Paolo Zardi, di cui avevo già letto la raccolta di racconti Il giorno che diventammo umani, con XXI secolo, edito dalla Neo Edizioni come altri suoi libri, fa il suo secondo passo nel mondo dei romanzi (e viene candidato al Premio Strega 2015). Lo fa da scrittore di racconti, strutturando i capitoli come, appunto, racconti, segmenti narrativi compiuti se presi singolarmente e che al tempo stesso fanno procedere la...CONTINUA...
Man mano che ci avviciniamo a Santiago, capoluogo dell'omonima provincia e seconda città più importante dell'isola, si intensificano i cartelloni che la esaltano.
Santiago: rebelde ayer, hospitalaria hoy, heroica siempre.
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"Non è questo il racconto di gesta impressionanti. È il segmento di due vite raccontate nel momento in cui hanno percorso insieme un determinato tratto, con la stessa identità di aspirazioni e sogni.”
Notas de Viaje – Ernesto Guevara
Estate 2015: ho una laurea appena conquistata, dei risparmi avanzati dalla borsa di studio e un paio di mesi di tempo libero. Insieme a Giorgia, amica conosciuta all’Università e appassionata di viaggi come me, abbiamo un’idea, prendere l’auto e in un mese...CONTINUA...
Abito in campagna, anche se non in un posto isolato come quello di cui si parla in questo romanzo. Dove sto io è una frazione di un paese della “bassa” tra Bologna e Ferrara. Anni fa si parlò di costruire da queste parti un grande centro-divertimenti con negozi e anche appartamenti. Campi di grano, frutteti, alberi, maceri, oasi d'acqua sarebbero stati spazzati via. Eravamo preoccupati. Ci sentivamo in trappola. Ma qualcuno era pure contento. Le case si sarebbero “rivalutate”. Poi per fortuna non se ne fece più niente. Il fatto è che parlare di grandi opere in generale è un conto, ma quando la grande opera te la fanno vicino casa allora è un altro paio di maniche. E non la vuoi. Sei disposto...CONTINUA...
Recuperate un po' le forze ci rimettiamo on the road fino a Sancti Spiritus, capoluogo dell'omonima provincia, 70Km. a est di Trinidad. È una delle sette villas originali fondate da Diego Velasquez a inizio del Cinquecento.
Qualcuno dei nostri compagni osserva che queste cittadine sembrano tutte uguali, in verità non è così, è che noi siamo un po'di fretta e non possiamo sempre fermarci a esplorarle come vorremmo. Sicuramente non possiamo pretendere qui la...CONTINUA...
Aeroporto Atatürk, Istanbul Martedì 26 gennaio 2016
Le conseguenze del viaggio di ieri, nell’autobus con il riscaldamento rotto, si fanno sentire: la mattina mi sveglio con il raffreddore. Oggi abbiamo in programma un’altra gita fuori Pristina, stavolta a Mitrovica, nel nord del Kosovo. Miracolosamente riusciamo a partire puntuali, un’altra delle magie di di Marijana, la professoressa che ha organizzato il viaggio. Poco fuori città ci fermiamo per visitare il Gazimestan: si tratta di un monumento commemorativo...CONTINUA...
Ho voluto vederli subito gli occhi verdi di Avesta. Appena terminato il libro di Marco Rovelli sono andata alla ricerca del volto di questa donna e, tra i grovigli di internet, l'ho trovato in fretta. Eccola Avesta. Un paio d'occhi che riverberano il colore della divisa da guerriera. Un viso sottile, segnato da quella che definisco l'algebra perfetta delle rughe, linee che raccontano un'esistenza d'azione e pensieri. Mascolina, decisamente. Non sembrano pervenire tracce di debolezza o di smarrimento. Non oso neppure immaginare cosa abbiano visto quegli occhi verdi. Invece Marco Rovelli lo ha fatto: ha immaginato e scritto un mondo dietro un paio d'occhi. Ha ricostruito la vita di Avesta Harun...CONTINUA...
Chiariamo subito: "Dottor Cannabis", ovvero l'autobiografia del dottor Cinquini, più volte arrestato per violazione della legge Fini-Giovanardi, non è affatto la storia di un Howard Marks - Mr. Nice all'italiana. Alla luce di quanto sta accadendo nei paesi europei che hanno riconsiderato le politiche proibizioniste, e anche in Italia dopo che la Corte Costituzionale (12 febbraio 2014) ha dichiarato illegittima la famigerata legge Fini - Giovanardi (L. 21 febbraio 2006 n. 49), probabilmente la vicenda del medico chirurgo versiliese potrà essere riletta con meno pregiudizi. Nel frattempo, proprio quando Cinquini continuava ad avere guai con la giustizia, la questione...CONTINUA...
Ed è ancora Caretera. Ovunque, in ogni località, compaiono cartelloni con Fidel e Raoul, o con il Che o con Camilo Cienfuegos o Chavez o con slogan sulla patria, sull'unità, sulla necessità di lavoro e sacrificio per il bene del paese. "Por Cuba libertà y compromiso", "Del sfuerzo, la victoria".
Propaganda capillare curatissima e che s'intensifica in prossimità di luoghi particolarmente sacri alla Rivoluzione come la Baia dei Porci, Santa Clara e Santiago.
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Lo stridore tra la materia e la forma, in "Bianca da morire", fa quasi male. Perché la materia del romanzo di Elena Mearini è fatta di disagio giovane e ferocia latente mentre la forma (ossia le parole per esplicitare la materia) pare d'ovatta e piume. Un linguaggio che gongola nel puro lirismo. Forse troppo enfatico, persino fastidiosamente enfatico. Scrivere un romanzo come fosse opera in versi non è semplice ed il rischio di ridondanze e forzature è perennemente in agguato. Un equilibrio complicato che, per forza di cose, può sfibrare chi legge o affossarlo in una pozza di allegorie e visioni difficili da deglutire. La storia c'è e contiene risvolti tragicamente noti. A raccontarla è Bianca...CONTINUA...
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