Categoria:
letteratura italiana
“Fu la fedeltà alle narrazioni ascoltate a casa a portarla in mezzo agli scomposti anni Settanta, con un bagaglio di pochissime, incrollabili certezze: bisognava essere diversi. Aspettava l’ingresso al liceo come fosse un lasciapassare per la politica vera, quella dei ragazzi che aveva visto in piazza, quella degli slogan gridati nei megafoni, quella che ai suoi compagni di scuola media non interessava, quella che interessava solo a lei e a pochi altri, che lei s’immaginava come migliori, avvolti da un’aureola di eroismo, solo perché non scappavano davanti...CONTINUA...
“Restai qualche minuto a guardare i faldoni consunti del mio archivio. Poi pescai il primo fascicolo. Buttai giù le compresse con un sorso di caffè. Regolai l’inclinazione del monitor in modo che la luminosità non mi infastidisse troppo. E iniziai a scrivere” (pag. 13). “La fuga”, il primo dei ventisette brevissimi racconti pubblicati da Miky Marrocco, rappresenta una sorta di prologo nel quale appare uno psichiatra ormai prossimo alla follia (lo rivediamo forse nel conclusivo “La cura”), e il farmaco Nicovid. Da qui un susseguirsi di storie allucinate nelle quali lo psichiatra “rivive le nevrosi...CONTINUA...
“Il primo cittadino di una delle più importanti città d’arte del nostro paese ha recentemente trivellato gli affreschi cinquecenteschi che ornano la più grande sala civica del suo palazzo comunale per tentare di trovare un capolavoro perduto che possa alimentare il suo mito personale, e diventare il feticcio di un super-marketing turistico. Matteo Renzi lo ha fatto contro ogni evidenza scientifica, calpestando il metodo e la comunità della conoscenza, usando il patrimonio storico e artistico come una clava, aggredendo e denigrando i dissenzienti. Ma, in tutto questo, la violenza mediatica è l’unica...CONTINUA...
“Istruzioni per l’uso del futuro” segue a distanza di un anno “Le pietre e il popolo” e ne rappresenta in qualche modo il suo naturale completamento: prima il pamphlet e la cronaca di come la politica abbia massacrato la stessa idea di patrimonio culturale, ed adesso un libro che, sempre con bello stile e sempre raccontando di recenti scempi italiani, si svela ancor più propositivo, come una sorta “alfabeto civile”, o meglio come un abbecedario dalla “A” di Ambiente alla “Z” di Zenit, con cui Tomaso Montanari ci invita “a una vera rivoluzione non soltanto contro chi saccheggia le biblioteche o...CONTINUA...
È il 1972 ma, in quella cascina che si trova tra l'Adige e il Po, pare almeno un secolo prima. Nasce Caterina in quell'anno, proprio nella notte dei buoni auspici: il 10 agosto, San Lorenzo. Per ironia, però, Caterina di buone stelle pare non averne. È nata femmina e di per sé è già una disgrazia. Se si nasce femmine in un mondo rimasto impigliato nel passato dove conta solo la terra e la fatica che serve a lavorarla è normale essere considerate una sventura. Servono maschi, braccia da convertire appena possibile al lavoro. Nella famiglia di Caterina di maschi ce ne sono diversi: c'è un padre,...CONTINUA...
“In questa valle che abbiamo presidiato per anni sono finite per confluire tutte le paure scese dai monti: stupri, massacri, mezze verità che insinuano nella loro testa il dubbio che quella fila sarà l'ultimo posto dove vedranno i loro uomini.” (pag. 162)
Leggere Come fossi solo, romanzo d'esordio del toscano Marco Magini...CONTINUA...
Coloro che hanno una qualche frequentazione col cosiddetto “giallo” ad enigma sanno in genere come funziona: un delitto, magari in una camera chiusa o comunque in condizioni apparentemente impossibili, l’intervento di un investigatore, a volte geniale, a volte solo fortunato ed improvvisato, un’inchiesta dove diversi personaggi sono messi sotto torchio, ed infine, dopo aver sistemato per bene tutti i pezzi del mosaico, la scoperta dell’assassino. Diverso discorso nel cosiddetto “noir”, dove, pur rimanendo in piedi il meccanismo del colpo di scena, difficilmente troveremo il ristabilimento dell’equilibrio...CONTINUA...
"Ha senso ricordare così?". In questa semplice domanda si potrebbe racchiudere il senso del pamphlet di Elena Loewenthal, "Contro il Giorno della Memoria". Il titolo del libricino, a dire il vero, è fin troppo provocatorio ed estremo rispetto al suo contenuto. Certo, la Loewenthal compie analisi piuttosto severe, ma le sfumature del suo essere contro il Giorno della Memoria (o GdM) sono un po' più morbide e sottili di quanto si potrebbe pensare. Nonostante il senso e il titolo, "Contro il Giorno della Memoria" è uscito proprio a ridosso del Giorno della Memoria del 2014. Un'operazione editoriale...CONTINUA...
Prima di entrare nella Risiera di S. Sabba sono stata costretta a fermarmi. In alto, a destra e a sinistra, i due alti muri grigi in cemento armato. Non potevo accedere a quel luogo come in qualsiasi altro. No. Ho dovuto rallentare e respirare e pensare. Stavo per entrare nell'unico campo di sterminio esistente in Italia. Stavo per guardare ciò che resta di un mondo che per diverse migliaia di persone ha rappresentato la distruzione allo stato puro. Ed è in quel cortile, tra quelle mura nude e rossicce, in quell'enorme spazio che è chiamato "La sala...CONTINUA...
Bert è Bertolt Brecht. Il Mago è Thomas Mann. Sembra piuttosto arduo associare due artisti tanto diversi (se non addirittura ostili), eppure Pasanisi ha avuto l'intuito e la scaltrezza letteraria di creare per loro una biografia in parallelo. Lavoro magistrale e puntiglioso. Risultato evidente di letture amate e sedimentate nel tempo e del palese talento dell'autore: elementi che si manifestano luminosi nelle cinquecento e più pagine di "Bert e il Mago". Una lettura che mescola la vita all'arte ed entrambe alla storia. Un'opera notevole e di ragguardevole interesse che prende il via dal fatidico...CONTINUA...
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