seppur in una declinazione un po’ differente, nel ciclo di “Eragon”, firmato da Christopher Paolini) o la presenza di un universo abitato dagli esseri magici che da centinaia di anni solleticano l’immaginario popolare.

Ci sono parecchi aspetti di questo libro che mi piacerebbe considerare. Potrei appunto parlarvi della varietà di creature e paesaggi del Regno, sottolineando l’originalità delle invenzioni; a tal proposito credo che le parole di Monica Gatto siano più efficaci delle mie, perciò riporto un’incantevole descrizione da “Luna d’inchiostro”:

Dopo aver guardato attentamente scorse, tra la vegetazione ormai folta, una creatura esile e incredibilmente sottile e graziosa, dalla pelle di un verde brillante. Se ne stava tranquillamente rannicchiata sotto la pioggia battente, con le ginocchia nodose strette in petto e il mento appoggiato sulle braccia rilassate. Dei capelli corti e spettinatissimi le incorniciavano il viso delicato e fresco, su cui facevano capolino due grandi occhi castani come i capelli. La punta del naso, da quello che si poteva vedere da quella distanza, era lievemente più scura e sembrava ricoperta da un sottile strato di corteccia. Anche i polsi e le caviglie avevano lo stesso colore.

«È una Ninfa!» rispose Ren sperando che gli amici riuscissero a sentirlo. «Di solito non ce n’è mai una sola, ma non è per niente facile vederle. Sono schive e si nascondono da tutti. L’abbiamo vista solo grazie alla pioggia. Le Ninfe sono la forza vitale di alcune piante e hanno estremo bisogno d’acqua” (Luna d’inchiostro, pag. 59)

Oppure potrei descrivere lo spessore psicologico con cui non solo i protagonisti ma anche i comprimari e i personaggi minori sono tratteggiati… Però preferisco soffermarmi sugli elementi secondo me più importanti di tutta l’opera, ovvero il rapporto tra Arian e Robin e il concetto di predestinazione (il quale sembra ritornare spesso nel romanzo).

I giovani salvatori del Regno condividono un’intesa unica: fin dall’inizio della storia si nota infatti la simbiosi assoluta in cui paiono vivere, e un affiatamento del genere non può venire soltanto dall’amicizia, né dagli anni passati insieme o dalle difficoltà superate con il reciproco aiuto, e nemmeno dall’ombra di un sentimento amoroso che non tarderemo a scorgere tra loro. Tutto ciò, pur avendo un grande peso nella relazione tra i due, non è che la conseguenza di qualcosa di più profondo: un legame antico, che forse il pubblico dell’epoca odierna faticherà a capire, o che magari sarà il lettore troppo adulto a non cogliere. Per comprendere Mezzanima occorre infatti tornare a credere nella magia, non soltanto in quella creata dalle capacità sovrannaturali ma anche e soprattutto in quella che può esistere tra due anime.

Come si diventa completi? È possibile non essere mai davvero soli? Qual è il tesoro più grande che ci è consentito possedere in questa vita?

Ecco le domande cui Mezzanima tenta di dare voce, tra un attacco della Regina e un Incantesimo. Per riuscire a vedere le risposte, ovviamente, bisogna essere un po’ bambini.

Veniamo ora alla sorte dei protagonisti, la quale sembra essere stata scritta per loro dal fato, da una divinità silente oppure dal caso: Arian e Robin dovevano giungere nel Regno in un preciso momento, dovevano incontrare i Custodi in quel determinato luogo, e dovevano imbattersi negli ostacoli che li avrebbero preparati alla battaglia.

Ma ciò che voglio invece chiedervi io è questo: secondo voi, se Arian e Robin avessero detto “no” al Regno, agli amici, alle responsabilità della guerra… Sarebbero stati comunque i salvatori?

Attraverso una storia per bambini, Monica Gatto ci parla dell’importanza del libero arbitrio, dono concesso alle Regine quanto a due soldati ragazzini di un esercito qualunque. Perché un fato nascosto avrà magari posizionato Arian e Robin sul sentiero giusto, però l’epilogo della vicenda è stato scritto soltanto da loro.

Infine mi piacerebbe concludere con il brano a mio parere più bello di tutta la saga, che racchiude perfettamente lo spirito di Mezzanima:

Dopo un po’ distolse lo sguardo dalla luna e si guardò attorno […] Lo fece perché aveva voglia di stupirsi. Vide qualcosa. Un fiore. Una rosa, rossa come il sangue, era nata tra i rovi neri che le crescevano attorno e restava nascosta là sotto […] Quella rosa, nata dove nessun’altra forma di vita sarebbe sopravvissuta. Trovava riparo tra i rovi mortali e fioriva ogni volta, da sola ma splendida, vibrante di vita nonostante fosse sbocciata in quella terra morta. Quella rosa, splendente nel buio, nascosta ai pericoli ma anche ai raggi del sole […] Unica. Quella rosa, con i petali fragili come illusioni ma di un colore stupendo e vivo. Pulsante come un cuore che batte. Quella rosa… Era bellissima. Sperava veramente che anche la sua, di rosa, trovasse un riparo, tra le spine” (L’ultima luna, pagg. 307 – 308)

 

Elisa Costa, ottobre 2016

 

Edizione esaminata e brevi note

Monica Gatto è una ragazza di sedici anni nata in un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia. Ama la musica, leggere, scrivere e sognare a occhi aperti. Uno di questi sogni si è realizzato e ha un nome: “Mezzanima”.

Monica Gatto, “Mezzanima. L’ultima luna”, Eden Editori, dicembre 2015, pp. 350, € 12,33

Monica Gatto, “Mezzanima. Luna d’inchiostro”, Eden Editori, maggio 2016, pp. 330, € 14,97