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Lankenauta
Spero ostinatamente nel lieto fine.
L’happy ending è prerogativa dei romanzi d’appendice, e so benissimo che il dramma è considerato il genere principe del cinema. Eppure di fronte agli spettacoli più crudeli fremo per l’epilogo giustizialista.
L’acerbo spettatore che è in me si ripropone.
Chi ha già visto “La Favorita” capirà quanto sia uscito disfatto dalla sala.
Colpito così in profondità da portarmi il segno di un graffio, di un morso allo stomaco che ho aspettato si rimarginasse.
Sono questi i colpi inferti dall’ultimo lavoro di Yorgos Lanthimos, regista greco coccolato dai...CONTINUA...
Apro l’uscio del pub ed è come attraversare un portale dimensionale: mi lascio alle spalle la strada trafficata, la pioggia, i passanti con gli ombrelli e atterro in un nuovo mondo. I miei sensi vengono colpiti all’improvviso: nelle narici penetra l’effluvio di decine di pinte misto all’umido dei vestiti bagnati dalla pioggia e condito da un pizzico, per fortuna leggero, di sudore, gli occhi non sono ancora del tutto abituati alla...CONTINUA...
30 dicembre, sono circa le 8 e 30 di mattina, la nonna di Selim, che mi ha ospitato per la notte, entra in camera e ci sveglia. Siamo in due, io ed un giovane etiope alto un metro e un barattolo il cui telefono ha suonato nel mezzo della notte con uno squillante muezzin che chiamava i fedeli alla preghiera.
Siamo a Bursa, città turca sulla sponda meridionale del Mar di Marmara, sono arrivato ieri notte dopo un viaggio piuttosto...CONTINUA...
Penso si possa andare abbastanza sul sicuro dicendo che il tema alla base di questo libro sia il ruolo che uomini e donne hanno nella società e come questo venga percepito.
La vicenda si svolge in una sorta di futuro distopico dove un gruppo di persone ha deciso di isolarsi e abbandonare lo stile di vita industrializzato per tornare ad uno più a contatto con la natura. Per questo si trasferiscono tutti a vivere in quella che chiamano “La Valle Delle Rocce”. Purtroppo però una malattia sconosciuta uccide tutte le donne del gruppo, e forse anche del mondo, e così gli uomini si ritrovano da soli...CONTINUA...
Edoardo Zambelli, che avevo già apprezzato per il suo esordio L'antagonista, pubblica, ancora con Laurana, il secondo romanzoCONTINUA...
Sugli scaffali, in casa mia, c'è un libro a cui sono particolarmente affezionata. Si tratta de "La notte" di Elie Wiesel, il primo pubblicato all'interno della collana «Schulim Vogelmann» de La Giuntina, casa editrice fondata nel 1980 a Firenze da Daniel Vogelmann. Daniel ha voluto dedicare la prima sezione della produzione libraria di cultura ebraica de La Giuntina proprio a suo padre Schulim. Evidentemente il legame tra padre e figlio è stato profondo, speciale ma anche incompiuto poiché sono...CONTINUA...
Bruno Piazza è morto il 31 ottobre del 1946 per un attacco cardiaco. Aveva 57 anni. Poco tempo prima, in sole tre settimane, era riuscito a scrivere "Perché gli altri dimenticano", la testimonianza della personale e dolorosa esperienza di prigioniero nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. Un memoriale lucido e puntualissimo che Piazza ha scritto a brevissima distanza di tempo dagli eventi. Questo libro è di sicuro una delle opere più attente, documentate e accurate sulle condizioni di vita dei prigionieri di Auschwitz scritte da un italiano. Bruno Piazza ebbe la fortuna di sopravvivere...CONTINUA...
Fabio Donalisio continua nella
sua operazione di scavo, di raschiatura di concetti, mirando a esprimere o,
come voleva Roland Barthes, inesprimere, nei suoi versi secchi e taglienti “il
minimo importante”, ciò che sfugge al nulla solo per l’illusione di senso che
gli diamo. Assenza è la parola chiave per comprendere questa poetica scabra, in
cui versi altrui vengono riutilizzati o modificati per generare una letteratura
di richiami e di rimandi, che a dispetto del vuoto, che sembra essere la trama
profonda del nostro vivere e scrivere,
si rivela densa. La rima...CONTINUA...
20-21-22 luglio 2018
Qui a Salonicco fa caldo ma la sera l’aria di mare rinfresca l’atmosfera e favorisce il riposo. La mattina comincia con un caffè per me, due e una sigaretta per Maria, qualche biscotto e poi via a passeggio per il quartiere di Tsinari, uno dei più caratteristici perché tra i pochi sopravvissuti al grande incendio del 1912. In alcuni punti ricorda Montmartre a Parigi...CONTINUA...
Ad Athos Magnani la vita ha teso dei colpi mancini.
Ben due.
Avere lo stesso nome del padre, eroe della Resistenza assassinato nei duri anni fascisti e per di più la stessa faccia sprezzante, di sfida al mondo. Il mondo, per il fu Magnani, ebbe gli angusti confini di Tara, una piccola (e immaginaria) cittadina emiliana, che il protagonista imparerà a conoscere, ma non ad accettare, esattamente come quel genitore che lo ha lasciato prima di nascere. Con l’enigma di una morte a cui dare un colpevole.
CONTINUA...
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