Categoria: letteratura italiana

Loy Rosetta

La parola ebreo

La parola "ebreo" entra per la prima volta nella vita di Rosetta Loy quando lei è una bimba di pochi anni. Da un appartamento al di là di Via Flaminia numero 21, dove vive, è in corso una festa. Un battesimo? Chiede ad Annemarie, la sua Fräulein. No, in quella casa festeggiano una circoncisione perché sono ebrei. "Anche la signora Della Seta è ebrea. Abita accanto a noi: è vecchia, così almeno sembra a me. Quando sono malata viene a trovarmi, io ho la febbre e il mio corpo scompare nel grande letto matrimoniale in camera della mamma. La signora Della Seta ha i capelli grigi raccolti in una retina...CONTINUA...

Timpano Daniele

Storia cadaverica d’Italia. Dux in scatola. Risorgimento pop. Aldo morto

C’è un certo consenso di critica attorno a Daniele Timpano e alla sua “Storia cadaverica d’Italia”, trilogia di testi teatrali (“Dux in scatola”, “Risorgimento pop” e “Aldo morto”) in cui l’autore-attore romano mette in scena un tris di cadaveri-monumento (quelli di Mazzini, Mussolini e Moro) a simboleggiare la nostra identità nazionale nata morta. Anche le accuse di apologia di fascismo piovute sul suo “Dux in scatola” all’epoca della sua presentazione al Premio Scenario del 2006 sono presto rientrate quando ai critici è apparso chiaro che la vera vocazione di Timpano non è quella di una rinarrazione...CONTINUA...

Ghelli Simone

Voi, onesti farabutti

Non mi è facile scrivere di questo libro perché è un libro che ho sentito molto vicino, nella lettura, e la vicinanza porta coinvolgimento, e questo non sempre è positivo quando mi metto a scrivere riguardo qualcosa che ho letto, o visto, o ascoltato. Si parte da sensazioni positive: il ritrovarsi in una storia, in un personaggio, in una sorta di sentire comune nonostante le differenze non da poco. Ci sono anche le similitudini non da poco, visto che l'autore è un toscano, come me, degli anni '70, come me, quindi abbiamo vissuto gli stessi anni avendo più o meno la stessa età. Scendendo nel dettaglio...CONTINUA...

Ronchey Silvia

Ipazia. La vera storia

Chi si aspettasse di leggere in "Ipazia. La vera storia" il romantico racconto di Ipazia e della sua tragica morte sbaglierebbe di grosso. Il libro della Ronchey è un saggio: analitico, documentale, storiografico, filologico. La nota bizantinista, infatti, attraverso questa opera, permette di recuperare, sfruttando le fonti antiche e i dati che è stata in grado di consultare e studiare, la verità su Ipazia e di restituirci una versione più cristallina e credibile del suo mito. Perché la figura di Ipazia, "matematica e astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica...CONTINUA...

Gori Leonardo

Danza macabra

Bisogna subito chiarire che “Danza macabra”, l’ultima opera di Leonardo Gori, pubblicata nel 2012, è proprio un racconto e neanche definibile come racconto lungo o romanzo breve. Dimensioni quindi coerenti per essere inserito nella nuova collana “Smart” della Felici editore, così presentata: “per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare al piacere di una buona lettura. Una sorta di libri in tasca da tirare fuori in ogni momento della giornata”. Qualcosa che potrebbe ricordare le Millelire di Marcello Baraghini. In realtà di mille lire c’è poco e difatti la critica comune nelle ormai numerose recensioni...CONTINUA...

Cassarubea Giuseppe, Cereghino Mario Josè

La scomparsa di Salvatore Giuliano

La morte di Salvatore Giuliano, in considerazione che nel 2010 i pubblici ministeri palermitani su iniziativa di Casarrubea e Cereghino hanno permesso di riaprire la bara del bandito, credo sia giustamente definibile come un cold case all’italiana. Atmosfera da cold case confermata in pieno da quando ci si è accorti della sparizione del fascicolo contenente i risultati dell'autopsia sul cadavere di Giuliano. “Di sicuro c’è solo che è morto”  è la frase ad effetto di Tommaso Besozzi, il giornalista dell’Europeo, pronunciata all’indomani di quel 5 luglio 1950 e riportata ogni volta che si tornava...CONTINUA...

De Mauro Tullio

Parole di giorni lontani

"Parole di giorni lontani", come spiega nella Premessa lo stesso Tullio De Mauro, è una "autobiografia linguistica". Attraverso questo breve e vivace libro, infatti, l'illustre linguista ed italianista ricorda le sue prime esperienze e i suoi primi contatti con le parole, con la lingua italiana e con i suoi possibili significati. "E ho cominciato anch'io, sull'esempio di Alberto [Asor Rosa], a raccogliere appunti, appunti, nel mio caso, delle memorie dei miei primi anni di inciampi, scacchi e, talvolta, vittorie sulla lunga strada dell'apprendimento e della comprensione delle parole. Così per...CONTINUA...

Dragoni Gianni

Banchieri & compari

“Banchieri & compari” è uno di quei libri che, visto l’argomento, ti obbligano in qualche modo ad una premessa. In questo caso le banche – lo sappiamo – sono da sempre obiettivi dei complottisti e dell’antagonismo politico di ogni colore. In realtà, e proprio “Banchieri & compari” lo dimostra, non è necessario immaginarsi chissà quale trama oscura od essere affiliati a qualche partito estremo per rendersi conto di quanto gli istituti di credito abbiano malamente condizionato l’economia e di come abbiano imbastito certi affari sporchi. Lo stesso autore, Gianni Dragoni, non ha nulla a che...CONTINUA...

Tinti Bruno

La rivoluzione delle tasse

Bruno Tinti l’avevamo già conosciuto con “Toghe rotte” e “La questione immorale”, sempre editi da Chiarelettere, e da un po’ di tempo lo aspettavamo alle prese con la materia alla quale aveva dedicato gran parte della sua carriera di magistrato: le tasse. Il lettore non deve però temere: se è vero che il diritto tributario italiano, come del resto tutto il diritto, volutamente scritto con i piedi, è qualcosa che può apparire roba per iniziati, Tinti è sicuramente riuscito nell’impresa di farsi capire, al di là di avere o meno studiato codici e giurisprudenza. Per dirla in breve: un esempio riuscito...CONTINUA...

Corrias Pino, Travaglio Marco, Pezzini Renato

L’Illusionista

Potrei scrivervi di federalismo, di devolution, dei celti, del popolo padano, ma leggendo “L’Illusionista”, ovvero la storia vera di Umberto Bossi – non so perché e spero il Principe De Curtis mi perdonerà-  il pensiero è andato  in direzione del tutto diversa: “Totò truffa ’62” quando Antonio Peluffo, in compagnia del fido Camillo, vende la Fontana di Trevi ad uno sprovveduto italoamericano. Soltanto che nel film Peluffo, peraltro napoletano e non di origine celtica, alla fine restituisce il maltolto ai truffati, mentre nella nostra realtà italo-padana niente di tutto questo: i quattrini sono...CONTINUA...