Vallejo César

Favola selvaggia

“Al riguardo manteneva con lei il più ermetico e rigoroso silenzio. E così facendo alimentava nella propria mente, come un’immensa tenia occulta, una radice nervosa la cui energia era risalita dalla linfa sterile di un vetro di malagurio” (pag. 26). Poche righe dal racconto lungo “Favola selvaggia” già possono aiutarci ad inquadrare il mondo poetico del peruviano César Vallejo, autore tra i più rappresentativi della letteratura ispano-americana del secolo scorso e che la Arcoiris edizioni ha opportunamente pubblicato nella collana “Gli eccentrici”. Il “vetro del malagurio”, apparente origine di una situazione a dir poco allucinata, è in realtà uno specchio che si trova nella casa di Balta Espinar...CONTINUA...

Bruck Edith

Andremo in città

"Andremo in città" viene pubblicato per la prima volta nel 1962. La scrittrice ungherese è in Italia da soli otto anni. Nel 1966 esce un film ispirato ad "Andremo in città". La regia è di Nelo Risi, marito della Bruck, e la sceneggiatura è opera Cesare Zavattini. Il libro che ho tra le mani, invece, è stato ripubblicato nel 2007 dall'editore Ancora del Mediterraneo nella collana "Un mondo a parte". In copertina una delle foto più cupe e famose dei tralicci di...CONTINUA...

Ozpetek Ferzan

Allacciate le cinture

Il monito rivoltoci da Ozpetek invita ad un’assennata cautela agli inattesi incidenti che sparigliano il quotidiano. Avvertenza di discutibile utilità, poiché prepararsi ad un potenziale pericolo è impossibile in assenza di virtù divinatorie. La protagonista della pellicola, Elena, ha dimenticato di allacciare la cintura. Andrà incontro ai bruschi sussulti che il destino le assesterà, dimostrando nelle circostanze più critiche un coraggio singolare. Nelle battute iniziali si presenta ai nostri occhi come l’archetipo della brava ragazza. Intelligente ed operosa, eppur sacrificata negli ingiusti panni di cameriera. Le sue virtù rifrangono su chi la conosce e conta sulla sua forte presenza. In molti...CONTINUA...

Ricapito Francesco

Reportage dalla Tunisia: Viaggio nel Cuore del Paese – Parte 4 – Douz – Gabes – Sfax

Sfax, martedì 19 agosto 2014 Ore 22:41 Quando apro gli occhi mi ritrovo girato su un fianco, incastrato nello spazio che si è creato tra i due materassi che la sera prima avevamo spostato fuori dalle tende per dormire all’aperto. In pratica sono quasi per terra, oltre a questo durante la notte il vento del deserto ha continuato a soffiare e lentamente ci ha ricoperto di un sottile strato di sabbia. Il materasso, le lenzuola e noi stessi siamo pieni di sabbia in ogni dove. In bocca sento una gran sensazione di...CONTINUA...

Bussoni Mario

Josef Mengele. L’angelo della morte

Il libro di Mario Bussoni è essenzialmente una ricerca. Meglio, è la ricerca di qualche verità sull'autentico destino di Josef Mengele, il medico di Auschwitz. L'uomo che, dopo una sommaria occhiata ai deportati appena scesi dai treni bestiame, stabiliva chi dovesse sopravvivere e chi dovesse finire immediatamente nelle camere a gas. E' lui, Herr Doktor, il medico dai modi distinti e compassati ad aver deciso della vita e della morte di centinaia di migliaia di esseri umani. Bussoni, in "Josef Mengele. L'angelo della morte" (Mattioli 1885), intraprende la sua indagine storica partendo dalla fine ossia dalla morte di Josef Mengele perché, tra i tanti misteri e i tanti enigmi che circondano la...CONTINUA...

Sonnet Jean Pierre

Il canto del viaggio

“Chiunque di voi fa parte del suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga”. (2Cronache 36,23) Così si conclude l’ultimo libro della Bibbia ebraica, che riprende qui l’editto di Ciro che nel 538 a.C autorizza il ritorno degli esiliati d’Israele. La Bibbia è un libro di cammini, di partenze e arrivi e ancora di partenze, a iniziare da...CONTINUA...

Hines Jim C.

Libriomancer

Non molto tempo fa sul sito del Cicap, la nota congrega di crociati contro l’occulto e tutto quello che appare poco in sintonia con la scienza ufficiale, campeggiava un articolo: “Credere alla magia porta male”, dedicato a “esempi del pensiero irrazionale in azione tratti dalla cronaca”. Sarà che egli estremi si toccano ma in fondo un titolo come quello poteva funzionare anche per “Libriomancer” di J.C. Hines, un cosiddetto urban fantasy ambientato in epoca contemporanea e dove leggiamo delle disavventure del “libromante” Isaac Vainio, alle prese con creature fantastiche di ogni tipo. Il “credere alla magia”, e più in generale il credere a quello che contengono i libri, infatti è proprio la fonte...CONTINUA...

Miyazaki Hayao

Si alza il vento

Prima o poi doveva succedere, e i segnali, in questo senso, erano stati evidenti già con l’uscita di Ponyo sulla scogliera. Con Si alza il vento, ultimo lungometraggio dello Studio Ghibli da lui diretto, Miyazaki ci annuncia che lascia, che non girerà più film, che quella in questione è l’ultima pellicola che porterà in evidenza la sua firma e che sarà partorita dal suo genio creativo. Miayzaki lascia, dunque, e lascia col suo lavoro più coraggioso e personale; una sorta di racconto biografico sull’ingegnere aeronautico Jiro Horikoshi (1903-1982), inventore del Mitsubishi A6M Zero, velivolo usato dall’impero giapponese durante la seconda...CONTINUA...

Zweig Stefan

Dostoevskij

Ho letto "Magellano". Ho letto "Erasmo da Rotterdam". Ho letto "Maria Stuarda". Tre delle numerose biografie scritte da Zweig. Lavori complessi, affascinanti, storicamente dettagliati in cui la vita, le gesta e le opere di ogni personaggio vengono celebrate, analizzate e raccontate con la maestria che solo un autore acuto e penetrante come Stefan Zweig possiede. Eppure devo ammettere che con "Dostoevskij" lo scrittore austriaco è andato oltre. Questo libro, infatti, non è propriamente una biografia ma un vero e proprio studio delle vicende esistenziali, e per questo anche artistiche, di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. La sensazione immediata è che Zweig abbia amato Dostoevskij in maniera viscerale...CONTINUA...

Salvatores Gabriele

Il ragazzo invisibile

Il genere supereroi e affini, tanto amato quanto sfruttato negli States, è certamente il più trascurato alle nostre latitudini, forse perché l’italica tradizione cinematografica repubblicana, cresciuta nella culla del neorealismo fino a trovare la sua piena compiutezza nella grande commedia all’italiana, è troppo distante dal mito del sogno americano in tutte le sue ampie declinazioni, eroi mascherati e dotati di superpoteri compresi. Molto probabilmente, anche perché il nostro cinema dell’ultimo trentennio è un po’ troppo provinciale, rifiuta l’ampio respiro e i grandi sogni, rifugiandosi in uno stanco minimalismo e in una commedia di grana grossa. Troppo...CONTINUA...