Quando nel 1935 Paul Stefan pubblicò il suo libro, Arturo Toscanini, pur alle soglie dei settant'anni, era ancora in piena attività. Due anni dopo avrebbe iniziato a dirigere la NBC Orchestra e si sarebbe ritirato soltanto nel 1954. Potremmo quindi pensare ad una biografia incompiuta e in un certo senso è così; ma appare evidente che il musicologo austriaco ha voluto privilegiare il ritratto dell'uomo Toscanini, una sorta di profilo artistico e la descrizione di un modello di moralità che poteva prescindere da una precisa cronologia di avvenimenti e di dati biografici. Del resto lo stesso Stefan Zweig, nell'introduzione, ha anticipato questo intento, per "andare oltre la semplice biografia di...CONTINUA...
"La Russia di Putin" è stato definito dalla stessa Anna Politkovskaja come libro "fatto di appunti disordinati" a margine della vita quotidiana post sovietica: la cronaca di avvenimenti che in Occidente sono stati spesso interpretati in maniera distorta, e nel contempo storie di gente comune alle prese con una società civile e politica condizionata da mafiosi e da personaggi spregiudicati oltre ogni limite. Un quadro cupo di ingiustizie, di revanscismi, di violazioni di diritti umani e civili, una sorta di Romanzo Criminale tutt'altro che romanzesco, che la Politkovskaja ha raccontato con grande schiettezza e semplicità: parole incalzanti e soprattutto prive di qualsivoglia riguardo nei confronti...CONTINUA...
Marco Travaglio negli anni si è costruito una fama sinistra, soprattutto presso gran parte della classe politica e dei cosiddetti giornalisti: giustizialista, manettaro, il Lavrenty Beria de noantri (copyright Sergio Staino). Tutte cordialità che però spesso dimenticano una caratteristica professionale che invece Indro Montanelli riconobbe in tempi non sospetti: " Il giorno in cui gli chiesi se in quel suo archivio, in cui non consente a nessuno di ficcare il naso, ci fosse anche un fascicolo intitolato al mio nome, Marco cambiò discorso". C'era molta ironia in queste affermazioni del giornalista toscano, ma significava anche che, fin da allora, l'archivio rappresentava uno strumento indispensabile...CONTINUA...
Baku, martedì 10 marzo 2015 - Ci svegliamo intorno alle nove. Oggi è il nostro ultimo giorno in Georgia, per tornare a Baku vogliamo prendere l’autobus che parte alle diciassette da Tbilisi, abbiamo quindi a disposizione tutta la mattinata per fare un ultimo giro della città. Scendiamo a fare colazione e quando risaliamo vediamo che pure Sean, l’inglese arrivato ieri, è sveglio sul suo letto. Notiamo che ha il lato della bocca sporco di rosso, in un primo momento mi sembra sangue e preoccupato gli chiedo cosa gli è...CONTINUA...
Se la tragedia greca antica era strutturata con un prologo, tre o più episodi e un esodo, la tragedia della Grecia contemporanea ci è stata raccontata, con intenti tutt'altro che teatrali, grazie ad uno schema molto più semplice: l'ottimo Vittorio Da Rold, giornalista del Sole 24 Ore, ha suddiviso la sua "cronaca di un waterboarding spietato" in quattro parti (“i tempi della cicala”, “l'amaro risveglio”, “il referendum sull'euro”, “l'arrivo di Syriza”), cui non segue alcun autentico esodo (epilogo), visto che nel caso greco l'incertezza regna sovrana. Del resto, come l'autore ha voluto subito chiarire, la crisi del debito sovrano ellenico è la somma di numerosi fattori concatenati tra loro: responsabilità...CONTINUA...
"Quel viaggio era incredibile, si disse Agata: non aveva incontrato un illuminista a Damasco!? E tanto più Faruq dimostrava la peculiarità della sua vita, tanto più lei si sentiva attratta da lui; no, Faruq non aveva niente a che fare con gli stereotipi della diversità" (pp.75); "Finalmente avrebbe potuto vivere dentro a quell'orizzonte della modernità di cui fino adesso aveva potuto solo sognare" (pp.84). Questi brani tratti da "Medio Occidente" contengono alcune parole chiave che poi il lettore ritroverà nelle pagine ambientate in veneto e che hanno fatto scrivere a Raffaello Palumbo Mosca, autore della postfazione, di un "romanzo di idee". Racconto che ha inizio poco prima l'inizio della guerra...CONTINUA...
Nonostante la storia dell'Istria - in particolare dalla conclusione della Prima guerra mondiale fino all'esodo degli italiani - sia particolarmente complessa e controversa, Fulvio Molinari ha voluto sintetizzare il suo racconto in appena centotrenta pagine; e, almeno a una prima lettura, ci è sembrata una scelta di divulgazione apprezzabile, estranea agli opportunismi della politica: il giornalista, nato ad Orsera e triestino d'adozione, ha scritto un testo essenziale che, secondo noi, senza sconti e revisionismi, mette comunque in risalto le atrocità di coloro che, dal Golfo di Trieste al Quarnaro, hanno fatto dell'Istria una terra di conquista, contesa tra italiani e slavi, funestata da contrapposizioni...CONTINUA...
Baku, lunedì 9 marzo 2015
L’appuntamento con il tassista è alle dieci davanti all’ostello. Io e Luca ci alziamo un’ora prima e insieme a noi si sveglia pure l’australiano pazzo, che con voce alta e impastata esclama: “Dovrei smetterla di bere!” In effetti anche noi accusiamo un leggero mal di testa frutto della serata precedente. Giù nella sala comune troviamo Joseph e Bob che fanno colazione freschi e pimpanti. Ennesima dimostrazione della mia teoria che gli anglo-sassoni sono più allenati alle serate alcoliche...CONTINUA...
Jacqueline Lee Bouvier Kennedy Onassis. O Jackie, come la chiamavano in molti. Donna ammirata ed adorata ma anche invidiata, vituperata e sbeffeggiata. Personaggio che, ad oggi, continua a mantenere il titolo indiscusso di icona di stile e d'innata eleganza. Figura carismatica del jet set planetario degli anni cinquanta, sessanta e settanta. First lady ma anche vedova del Presidente JFK. Sposa tradita e madre. Presunta amante del fratello del marito morto e poi moglie dell'anziano e ricchissimo armatore greco Aristotele Onassis. Un'esistenza passata, per lo più, sotto l'occhio invadente dei...CONTINUA...
Poco più di centoquaranta pagine, con capitoli che spaziano dall'ecologia, alla globalizzazione, alla UE, alla storia del '900, fino alle politiche economiche degli Stati contemporanei, non permettono di considerare "Derubati di sovranità" un libro scientifico o comunque una sorta di manuale tale da mettere una parola conclusiva su argomenti a dir poco controversi. Un libro che merita comunque di essere letto al di là che si concordi o meno con le tesi dell'autore, Gianluca Ferrara. Il motivo? Molte delle argomentazioni presenti in "Derubati di sovranità" spesso sono conosciute in maniera approssimativa, fatte proprie da elettori incazzati, da militanti grillini o di altri movimenti radicali...CONTINUA...
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