García Lorca Federico

Libri, libri!

Pubblicato il: 17 Febbraio 2017

I gioielli a volte hanno forma piccola e racchiudono tutta la cura preziosa di chi li ha cesellati; spesso sono proprio quelli più minuti a essere indossati nella vita quotidiana e non solo nelle grandi occasioni. Libri, Libri! è una di quelle piccole gioie che mai dovrebbero essere riposte in un cassetto, ma mostrate il più possibile e a un grande numero di lettori.

Le Edizioni Estemporanee hanno così ri-scoperto un intenso discorso tenuto da Federico García Lorca in occasione dell’inaugurazione della biblioteca comunale del suo paese natale Fuente Vaqueros, la prima biblioteca dell’intera provincia di Granada, in Andalusia. Ne è nato un libricino di poco meno di trenta pagine, da sfogliare lentamente e da leggere con attenzione nella sua traduzione dall’originale a cura di Lucilio Santoni e arricchita dalle delicate illustrazioni di Marina Rivera.

Tale discorso è la fedele trascrizione di quanto letto a voce alta dal poeta e drammaturgo davanti ai suoi concittadini in una data collocabile intorno ai primi giorni di settembre del 1931, pochi mesi dopo la proclamazione della Seconda Repubblica Spagnola e cinque anni prima della sua fucilazione per mano franchista.

L’inaugurazione è per l’autore fonte di grande emozione, poiché era stato egli stesso a raccomandare due anni prima la creazione di quella biblioteca e, ovviamente ignaro di cosa gli riservi il futuro, con grande gioia coinvolge i presenti in una preziosa riflessione sul potere salvifico della scrittura e dei libri, sull’importanza della cultura e sulla povertà dell’uomo che sceglie di vivere nell’ignoranza, intesa proprio come mancanza di conoscenza e tendenza a trascinarsi in un’esistenza immobile e senza slanci.

Elogia così la parola scritta, sottolineando la distanza tra lo scrittore e l’oratore, perché solo questa, scelta con dedizione, lascia in eredità un messaggio più solido e duraturo. Una parola che si incarna nelle pagine dei libri che popoleranno gli scaffali della neonata biblioteca andalusa, quei libri che lui non riesce mai a tenere per sé ma che sente l’urgenza di donare alle persone che più ama, con cui desidera condividere momenti di gioia e di bellezza.

Per Lorca le rivendicazioni economiche contano poco se non sono accompagnate da quelle culturali, dato che solo la cultura rende realmente liberi. La parola “libro” diventa quindi una formula magica, una formula di puro amore: solo attraverso i testi e alla luce delle parole dei grandi pensatori i popoli possono ingrandirsi e progredire. I libri sono il conseguimento maggiore dell’umanità e, quando un popolo dorme, hanno il potere di ridestarlo e di mostrargli nuovi orizzonti di emancipazione e di solidarietà (p. 14).

Scrivere un libro, secondo Lorca, richiede un grande sforzo, ma i frutti di una tale fatica sono così prelibati che ripagano di tutto l’impegno speso. Il poeta granadino cita il maestro Menéndez Pidal quando ricorda che il motto della giovane Repubblica deve essere “Cultura”, poiché solo attraverso di essa si possono risolvere i problemi nei quali si dibatte oggi il popolo pieno di fede, ma privo di luce (p. 12). E ancora, che fatica ha dovuto fare l’uomo per produrre un libro! Ma che estrema importanza hanno avuto e avranno i libri nel mondo! […] tutto viene dai libri (p. 14).

Partendo da tali riflessioni, il discorso continua percorrendo il lungo viaggio della nascita e dell’evoluzione del libro nella nostra società: dal ricordo primitivo dei libri di pietra passando per le lastre d’oro e di piombo fino a quelle di argilla dei Caldei e degli Assiri, per arrivare al progenitore dei nostri tomi moderni, il papiro egizio, sostituito poi dagli abitanti di Pergamo con la pelle secca di animale, la pergamena, per l’appunto. Un’invenzione che li porta alla costruzione della biblioteca cittadina,  un vero sole che illumina tutta la cultura classica (p. 16).

Ulteriore momento di evoluzione è l’avvento della carta, portataci dagli arabi: la carta cinese arrivò in Occidente per il bene dell’umanità (pp. 16-17). Con essa i libri escono dalle biblioteche sacre o reali e si mescolano per la prima volta con gli uomini comuni, seppur ancora ricchi e privilegiati. La stampa, in seguito, porta a compimento tale percorso, impattando sulla storia e il destino degli uomini come poche altre invenzioni.

