"Sarà forse onesto dire che, in tutti gli anni del dominio di Hitler, nessuno servì il Führer lealmente quanto me. Un essere umano non ha un cuore come il mio. Il cuore dell'uomo è una linea, il mio un cerchio. Io, inoltre, ho un'illimitata capacità di essere al posto giusto nel momento giusto. La conseguenza è che negli uomini trovo sempre il meglio e il peggio: vedo la loro bruttezza e la loro bellezza, e mi domando come la medesima cosa possa essere entrambe. Eppure, hanno la sola cosa che invidio: se non altro, gli uomini hanno il buon senso di morire". Una voce narrante come questa si trova di rado. Perché la voce narrante de "La bambina che salvava i libri" appartiene alla Morte...CONTINUA...
Ricordate “Una storia italiana”? Era un opuscoletto che poco prima dell’elezioni politiche del 2001 fu distribuito ad ogni famiglia italiana e nel quale si raccontava la stupefacente storia di Silvio Berlusconi, uomo che aveva creato un impero dal nulla; e che soprattutto, sacrificandosi per noi, era sceso in campo per difendere la libertà e per salvarci dai pericoli della malapolitica. Venivano enumerati gli straordinari successi imprenditoriali di un italiano onesto e ricco di valori, a cominciare da quelli della famiglia. Questo nelle pagine di “Una storia italiana”, traducibile anche come “Una favola italiana”. E’ evidente che il grande pubblico, inteso soprattutto come elettorato, ha gradito...CONTINUA...
Non avevo mai letto nulla di Benedetta Cibrario. L'occasione è arrivata, anche stavolta, dal banchetto di libri usati. Un titolo che mi è sembrato interessante e una scrittrice italiana. Pochi elementi ma sufficienti per l'acquisto. "Sotto cieli noncuranti", scopro poi, è un verso tratto da "Questo lato della verità", una poesia di Dylan Thomas. La Cibrario la riporta per intero, all'apertura del libro. Il suo secondo libro. Il primo, "Rossovermiglio", le ha permesso di vincere il Campiello nel 2008. Vado avanti cosciente che, in fondo, i premi non garantiscono necessariamente qualcosa.
"Sotto cieli noncuranti" esordisce a meraviglia: "Quando mi viene il blu le se ne accorge. Lo chiama...CONTINUA...
«Seduto davanti allo specchio, nella camera da letto situata al secondo piano, era intento ad abbozzare le linee del proprio viso: le guance scarne, con l'ossatura prominente, la fronte ampia e piatta, le orecchie dall'attaccatura eccessivamente arretrata, i capelli scuri che venivano avanti in ciocche ricciute e disordinate, i grandi occhi color ambra dalle palpebre pesanti. 'I miei lineamenti non sono ben disegnati', pensò il fanciullo tredicenne, immerso in una seria concentrazione. 'La testa è sproporzionata, con la fronte che sopravanza bocca e mento. Qualcuno avrebbe dovuto usare un filo di piombo’» (pag. 7). E’ così che inizia il romanzo di Michelangelo, ovvero “Il tormento e l’estasi”...CONTINUA...
Alex Vi, al secolo Alessandro Vigliani, nelle sue brevi presentazioni biografiche pare ci tenga molto a dichiararsi un “non scrittore”, dedito semmai a tanti altri mestieri. In realtà “Nico” non è affatto un libro di esordio e perciò, se vogliamo dare retta a titoli e collane, Vigliani quanto meno ci appare un “non scrittore” che scrive e che ha scritto con stile e argomenti molto “pulp”. Un esordio con “Virus”, per l’appunto con le edizioni Pulp, ed un secondo libro intitolato “Sangue e fango” qualcosa vorranno ben dire. Avendo però letto soltanto “Nico” non possiamo azzardare più di tanto sullo stile proprio di Vigliani, su eventuali suggestioni letterarie, se davvero questo romanzo rappresenti...CONTINUA...
La biblioteca di Gould – una collezione molto particolare è uno di quei libri che si possono leggere in ogni momento, ovunque: sotto l'ombrellone d'estate, in un parco a primavera (allergie permettendo), nel proprio studio in autunno o sotto le coperte d'inverno o, senza essere così banali, al mare d'inverno, sferzati dal vento sulla spiaggia, in montagna a primavera, con le parole che si sciolgono come neve, sul letto ignudi d'estate per rinfrescare i pensieri...CONTINUA...
Partiamo subito da una constatazione: quando si tratta di parlare di Grillo e del MoVimento anche soltanto apparire equilibrati diventa complicato. Non potrebbe essere altrimenti a fronte di raffiche di vaffanculo, volutamente sparati senza alcun distinguo, e di argomenti tali da mettere a nudo il profondo declino morale dell’Italia. Possiamo metterci nei panni di un cronista politico che voglia fare il suo mestiere con coscienza: a far le pulci soltanto ai partiti tradizionali si rischia di passare per simpatizzante grillino e di voler minimizzare le sciocchezze dei pentastellati; se si vanno a sbugiardare i detti e contraddetti dei capi supremi del MoVimento “uno vale uno”, ecco che invece...CONTINUA...
Chissà se esistono davvero spiriti destinati a vegliare su di noi. Quando le difficoltà incombono e i dubbi si fanno più cocenti, quando non tutto gira come vorremmo o quando le prove della vita si fanno più dure. Quando perdiamo una persona cara, una costante e amorevole presenza nella nostra vita. Ecco quando, quando ci serve di più. Delle presenze immateriali che ci sorvegliano a mezza distanza tra terra e cielo. Se poi queste presenze si materializzano, come succede a Momo, la vita si fa certamente più movimentata. E nelle fiabe, come logico, tutto è possibile e anche di più, tanto che gli spiriti in questione non sono altro che demoni inviati da qualcuno per...CONTINUA...
"Un eremo non è un guscio di lumaca, e io non mi ci sono rinchiusa; ho solo scelto di vivere la fraternità in solitudine. […] Non si sceglie la solitudine per la solitudine ma per la comunione, non per star soli ma per incontrarsi, in un modo diverso, con Dio e con gli uomini". L'eremitismo, così come lo ha inteso Adriana Zarri, è un po' diverso dal solito. L'eremita, secondo un diffuso cliché, è una persona che si isola completamente dal mondo, si astrae da ciò che lo circonda, si separa dagli altri esseri umani in una logica di rinuncia e, spesso, di rifiuto. Adriana Zarri, invece, ha compiuto una scelta differente: non si è isolata, non si è separata, non si è chiusa al mondo e mai...CONTINUA...
La vaca mora è il termine con cui di solito nelle campagne venete viene indicata la vecchia littorina, quel treno...CONTINUA...
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