Categoria:
Adelphi
Anche quest'inverno una serie di consigli di lettura da parte di alcune persone della redazione. Buone letture!
Francesco Ricapito
Witold Szablowski, Come sfamare un dittatore, traduzione di Marzena Borejczuk, Keller editore
Una raccolta di storie intorno ai cuochi di alcuni dei più famosi dittatori del secolo scorso. Un'interessante collezione di ricette, aneddoti...CONTINUA...
Ha scritto pochissimi libri Inès Cagnati. E non è detto che sia un male, soprattutto quando si vuole ottenere e raccontare l'essenziale. "Génie la matta", uscito da poco per Adelphi, è il secondo romanzo della Cagnati, pubblicato in Francia nel 1976. Nell'intervista a Inès Cagnati di Laurence Paton, in coda al romanzo, si legge quella che, a mio avviso, è la ragione profonda...CONTINUA...
È deceduto nella notte Roberto Calasso, una delle persone più importanti e fondamentali del panorama editoriale italiano dell'ultimo mezzo secolo con la "sua" casa editrice Adelphi. Sono in uscita in questi giorni i suoi ultimi libri: Memè Scianca e Bobi...CONTINUA...
L'estate è appena cominciata e ecco qualche consiglio di lettura da parte di alcune persone della redazione per passare il tempo piacevolmente, ovunque voi siate. Tanti libri e molta varietà, tra romanzi e racconti, saggi e poesie, immersioni nella Storia e nelle storie, nei miti, nelle vite vissute o inventate, con la finzione che racconta la realtà, la realtà che ispira la finzione, e l'immaginazione che fa da legante.
Francesco Ricapito
Nelson George, Il Cuore...CONTINUA...
Frequento il laboratorio creativo di Derek Walcott da quando vinse il Nobel nel lontano 1992. Avevo sedici anni e riconoscevo in lui un faro per i miei primi impetuosi, caotici, furiosi, eroici tentativi poetici. Il suo libro di allora, un meraviglioso Adelphi, negli anni in cui questa casa editrice mi apriva continuamente orizzonti inesauribili di conoscenza, s’intitolava “Mappa del Nuovo Mondo”. Divenne ben presto per me un breviario, un libro che mi seguì per giorni come un ‘ombra fedele e fatale.
Da allora...CONTINUA...
C’è stata un’epoca editoriale in cui l’esordio portava con sé una sorta di aura o comunque di interesse vivace, giocato spesso anche in chiave promozionale. Penso a certi frangenti degli anni Novanta, per esempio, ricordati dagli addetti ai lavori come periodo particolarmente propizio agli esordi. Poi l’esordio quale categoria editoriale (o del marketing editoriale) sembra essersi spento o quantomeno assopito. Di recente qualcosa pare mutato, come sta cambiando per i racconti, che fino a poco tempo fa si ritenevano invendibili e che ora invece si ritengono vendibili (ossia mediamente poco vendibili)...CONTINUA...
Nell’anno fatale del 1968, mentre la società sembra esplodere nell’urto con nuovi linguaggi e nuove espressioni di un disagio crescente e illusoriamente creduto impossibile, all’incipit dell’era del consumo beato, Alberto Arbasino scrive questo romanzo - che uscirà l’anno dopo per Feltrinelli - che io leggo nell’ edizione Adelphi del 2001 - e che è già, tra le moltissime cose, l’arguta satira, la caricatura gioiosa, l’impietosa critica, l’elaborato sfottò, raffinato e super finto goliardico, di quegli anni violentemente inconsapevoli e per qualcuno formidabili. Crocevia di tutte le metamorfosi...CONTINUA...
Da lunedì a sabato, una settimana meno un giorno. Questo è l'arco temporale in cui si dipana la storia di "Uomini e cani". Un titolo che richiama, per una consonanza più che evidente, il celebre "Uomini e topi" di John Steinbeck. Il romanzo che ho letto è quello ripubblicato per Adelphi nel 2018 non quello originario di ISBN del 2007. Per l'edizione più recente, l'autore ha provveduto a compiere un lavoro di restyling che, onestamente, non so quanto abbia stravolto la prima versione di "Uomini e cani". Ciò che so è che mi sono ritrovata immersa nelle descrizioni tracimanti e sanguigne di...CONTINUA...
Nomi ha sedici anni, la faccia che ogni tanto le fa male, metà famiglia sparita senza fare un fiato e un padre che si ostina a indossare la cravatta in ogni circostanza. Nomi vive in Canada, in un posto dimenticato dal Signore, proprio come capita di solito a chi nasce mennonita. "Per quel che ne so, è la sottosetta più sfigata a cui si possa appartenere a sedici anni. Cinquecento anni fa, in Europa, un tizio di nome Menno Simons si è messo di buzzo buono per inventarsi una religione tutta sua e lui e i suoi seguaci olandesi polacchi e russi sono stati ammazzati di botte o costretti a conformarsi...CONTINUA...
Eccoci alle festività natalizie e al solstizio d'inverno, quale migliore occasione per una lista di libri tra cui scegliere le prossime letture? C'è solo l'imbarazzo della scelta, tra romanzi, racconti, saggi storici, graphic novel, poesia, classici e uscite recenti: lasciatevi andare alla curiosità.
Maria Tortora:
1. Evgenija Jaroslavskaja-Markon, “La ribelle”, Traduzione di S. Sichel. Guanda...CONTINUA...
Follow Us