Il mondo conosce finalmente il suo vero Rinascimento, è l’alba gloriosa della cultura moderna nella quale viviamo (p. 20). Con la diffusione sempre maggiore di testi scritti e quindi di idee, cominciano anche le persecuzioni, ma il poeta ricorda che contro i libri non esistono persecuzioni (p. 23), perché è possibile far sparire un’opera ma non tutti coloro che l’hanno letta.

Per questo, conclude Lorca, l’inaugurazione della biblioteca di Fuente Vaqueros, la sua amata Fuente Vaqueros, è così importante, perché è solo il primo passo affinché libri e lettori si moltiplichino, affinché tutti – anche i meno abbienti – possano dedicarsi ad un atto di libertà e di emancipazione come quello della lettura. Che a tutti sia concesso di capire, grazie ai libri, il vero senso di tale libertà, così come il moderno senso della solidarietà e della vita. Anche a costo di morire.

Il poeta granadino si fa dunque profondo portavoce di una delle più importanti missioni della Seconda Repubblica: togliere alla Chiesa il monopolio dell’insegnamento e promuovere un’istruzione davvero pubblica. Non solo tutti devono avervi libero accesso ma gli stessi docenti devono poter investire tempo e piacere nella propria formazione personale. Risvegliarsi dal torpore e dalla mancanza di slanci.

Le biblioteche, custodi di una ricchezza senza paragone, sono per Lorca luoghi sacri. In linea con il rinnovato disegno politico dell’epoca, egli crede fermamente nella Repubblica come il punto di inizio di una nuova e fondamentale tappa della storia spagnola.

Il poeta non lo sapeva ancora, ma quello stesso anelito di libertà, quell’inquietudine creativa, quell’amore viscerale per la lettura e la scrittura che animavano le sue opere e i suoi pensieri, sarebbero stati la causa stessa della sua fucilazione.  El crimen fue en Granada, ¡en su Granada!, ci racconterà in seguito l’altro poeta e amico, Antonio Machado.

Ma lui continua a vivere nelle sue parole scritte, scelte con dedizione, che ci lasciano un messaggio solido e duraturo. Un messaggio da leggere, da condividere e trasmettere: Non di solo pane vive l’uomo. Io, se avessi fame e mi trovassi invalido e in mezzo ad una strada, non chiederei un pane; ma chiederei mezzo pane e un libro (p. 11). Mangiare libri, aprire gli occhi.

Edizione esaminata e brevi note

Federico García Lorca è senza dubbio uno dei poeti e drammaturghi eccellenti della letteratura spagnola del ventesimo secolo. Nato a Fuente Vaqueros (Granada) nel 1898, porterà sempre con sé lo spirito della sua terra, quel duende  che anima e vive tra le righe di tutte le sue opere. Pensiamo a Romancero Gitano o al Poema del Cante Jonto.

Trasferitosi a Madrid, il suo animo andaluso si arricchisce di nuovi slanci creativi, anche grazie all’amicizia stretta con alcuni nomi di indubbia genialità come Salvador Dalì, Luis Buñuel, Rafael Alberti, Pablo Neruda e Antonio Machado. Il viaggio negli Stati Uniti poi sarà un’altra tappa importante per lo sviluppo di una intensa sensibilità creativa, il cui frutto produttivo sarà la sofferta raccolta di poesie Poeta en Nueva York.

Agli albori della Seconda Repubblica, Lorca se ne farà sostenitore e portavoce, tanto da essere accusato di comunismo e massoneria ed essere fucilato senza processo per mano franchista nell’agosto 1936, all’inizio della Guerra Civile Spagnola.

Il suo corpo fu gettato in una fossa comune ed è andato perduto, anche se negli ultimi tempi un team di studiosi e di archeologi sostiene di sapere dove sia nascosto il corpo.

Tra le sue opere teatrali ricordiamo Bodas de sagre, Yerma e La casa de Bernerda Alba, specchio dell’antica simbologia e musicalità andaluse.

 

Lucilio Santoni è nato nel 1963. Vive a San Benedetto del Tronto. Lavora come operatore culturale e organizzatore di eventi letterari e teatrali. Libri pubblicati: L’infinito nella voce – Su poesia e psicoanalisi (Franco Angeli). Come traduttore: Moby Dick da Herman Melville (Marte), Libri e libertà da Federico García Lorca (Galaad).

Marina Rivera, autrice, grafica ed illustratrice, ha curato progetti per bambini nell’ambito della comunicazione ambientale, sociale ed editoriale; svolge un’intensa attività di didattica per le scuole, biblioteche, centri culturali e librerie per ragazzi in Italia e Argentina, per trasmettere ai bambini i valori ed il rispetto per l’ambiente, l’intercultura, i diritti dell’infanzia.

Federico García Lorca, Libri, Libri! Discorso al paese di Fuente Vaqueros, Roma, edizioni Estemporanee 2014. A cura di Lucilio Santoni. Illustrazioni di Marina Rivera