Risi Paolo

La Notte Padana – intervista all’autore

L’esistenza di Greg Stefanoni, caporedattore vicario del quotidiano locale La Notte Padana, scorre monotona: il reporter si divide fra articoli su incidenti stradali e inaugurazioni, rate in scadenza e debiti affettivi.  La routine si spezza quando Greg viene incaricato di seguire il caso del “Serial killer della Provincia Intermedia”, e si ritrova di fronte quattro cadaveri accomunati dalla stessa firma, una croce formata da due rametti di nocciolo assemblati con un filo di ferro.  Le imprese di quell’assassino che ha scelto la Provincia Intermedia come teatro dell’orrore riaccendono in lui la...CONTINUA...

Tribuiani Giorgia

Superstar – intervista all’autrice

Sono passati cinque anni da quando i wrestler Hawk e Joe si sono fronteggiati in un incontro memorabile. Quel match ha designato la nascita di una stella, l'ascesa inarrestabile di un mito. Da allora nessuno è riuscito a sottrarre a Hawk la cintura da campione, la quale torna adesso a scintillare sotto agli occhi dello sconfitto, un'opportunità di correggere la sfortuna. E lo sa bene Giovanni che con il jobber, il perdente, ha in comune la possibilità di riscrivere la Storia. Con Superstar Giorgia Tribuiani percorre la via di una testualità aggressiva e assembla un racconto che fa del ritmo l'elemento portante...CONTINUA...

MAGLIANI MARINO

PENINSULARIO

Marino Magliani è per me uno dei più grandi amici e maestri, quindi prendete questa mia recensione come il segno non solo dell’apprezzamento di un lettore, ma della profonda comprensione della natura di un artista. Perché di questo dobbiamo parlare, riferendoci all’opera di questo scrittore figlio del mondo, e non solo della Liguria e dei tanti paesi, in Europa e fuori, in cui ha abitato e abita ancora (penso alla sua Olanda). Peninsulario, uscito da poco per Italo Svevo Edizioni con la prefazione di Filippo Tuena, è infatti una cartina tornasole...CONTINUA...

BARBINI TITO

Il treno non si fermò a Kiev

Leggere Il treno non si fermò a Kiev di Tito Barbini (I Libri di Mompracem - Betti Editrice, 2022) è un’esperienza autenticamente trasformativa. Grande viaggiatore e autore di reportage di viaggio da tutto il mondo – che avevo già conosciuto leggendo Il fabbricante di giocattoli (Arkadia Editore, 2021) –, con questo libro non ha solo realizzato un’opera densa di ricordi e significati legati al tema e allo svolgimento dei suoi viaggi...CONTINUA...

Manuel de Freitas

Poco allegretto – intervista al traduttore

La persona-poeta ha memoria, non solo propria ma anche sociale e storica, celebra il passato, fatto di relazioni amicali, occasionali o familiari, e ne ha nostalgia: in quest’ultima vive e ne scrive con l’intento di ricordare a noi tutti la fisionomia delle cose e dei fatti, del loro inizio e del loro destino, che in parte dipendono dal singolo; ogni azione deve essere commisurata alla memoria, non solo a quella individuale ma anche a quella collettiva: c’è un flusso temporale che non può essere evitato ma anzi va rispettato. Elemento ricorrente e sacro che, per quanto sembri assurdo, dà respiro ai versi, è la morte, essa accompagna il poeta fianco a fianco, di fatto è la sua onnipresente compagna...CONTINUA...

Simionel Andreea

Male a est – intervista all’autrice

Andreea Pavăl vive in Romania con la madre e la sorella. Il padre, invece, è emigrato a Torino per lavoro. Questa distanza riempie la vita delle tre donne, le cui giornate trascorrono al ritmo dell’assenza, dei messaggi da inviare, delle telefonate da fare, delle parole che si devono dire per mantenere il legame. Intanto a Andreea l’Italia arriva attraverso piccole istantanee, come una pubblicità: i programmi televisivi, i giocattoli, i pacchi che spedisce il padre. Fino a quando la famiglia non decide di trasferirsi a Torino, e quell’idea che si era fatta diventa una realtà molto più complessa. Male a est è un romanzo sulle conseguenze emotive dell’emigrazione, il racconto di una Romania...CONTINUA...

FORTI LAURA

Una casa in fiamme

Qualche volta la quarta di un libro è sfavillante: induce a un acquisto irrazionale, la cui irragionevolezza è comprovata spostando appena di poco lo sguardo più sotto o, come in questo caso, dentro il risvolto, sul prezzo di copertina. Qui, la quarta è forviante al contrario, perché banalizza, pur essendo un brano estrapolato dallo stesso romanzo. Probabilmente, la scelta dell’editor non è caduta sul brano giusto: non è il più significativo o il più pregnante. È vero, vi si accenna al palazzo che brucia, riecheggiando il titolo, ma ciò non basta a determinarne l’elezione. Il...CONTINUA...

Torossi Tevini Marina

Bluoceano. Appunti di viaggio – intervista all’autrice

"Arriviamo ad Aqaba. Il porto giordano ci accoglie col suo alto minareto e il canto del muezzin che chiama alla preghiera i fedeli. La giornata sarà per noi lunga e faticosa. Siamo stati già a Petra due anni fa, ma sarebbe un vero peccato restarcene in uno stabilimento balneare quando ci sono ancora mille sorprese tra quelle rocce rosa in mezzo alle gole e così nonostante gli Usa abbiano avuto la bella pensata di sganciare più di un centinaio di bombe sul suolo siriano dalle loro basi sul mar Rosso proprio la notte precedente al nostro arrivo decidiamo di avviarci verso Petra. La guida giordana che ci accompagna esordisce dicendo: “Noi siamo tutti siriani”, e poi dimostrando una cultura notevole...CONTINUA...

MANGANELLI LIETTA

Aspettando che l’inferno cominci a funzionare

Per me non è una cosa qualunque scrivere la recensione di un libro sulla vita del padre di un’autrice che, ai miei occhi, è prima di tutto un’amica e una mentore. Ancor più quando il di lei padre, che ho conosciuto tardi (ma non troppo, per fortuna) e in seguito ho letto e approfondito, anche se non ancora abbastanza, ha avuto, con almeno una delle sue opere – Discorso dell’ombra e dello stemma – un influsso determinante sulla mia sensibilità letteraria. Parlo naturalmente di Lietta e di Giorgio Manganelli, del quale Aspettando...CONTINUA...

Verde Carmen

Una minima infelicità

Anna viene chiamata Annetta perché non cresce come fanno le altre bambine della sua età. Nel mancato allungamento delle sue ossa c'è la cosciente e recepita volontà di non voler diventare grande. "Se ci vuole ostinazione per non crescere, io ne avevo anche troppa" si legge fin dall'inizio di "Una minima infelicità" di Carmen Verde. Non crescere vuol dire perseverare nell'essere figlia o, forse, il reiterato accanirsi nel riconoscersi "minima"...CONTINUA...