Davigo Piercamillo

Il sistema della corruzione

Piercamillo Davigo, al momento di lasciare l’incarico di Presidente dell’ANM, ha affermato che negli ultimi dodici mesi “un capitolo drammatico è stata l’interlocuzione con la politica, per la loro totale inaffidabilità: sono arrivati a stracciare un accordo scritto senza rendersi conto che così stracciavano la loro credibilità. Discutere con interlocutori inaffidabili è difficile. Non sanno quello che fanno”. Di questa inaffidabilità, ed anche di una crassa ignoranza e di una protervia che sfiora il ridicolo, possiamo leggere nell’ultimo libro del magistrato, riflessione puntuale su un sistema criminale che nel tempo, proprio dopo i cedimenti dei primi anni ’90 (crisi economica, torta da...CONTINUA...

Pariani Laura

Questo viaggio chiamavamo amore

"Un fauno insaccato in quei miseri panni di fustagno, o un altro essere così, tra divino e ferino…". È così che Emilio Cecchi, che conobbe Campana di persona, descrive il poeta di Marradi. Un poeta su cui è stato scritto e detto molto e su cui si continuerà a scrivere e dire ancora molto. Perché la seduzione di certa poesia e certe esistenze tormentate non smetterà di grondare incanto. Laura Pariani ha scelto di far parlare l'ultimo Campana, quello semi dimenticato in un manicomio toscano. Un Campana che ha già dismesso se stesso e i versi scritti e poi riscritti perché smarriti da Soffici per chissà quale negligenza. È un Campana...CONTINUA...

Dedola Rossana

Grazia Deledda

I luoghi gli amori le opere "Ho vissuto coi venti, coi boschi, con le montagne; ho guardato per giorni, mesi, anni il lento svolgersi delle nubi, sul cielo sardo; ho mille volte appoggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l'acqua corrente; ho visto l'alba, il tramonto, il sorgere della luna nell'immensa solitudine delle montagne; ho ascoltato le musiche tradizionali, le fiabe e i discorsi del popolo e così si è formata la mia arte, come una canzone, un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo". (Grazia...CONTINUA...

Ricapito Francesco

Reportage Dal Senegal: Il Villaggio Di Sokone

La N5 è una delle sette strade nazionali senegalesi e collega la città di Kaolack, capoluogo dell’omonima regione, a Bignona, in Casamance, passando per il Gambia: questa è la nazione più piccola dell’Africa continentale e se guardate una mappa sarà probabilmente la prima cosa che noterete, un cuneo stretto e lungo che taglia in due il Senegal e che dà quasi fastidio alla vista. Sokone si trova a 40 chilometri a nord del confine e a 50 chilometri da Kaolack. Il villaggio conta circa 12.000 abitanti e come molti altri...CONTINUA...

Pascoletti Matteo

I giorni della nepente

“«Ascoltate! Anche adesso la stoltezza vi serra le palpebre, mentre desiderate secondo il dettame della merce! Ma è la città stessa che soccombe al Sommo Tempio, convinta che saranno sempre altri a cadere nell’abisso, e folle concima la Nepente, fino algiorno in cui ne sarà divorata. In verità vi dico: chi vive da insetto morirà da insetto»” (pag. 25) I giorni della nepente è l'opera d'esordio di Matteo Pascoletti, uscita per effequ nel 2015. La trama, il cui innesco...CONTINUA...

Macioci Enrico

Lettera d’amore allo yeti

Lettera d’amore allo yeti di Enrico Macioci è un romanzo diverso dalla maggior parte delle opere che si trovano in circolazione. La scelta dell’autore è stata quella di comporre una storia che modulasse non solo tra diversi generi letterari, ma tra vari stati mentali ed emozionali. La struttura è, per così dire, a chiasmo, perché la prima parte, più in linea con la narrativa realistica, è dominata da una condizione psicologica media di shock/turbamento (un padre, Riccardo, e un figlio di sei anni, Nicola, in vacanza a Colombaia, una località di mare, dopo che l’autunno...CONTINUA...

Cocchi Michele

La cosa giusta

La cosa giusta, primo romanzo di Michele Cocchi, è, in sintesi, la storia di alcune persone che cercano di fare “la cosa giusta”. O meglio, che cercano di fare ciò che loro pensano sia “la cosa giusta”. “- Non credo sia la cosa giusta. - Forse dovresti far decidere agli altri cosa è giusto e cosa non lo è.” (pag. 105) “- Questo non è giusto – disse Gabriele avvicinandosi. - Cos’è che non è giusto? - Quello che stai facendo. La ragazza lo guardò. - Cosa ne sai tu di cosa è giusto e cosa no?” (pag. 211) Il paesaggio: l’Appennino...CONTINUA...

Giusti Gianluca

La mente non oscura

Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà? (Lana e Lilly Wachowski, “The Matrix”; Stati Uniti, 1999) Sono passati diciotto anni dall’uscita nelle sale cinematografiche del film cult “The Matrix”, eppure il ricordo di Neo e della sua assurda realtà virtuale ritorna spesso, per esempio quando si parla di verità nascoste. È proprio così, come una nuova versione dell’ignaro Neo, che mi sono sentita una volta terminata la lettura de “La mente non oscura”...CONTINUA...

Quiroga Horacio

L’aldilà

“Nella vita l’amore può non essere necessario, ma è indispensabile per poter bussare alle porte dell’aldilà. Se avessi ucciso per amore, la mia creatura sarebbe ora su quel divano, viva ho e palpitante. Ma ho ucciso senza amore, solo per l’ambizione di creare una vita, ottenendone solo il più rozzo simulacro: uno scheletro” (pp.47). Così don Guillen de Orzúa y Rosales nel racconto “Il vampiro”. Affermazioni di un personaggio ormai prossimo ad abbandonare questa vita ed anche sintesi di quanto possiamo leggere nell’opera dell’ecuadoregno Horacio Quiroga: morte, amore e follia. Pensiamo anche al racconto “L’aldilà”: transitorio rifugio per due giovanissimi amanti suicidi – ancora una variazione...CONTINUA...

Conte Benedetto

Il ferro e le muse

Della Sicilia possono parlare solo i Siciliani? È la domanda che inevitabilmente sorge al termine di una lettura intensa, talvolta aspra come certi tratturi di riserve naturali che attraversano questa terra dai forti contrasti, quella che Enzo Biagi definì in un suo pezzo degli anni Novanta “l’isola degli italiani esagerati”. Il siciliano Benedetto Conte, musicista sedotto dalla letteratura (a proposito di muse) racconta il lato peggiore dei suoi luoghi d’origine, quasi a voler far pace una volta per tutte con il loro volto meno splendente, con una “colpa” atavica e radicata che ha incatenato e tuttora lega ogni aspetto della società, perfino nelle sue manifestazioni più sincere e schiette...CONTINUA...