Categoria:
storia
Non credo sia stato facile ricostruire la complicata vicenda del massacro di Katyn in appena centoventi pagine, mantenendo rigore accademico e dando conto di un’incredibile manipolazione storica e politica protrattasi dal 1940 fino ai giorni nostri. Victor Zaslavsky, col suo “Pulizia di classe”, a fronte di una bibliografia su Katin ormai molto ricca, è riuscito a raccontarci l’essenziale: ovvero il bagno di sangue, del tutto autentico, e poi la tutta le serie infinita di bugie imbastite per nascondere uno dei tanti crimini dello stalinismo da parte dei comunisti e degli occidentali garanti degli...CONTINUA...
“L’omo, pe’esse omo, a ‘dda puzzà”. L’antico proverbio romano non lo troviamo citato nel libro ma rende comunque bene l’idea in quali inquietanti meandri della vita umana Paolo Sorcinelli si sia dovuto immergere – proprio il caso di dirlo – per scrivere la sua “Storia sociale dell’acqua”. L’approccio è molto colto, probabilmente una sintesi tra storia sociale e sociologia della vita quotidiana - per capirci quella sociologia che ha il suo mentore in Erving Goffman – nel quale l’autore ricostruisce il rapporto tra uomo e acqua, in particolare nel mondo occidentale e dal medioevo al novecento (i...CONTINUA...
A Roma, nella piccola piazza del Teatro di Pompeo, si apre una porta e uno spazio minuscolo. Al suo interno una libreria che ho scoperto solo di recente. Libri, per lo più usati, sono collocati con ordine lungo le pareti. Non cercavo nulla di particolare ma ho trovato questa bella edizione de "Il Consiglio d'Egitto" di Leonardo Sciascia. La copertina propone un disegno di Francisco Goya mentre il libro, pubblicato da Einaudi, risale al 1967, quinta edizione di un'opera uscita nel 1963.
Un romanzo storico, CONTINUA...
Ispirato a una storia vera: se nessuno lo avesse specificato, avrei anche potuto credere che "Il libro di David" fosse un "originale". Il ragazzino protagonista della storia, infatti, avrebbe potuto proprio essere quel Dawid Rubinowicz al quale lo scrittore danese Stig Dalager si è ispirato. Dawid è stato deportato a Treblinka e, purtroppo, non è sopravvissuto alla Shoah. Ma ha lasciato alcuni quaderni in cui ha raccolto, dal 1940 al 1942, i suoi appunti personali. Il diario di Rubinowicz è stato rinvenuto quasi per caso e pubblicato anche...CONTINUA...
Per chi, come me, è appassionato di letteratura della Shoah, il saggio della Lucamante è una lettura illuminante e preziosa. La studiosa italiana, docente presso la "Catholic University of America", concentra la sua attenzione su un settore della letteratura dell'Olocausto fin troppo spesso omesso o trascurato, quello rappresentato dalla letteratura femminile e, ancora più segnatamente, dalla letteratura femminile italiana.
L'accuratezza e la profondità dell'analisi della Lucamante mettono in luce le peculiarità di questo microcosmo letterario solitamente poco studiato e ne evidenziano tutta...CONTINUA...
“Un sogno chiamato rivoluzione” inizia da un pogrom, quello che si abbattè sulla comunità ebraica di Kishinev, in Russia, nel 1903. E ci imbattiamo immediatamente in un uomo, Shlomo Weizman, che corre disperatamente lungo le strade del quartiere ebraico per cercare di trarre in salvo sua nipote Chaya. E’ da questo drammatico evento che Filippo Manganaro parte per dare vita ad un appassionante romanzo nel quale sono sapientemente amalgamati eventi storici reali e storie di personaggi inventati, come Shlomo e Chaya. I due protagonisti, dopo...CONTINUA...
A quanto ho potuto constatare, "Un caso di ordinario coraggio" è l'unico libro di Pascale Roze tradotto in italiano. La scrittrice francese, nata a Saigon nel 1954, ha conquistato il prestigioso Premio Goncourt per "Le Chasseur Zéro", suo romanzo d'esordio, nell'ormai lontano 1996 ma di lei non avevo mai sentito parlare. Eppure merita.
La lettura di "Un caso di ordinario coraggio" (titolo originale "Itsik", anno 2008) è stata spontanea e continua, durata esattamente il tempo di un breve viaggio in treno. Le pagine scorrono docili e avvincenti, si arriva alla fine del romanzo senza quasi accorgersene...CONTINUA...
Ho conosciuto la strage di Babij Jar qualche tempo fa leggendo "La pianista bambina" di Greg Dawson. Poco tempo dopo, vagando tra gli scaffali di una libreria di Roma, sono incappata in questo libro il cui titolo non lascia spazio ad alcun dubbio. Kuznetsov c'era. Aveva solo 12 anni quando l'esercito tedesco invase Kiev, la sua città: il 19 settembre 1941 i nazisti entrarono nella capitale dell'Ucraina. L'occupazione si protrasse per due anni e due mesi prima che l'esercito di Hitler decidesse di ritirarsi. Lo stesso Fürher intraprese questa guerra sapendo che avrebbe rappresentato una "lotta...CONTINUA...
"Mi chiamo Shlomo Venezia. Sono nato a Salonicco, in Grecia, il 29 dicembre 1923. La mia famiglia dovette abbandonare la Spagna al momento dell'espulsione degli ebrei nel XV secolo ma, prima di stabilirsi in Grecia, i miei antenati si fermarono in Italia, per questo mi chiamo Venezia".
"Sonderkommando Auschwitz" nasce, in verità, da un'intervista a Shlomo Venezia che Béatrice Prasquier raccolse nel 2006 e che venne pubblicata, per la prima volta, nel 2007 in Francia. Il libro, nella versione italiana, ha tralasciato le domande assumendo l'aspetto di un discorso continuo e rappresenta...CONTINUA...
Ho dovuto interrompere spesso la lettura di questo libro. Ho dovuto riprendere spesso fiato. Sospendere. Perché leggere gli articoli che compongono “Proibito parlare” è un’esperienza emozionale piuttosto forte. Cronaca schietta, diretta, puntuale. La Politkovskaja era una giornalista, non una letterata. Al centro di ogni pezzo c’è la ricerca della verità, quella spesso nascosta, infangata, contaminata, annientata dal sistema nazionale russo, dal suo esercito, dai suoi funzionari, dai suoi burocrati.
La Cecenia è protagonista della stragrande maggioranza degli articoli qui raccolti. La strage...CONTINUA...
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