Categoria:
letteratura italiana
Nel 1997 fu pubblicato “La storia del futuro di Tangentopoli” di Ivan Cicconi, libro che a quanto pare divenne un cult tra gli stessi magistrati al tempo impegnati a scovare quei corrotti e corruttori che ancora proliferano senza freni nell’Italia delle P3 e delle P4. Così potevamo leggere quasi quindici anni fa: «Tangentopoli era un sistema, come tale aveva caratteri e meccanismi propri che consentivano la celebrazione di alcuni riti tangentizi, tre soprattutto: il Rito Ambrosiano e il Rito Emiliano. Nell’era di Mani Pulite si è colpito solo il Rito Ambrosiano [ndr: la tangente propriamente detta]»...CONTINUA...
“Eravamo dei radicali, nel senso etimologico del termine. Ci consideravamo apocalittici che si rifiutavano sistematicamente di farsi integrare in qualunque ordine. In noi pesavano molto il kulturpessimismus di Evola e Spengler, ma anche le teorie di George Sorel. Sindacalisti rivoluzionari da una parte, mistici cristiani dall’altra eravamo cattoanarchici di destra con visioni etico-sociali di estrema sinistra”. (p.60)
Questa testimonianza di un allora giovane Franco Cardini, oggi stimato – ma sempre orgogliosamente “non integrato” – storico...CONTINUA...
L’insigne francesista e teorico della letteratura Francesco Orlando ha dato alle stampe il suo unico romanzo a settantasei anni, poco prima di morire improvvisamente. Si tratta di un testo breve, ma intenso e curatissimo, con riferimenti letterari e musicali, che riflettono gli interessi e gli studi dell’Autore.
È una prosa pura, priva di dialoghi, molto introspettiva e che scende con accuratezza nei sentimenti dei due ragazzi...CONTINUA...
“Se, oltre ad avere un ministro dell'Interno padano, avessimo anche i magistrati padani, probabilmente in Padania la mafia non esisterebbe, perché la nostra magistratura, che è fatta tutta di ragazzi del sud coi loro burocrati del sud, è un autentico groviera di informazioni: come fa uno a denunciare un mafioso se il mafioso, dopo tre minuti, lo sa perché viene informato da qualcuno, dagli amici? Perché questi sono così: qualcuno sarà codardo, qualcuno sarà venduto, qualcuno semplicemente facilone... Poi il magistrato, quando tornerà dalle ferie, quando avrà voglia, quando penserà che, interverrà...CONTINUA...
La mostra “La famiglia de Chirico. I geni della pittura” (24 giugno – 24 settembre 2006) in quel del Museo Michetti di Francavilla al Mare dedicato, come intuibile, alle opere di Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e Ruggero Savinio, rappresenta la genesi di questo volume edito da Skira, tra catalogo e raccolta di brevi saggi. A quanto pare non era mai accaduto che le opere di tutti e tre gli autori, fratelli, padre e figlio, trovassero ospitalità in uno stesso luogo. L’occasione quindi per una riflessione e comparazione su tre protagonisti della storia artistica italiana che la curatrice Silvia...CONTINUA...
Anche noi siamo d’accordo con Francesco Merlo quando, nell’introduzione del libro, scrive che non ama i libri di giornalisti che ripropongono i propri articoli. Tant’è se questa raccolta di articoli è stata pubblicata “per ribadire con convinzione che la statura è probabilmente la cosa migliore che Brunetta ha, sicuramente la più simpatica”, non c’è poi troppo da rammaricarsene. Un’operazione editoriale anche un po’ furba, che rivela un Francesco Merlo abile polemista e altrettanto capace di analizzare le rabbiose contraddizioni del vanaglorioso ministro della funzione pubblica, la cui altezza...CONTINUA...
"Mi chiamo Shlomo Venezia. Sono nato a Salonicco, in Grecia, il 29 dicembre 1923. La mia famiglia dovette abbandonare la Spagna al momento dell'espulsione degli ebrei nel XV secolo ma, prima di stabilirsi in Grecia, i miei antenati si fermarono in Italia, per questo mi chiamo Venezia".
"Sonderkommando Auschwitz" nasce, in verità, da un'intervista a Shlomo Venezia che Béatrice Prasquier raccolse nel 2006 e che venne pubblicata, per la prima volta, nel 2007 in Francia. Il libro, nella versione italiana, ha tralasciato le domande assumendo l'aspetto di un discorso continuo e rappresenta...CONTINUA...
E’ probabile che “11 settembre” di Giorgio Radicati, come scrive nella prefazione Joseph LaPalombara, per essere un libro di memorie possa risultare un po’ breve, ma di sicuro è una brevità che almeno ha il pregio di mostrare al lettore l’evidenza di avvenimenti disastrosi altrove diluiti nella retorica dello scontro di civiltà, oppure in un sempre remunerativo esercizio di complottismo. Radicati, allora console italiano a New York, grazie al suo particolare ruolo ed alla sua vicinanza al luogo dell’attentato, è stato un testimone privilegiato di quella tremenda giornata dell’11 settembre; e qui...CONTINUA...
Storie di ingiustizie, dolore e riscatti
“Due file di bambini, una di fronte all’altra a salutare chi stava arrivando. Ci trovammo così a passare tra quelle ali spiegate nel segno dell’innocenza. La strada di terra battuta, cosparsa di petali rosa. Le bambine e i bambini cantavano un inno di gioia, tra le mani giunte, fiori di campo e a ogni ospite un inchino con la fronte e un sorriso. […]I bambini sorridevano...CONTINUA...
“Quindici alibi” ossia quindici racconti dell’Altrove (Non si pensi quindi ad Alibi in senso giallistico-poliziesco), tra cui uno “L’invariante di Khelm”, lungo come un romanzo breve. È questo l’ultimo lavoro dell’infaticabile professore padovano,sempre impegnato tra ricerca letteraria e viaggi esotici.
“Quindici alibi” è una raccolta curatissima – non poteva essere diversamente per un italianista del suo livello – e varia, nella quale ritroviamo alcuni temi ben noti a chi ha frequentato, anche solo parzialmente, le opere precedenti di Luciano Troisio...CONTINUA...
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