Risultati della Ricerca: Montanelli Indro

Travaglio Marco

Indro: il 900

“Una sera andai a cena a Bagutta e intorno a me si creò il vuoto: vecchi amici (almeno tali li credevo) voltavano la faccia dall’altra per non salutarmi, facevano finta di non vedermi o di non conoscermi […] E il bello è che oggi quei signori stanno tutti con Berlusconi. Danno lezioni di anticomunismo: bella forza, oggi che non si rischia più nulla” (pp.198). “Se penso che la destra è Berlusconi, ho sbagliato tutto nella vita. Io sono un liberale, ma non come lui. Io sono un cornuto della destra. Ho sposato una moglie puttana sposando la destra, questa è la verità” (pp.282). Queste parole, scelte...CONTINUA...

Di Paolo Paolo

Tutte le speranze. Montanelli raccontato da chi non c’era

Indro Montanelli non è stato soltanto un giornalista e scrittore molto prolifico. Su di lui e sulle sue avventure di inviato speciale è stato pubblicato molto: per lo più biografie, alcune riuscite come quella di Marcello Staglieno, altre meno come quella di Paolo Granzotto; ed inoltre alcuni omaggi -  in realtà spesso autentiche mistificazioni della sua personalità –  ovvero quasi dei diari di vita  che volevano raccontare cosa significava, soprattutto negli anni ’70 e ’80, appartenere al “partito di Montanelli”. “Tutte le speranze” di Paolo Di Paolo, che già per Rizzoli  aveva curato i montanelliani...CONTINUA...

Travaglio Marco

Montanelli e il cavaliere

Certo, per un direttore di giornale, avere sottomano un Travaglio, che su qualsiasi protagonista, comprimario e figurante della vita politica italiana è pronto a fornirti su due piedi una istruttoria rifinita nel minimo dettaglio è un bel conforto. Ma anche una bella inquietudine. Il giorno in cui gli chiesi se in quel suo archivio, in cui non consente a nessuno di ficcare il naso, ci fosse anche un fascicolo intitolato al mio nome, Marco cambiò discorso" (dalla prefazione di I.M. al "Il pollaio delle libertà" - Vallecchi 1995). Su una cosa sia gli estimatori che i detrattori di Marco Travaglio...CONTINUA...

Berti Carlo, Davigo Piercamillo

Corruzione. Società e politica dall’Italia alla Nuova Zelanda

Indro Montanelli, quando ormai era giunto al termine della sua vita, più pessimista che mai, scrisse che “la corruzione non ci deriva da questo o quel regime o da queste o quelle regole, di cui battiamo, inutilmente, ogni primato di produzione. Ci deriva da qualche virus annidato nel nostro sangue e di cui non abbiamo mai trovato il vaccino. Tutto in Italia ne viene regolarmente contaminato”. “Virus” che, proprio perché fenomeno multiforme e quindi di difficile definizione, viene raccontato da CONTINUA...

Travaglio Marco

Il Santo

“Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli”. Così la pensava Erasmo da Rotterdam circa sei secoli fa. E fin qui niente di strano; anzi. Ai nostri giorni semmai il problema che si è posto Marco Travaglio – e molti di noi, non precisamente simpatizzanti del defunto Silvio Berlusconi – è proprio l’auspicata imitazione di un personaggio che, malgrado appunto l’attuale santificazione, non si può proprio definire un “santo”. È evidente che ancora oggi ci sono tanti italiani che considerano S.B. un esempio di rettitudine e di buongoverno, come altrettanti aderiscono all’idea di Montanelli “è un...CONTINUA...

Ceri Paolo

Gli italiani spiegati da Berlusconi

Avete presente la sindrome Dunning-Krueger e quanto sia diffusa? Ebbene, a quanto pare, in Italia ci sono innumerevoli persone affette da altre sindromi, alcune delle quali producono effetti apparentemente e specularmente contrari: c’è chi va fiero di non sapere nulla oppure fa finta di non sapere nulla di quello che accade intorno a noi. Ancora ci sono coloro affetti da disturbo di fantasia compulsiva (“chi ne soffre è portato costantemente a creare fantasie e immedesimazione con personaggi famosi o trame di film e fiction”), oppure dal cosiddetto "effetto Mandela”, sostanzialmente una distorsione...CONTINUA...

Travaglio Marco

Bugiardi senza gloria

“Travaglio semina odio e violenza”: così parlò Matteo Renzi, il capo di un piccolo partito ultimamente  ribattezzato “Italia Saudita”. Adesso poi con la pubblicazione di “Bugiardi senza gloria” non osiamo pensare cosa potrebbe accadere. Di sicuro il libro, anche senza averlo letto, farà imbestialire i tanti rivali di Travaglio. In effetti conosciamo bene la sua fama di spietato “giustizialista” che lo contrappone ai tanti giornalisti “garantisti” dei più noti quotidiani. Usiamo le virgolette perché in questo campo le definizioni sono le più varie: c’è chi considera il giustizialista un feroce...CONTINUA...

Montanelli Indro

Una Voce poco fa

“Quando – con un gruppo di animosi compagni di lavoro che non volevano restare al Giornale, ormai avviato a diventare un organo di partito – fondai la Voce, non avevo la pretesa di mettermi in concorrenza con quella di Prezzolini che, nella storia della cultura italiana, rappresentò una svolta tra le più decisive. Di Prezzolini – a parte la filiale amicizia che a lui mi legò – credo di aver ereditato parecchie cose, e innanzitutto quello che Gramsci chiamò, evidentemente condividendolo, il pessimismo della ragione. Ma non quello dell’azione. Che la borghesia italiana, dato il suo livello culturale...CONTINUA...

Montanelli Indro

Io e il duce

“Io ho dei rancori verso il regime e  il suo Duce. Non per i guai che mi hanno procurato, sebbene piuttosto pesanti. Ma per lo sperpero che essi hanno fatto di quel patrimonio di speranze che io e tanti altri giovani della mia generazione ci avevamo investito. Quando mi ritroverò a tuppertù col fascismo sul piano storico, spero che riuscirò a superare questo stato d’animo. Ma lo spero soltanto” (pp.121). Così Indro Montanelli, sul Corriere della Sera del lontano 29 dicembre 1968, rispondendo all’ex gerarca Carlo Sforza, autore del libro “La Notte del Gran Consiglio”. Un esempio piuttosto significativo...CONTINUA...

Scanzi Andrea

Renzusconi

Erano gli anni del berlusconismo trionfante e Montanelli raccontava a Tiziana Abate vicende note e meno note della sua lunga vita: «Il fatidico 10 giugno del 1940 in Piazza Venezia c’ero anch’io, in compagnia di Pannunzio. Il discorso di Mussolini fu uno dei più brutti che abbia mai pronunciato. Tutto vi suonava falso. E non meno fasulle le ovazioni che gli tributò la piazza […] Improvvisamente Pannunzio, uomo solitamente così misurato da essere giudicato insensibile, sbottò: ‘I più vigliacchi siamo io e te. Perché se nel momento in cui diceva: “Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della...CONTINUA...