Categoria:
Einaudi
Una pièce teatrale. Due soli personaggi ed un abile, intrigante gioco di identità. Perché, come Vargas Llosa vuole farci intendere, chiunque può essere chiunque e, soprattutto, chiunque può immaginare di essere chiunque.
Londra. Prestigioso hotel cittadino. Chisaps, un ricco uomo d’affari peruviano, è nella sua stanza. Apre la porta ad una donna. Lei è Raquel. Dice di essere la sorella di Pirulo Saavedra. Una donna piacente ed affascinante che giunge improvvisamente: Ho visto sul Financial Times che eri qui, per questa riunione. E all’improvviso ho avuto voglia di vederti, di ascoltare la...CONTINUA...
Noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è altro mezzo per essere qui. Nulla a che fare con la disobbedienza. Nulla a che fare con la grazia o la salvezza o la redenzione. E’ in ognuno di noi. Insita. Inerente. Qualificante. La macchia che esiste prima del suo segno. La macchia che precede la disobbedienza, che comprende la disobbedienza e frustra ogni spiegazione e ogni comprensione. Ecco perché ogni purificazione è uno scherzo. Uno scherzo crudele, se è per questo. La fantasia della purezza è terrificante...CONTINUA...
Nell’accensione dei colori della riviera francese, a mezzogiorno, una giovane attrice americana, Rosemary Hoyt, si reca alla spiaggia, luogo elegante, riservato a pochi negli anni Venti.
Rosemary è bella e fresca, ancora “coperta di rugiada” e ha compiuto un viaggio in Italia accompagnata dalla madre, una donna scaltra che, rimasta vedova per due volte, si è dedicata all’educazione e alla tutela della figlia.
Rosemary incontra due gruppi di americani, ma è attratta soprattutto da un uomo dai capelli rossi e gli...CONTINUA...
Premessa: prediligo la sintesi. Ritengo che sia una peculiarità indispensabile, in letteratura soprattutto. Forse è un mio limite, ma preferisco si dica molto con poche parole. “Domani nella battaglia pensa a me” è stata una delle letture più pesanti e noiose che abbia mai fatto. Un libro che si adora o si detesta, a quanto pare. Io appartengo alla seconda categoria.
Una donna muore tra le braccia di un uomo che non è suo marito. Lo sappiamo da subito. Bastano le primissime righe a descrivere il fatto. Eppure Marías occupa decine di pagine per descrivere l’evento. Un morboso circolare a vuoto...CONTINUA...
“Sussurrai una parola e non era Papà e non era TraPassato. Era una via di mezzo tra le due. Per un istante pensai che non poteva essere che Papà fosse morto. Era ancora così reale nella mia testa che riuscivo a sentire il suo odore e udire la sua voce ma è anche vero che una volta tutti sono stati reali come Papà persino l’Imperatore Nerone o Giulio Cesare o Alessandro il Grande dovevano aver starnutito e fatto un salto nel letto e adesso non erano più niente. Poi guardai il vaso di metallo per i fiori vicino alla tomba di Papà con dei fiorellini in cima come...CONTINUA...
El pan ed sèira, l’è bon admàn. Il pane di ieri è buono domani.
Proviene un grande senso di pace – lo stesso che si respira a Bose – da queste pagine di Enzo Bianchi, che della Comunità Monastica di Bose è il priore e il fondatore.
È come se padre Enzo invitasse alla sua tavola i lettori e raccontasse loro, con la sua voce profonda, i ricordi della sua infanzia e giovinezza, dei suoi genitori, delle persone più significative per la sua formazione, condividendo così una sua dimensione più familiare e intima....CONTINUA...
Dopo sette figlie femmine, un padre marocchino decide che l’ottava creatura che sua moglie metterà al mondo sarà un maschio. Indipendentemente da tutto. E così è. L’ottava creatura è anch’essa una femmina, ma viene chiamata Mohamed Ahmed ed è un maschio. Solo suo padre, sua madre e la levatrice sanno la verità. Con la nascita di Ahmed, suo padre, ormai prossimo alla vecchiaia, ha finalmente un erede che si occuperà delle ricchezze di famiglia, di sua madre, delle sue sette sorelle e, soprattutto, sarà capace di restituire l’onore ad un uomo che, fino a quel momento, aveva generato solo delle inutili...CONTINUA...
Due donne: una madre, Etelka, e sua figlia, Iza. Una morte, quella di Vince, marito di Etelka e padre di Iza, che apre la vicenda e la costella. Dopo la scomparsa dell’uomo, Iza vuole che sua madre vada a vivere con lei a Pest, la capitale. Il suo appartamento è di sicuro più comodo, caldo, ospitale della casa di paese dove la vecchia viveva con suo marito. Iza è una donna medico, assolutamente affidabile, professionale ed attenta. Etelka si fida di sua figlia e a lei si rimette completamente tanto che, spesso, i ruoli sembrano capovolti: Iza si comporta come fosse la madre di sua madre.
Una...CONTINUA...
Un racconto. Tra i più interessanti di Yehoshua. “Tre giorni e un bambino” è stato scritto nel 1965. Tre giorni sono quelli in cui un giovane laureando in matematica, Ze’ev, si impegna a tenere con sé un bambino, il figlio di Haya, la donna di cui, nonostante il tempo e gli eventi, rimane innamorato. Ze’ev lavora come insegnante a Gerusalemme, vive in un appartamento con Yael, compagna perennemente impegnata nei suoi studi di botanica, e che non ama: tra noi non c’è amore, ci comprendiamo a meraviglia. […] I nostri sguardi si incontrano e passiamo subito oltre. Tanta è la...CONTINUA...
“Passione in tre atti”. Questo il sottotitolo del libro di Yehoshua. Gli atti di una “passione” che si fa viaggio, espiazione e pellegrinaggio esistenziale.
La vicenda muove dal senso di colpa. Gerusalemme. In un giornale locale sta per uscire un articolo in cui si accusano i responsabili di una grande azienda di mancanza di umanità: il cadavere di una donna, deceduta a seguito di un attentato kamikaze, priva di documenti, a parte il cedolino aziendale, è abbandonato nell’obitorio dell’ospedale da alcuni giorni senza che nessuno, sul luogo di lavoro, si sia accorto della sua assenza.
L’anziano...CONTINUA...
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