Durante la lettura di Gli ultimi ragazzi del secolo ho provato interesse, rabbia, divertimento, curiosità, fastidio, disillusione, partecipazione, mi sono trovato a volte in accordo e altre in disaccordo, e non sono poi molti i libri capaci di farmi qualcosa del genere, al di là del piacere o meno che possa aver avuto leggendo. È un romanzo, autobiografico, che invita al confronto, se non proprio al conflitto, fin dalla copertina, con l'immagine di un ragazzino che guarda fuori campo, chissà cosa, con aria di sfida. Ragazzino che, scopre...CONTINUA...
"Credete forse che io non sappia che razza di deficienti conduce in rovina questo paese? Aspettavo solo voi che me lo sareste venuto a dire con l'uranio e con volantini colorati. Grazie mille per l'aiuto, la spiegazione è stata esaustiva e chiara" (pp.197). Chi parla è Čarli, l'alter ego di Saša Stojanović, secondo quanto riferito da una delle innumerevoli voci narranti - pare siano circa una trentina - presenti in "Var". Parole che da un lato evidenziano quei toni sarcastici che ricorrono frequentemente per tutto il romanzo; e dall'altro lato un atteggiamento di radicale estraneità alle ragioni dei contrapposti schieramenti: la denuncia dei crimini commessi dal regime di Milosevic non contraddice...CONTINUA...
Come possiamo leggere in appendice a "The Whore Asylum", la letteratura vittoriana, in particolare le opere di Wilkie Collins e di Arthur Conan Doyle, è stata ricordata da Katy Darby come "una continua fonte di ispirazione e di piacere". Una precisazione quasi superflua per un romanzo in gran parte ambientato nell'Inghilterra del 1887 e che, scritto sotto forma di memoriale - anzi, di memoriali - sembra voler imitare il linguaggio austero e misurato dell'epoca. In questo modo l'autrice ha fatto emergere con ancor più evidenza il contrasto tra uno stile che possiamo definire genericamente "classico" e una vicenda costellata di quelle turpitudini e ambiguità che, proprio in era vittoriana, dovevano...CONTINUA...
È andata così: quando seppi che sarebbe uscito il secondo libro di Piero Balzoni sperai che si trattasse di una raccolta di racconti, dato che la sua prima, Animali migratori (Edizioni La Gru, 2011) l'avevo assai apprezzata; quando lessi che era un romanzo rimasi un po' deluso, ma il titolo, Come uccidere le aragoste, mi rincuorava perché nominava animali e dunque segnava una continuità con l'opera precedente. La lettura del testo ha poi rivelato come anche il contenuto prendesse le mosse da Animali migratori per cercare un'evoluzione, una crescita...CONTINUA...
La storia della "Democrazia" è innanzitutto la storia di un'idea, a partire dalla Grecia antica ai giorni nostri, che ha fatto discutere da sempre sul modo di intenderla, se vi sia la necessità di un sistema democratico, sul fatto se sia davvero concretizzabile oppure una mera utopia. Massimo L. Salvadori, con questa sua opera, ha scelto di tracciare un "percorso in quanto mito e in quanto realtà", con riferimento in particolare ai pensatori classici che hanno fatto oggetto della loro riflessione la democrazia, sia stati essi suoi fautori, oppure critici e avversari" (pp.XVI). Un percorso che giunge ai giorni nostri, dove magari i grandi pensatori non abbondano, ma dove l'idea di democrazia è...CONTINUA...
"… perché è bene ricordare che l'arte del narratore è ridurre, scarnificare, eliminare e sottacere perché quel poco che emerge possa assumere un peso rilevante". Sono parole tratte da "Ultimo parallelo" di Filippo Tuena. Parole che racchiudono l'essenza dell'arte narrativa e che la Mantel non solo non può conoscere ma che, evidentemente, non adotta per sé. Almeno non in "Al di là del nero", romanzo apparso nel 2005 e tradotto in italiano e pubblicato da Fazi nel 2016. Un'opera che, a mio avviso, poteva dire ciò che dice con meno della metà delle parole utilizzate. Ed è questo il limite e il peccato capitale in cui incorre la Mantel: perdersi troppo in chiacchiere...CONTINUA...
Prima che fosse uccisa Anna Politkovskaja andava ripetendo che i metodi di Putin stavano generando un'ondata di terrorismo senza precedenti. Nello stesso tempo la cosiddetta guerra al terrore di Bush e Blair aveva ingenerato un tale circolo vizioso di vendette, ritorsioni, disastri, da risultare controproducente, favorire l'estremismo e, oltretutto, puntellare il regime dell'ex agente del Kgb. Tutte argomentazioni che troviamo negli articoli scritti dalla Politkovskaja tra il 1999 e il 2006, poi raccolti grazie al lavoro tenace dei giornalisti di "Novaja gazeta", dei figli e della sorella. Articoli, non certo editoriali intesi come opinioni separate dai fatti, che rappresentano al meglio il lavoro...CONTINUA...
Opera prima di Simone Pagiotti, "La melodia dei perdenti" di primo acchito potremmo classificarla come una sorta di romanzo di formazione, un bildungsroman magari un po' sui generis: chi racconta le sue vicende è un trentenne fatto e, pensando all'antica definizione, non è che proprio venga promossa "l'integrazione sociale del protagonista". Anzi, a voler essere più precisi, dovremmo definire "La melodia dei perdenti" come romanzo di de-formazione e poi di "depurazione". Come leggiamo in quarta di copertina il racconto "valorizza la bellezza del perdere tutto, ricominciare, sentirsi liberi", che passa - qui la de-formazione - per un percorso fatto di "fantasmi, alcool e prostitute, solitudine...CONTINUA...
Sono pochi i giovani laureati che oggi riescono a scampare ai tanto famigerati stage, io non sono uno di questi: da ottobre 2015 sono stato assunto come stagista in un centro inter-universitario per i diritti umani con sede al Lido di Venezia. Questo centro è famoso soprattutto perché dal 1997 organizza un Master sui diritti umani: ogni anno, da settembre a febbraio, circa novanta studenti di tutto il mondo seguono lezioni e seminari con professori ed esperti in materia. Da febbraio fino a maggio poi gli studenti sono...CONTINUA...
Una vecchia strega e il suo gatto. Gli elementi fondanti del romanzo della Pignatelli mantengono caratteristiche ancestrali. Un paesino della Toscana in cui le persone sono abituate, per genia o per vizio, a farsi i fatti altrui e a spettegolare per il puro gusto di riempirsi le giornate. Un borgo in cui non accade nulla e nel quale la presenza di Gina, la strega, e del suo gatto grigio, Ferro, inquietano fino a diventare intollerabili. Ma Gina è forte. Lo è sempre stata perché la vita con lei di certo non è stata sempre magnanima. Adesso è vecchia ed è sola con quei dolori alla schiena che la lasciano piegata e ingobbita, dolori lancinanti che nemmeno il medico...CONTINUA...
Follow Us