Categoria: shoah

Ciampi Paolo

Un nome

Un nome in realtà è il nome di Enrica Calabresi ma è anche il nome di tutte quelle persone sparite e dimenticate durante la tragedia della Shoah. Uomini, donne e bambini normali, comuni, qualunque annientati e persi nei campi di sterminio e di cui non resta nulla, nemmeno il ricordo. Eppure Enrica Calabresi, grazie all'opera di Paolo Ciampi, riesce a riemergere dai fumi di un tempo disperso riacquistando dignità e bellezza. "Enrica Calabresi, zoologa. Nessuna strada porta oggi il suo nome. Non c'è lapide che la ricordi...CONTINUA...

Gross Jan Tomasz, Grudzinska Gross Irena

Un raccolto d’oro. Il saccheggio dei beni ebraici

A prima vista sembra solo una vecchia foto: un gruppo di persone, forse contadini, con delle vanghe in mano in cima a un cumulo di terra sbiadita infestata dalle erbacce. Appena dopo si può notare la presenza di alcune donne col capo coperto da un fazzoletto. Poi, probabilmente, si rileva, alla sinistra del gruppo, la presenza di soldati armati. Solo alla fine ci si rende conto che, sul suolo, ai piedi della gente immortalata in questo scatto ci sono dei crani umani e delle ossa ricomposte in forma di croce. Dopo aver rilevato la presenza di tali raccapriccianti dettagli non si può non ravvisare...CONTINUA...

Nysenholc Adolphe

Bubelè. Il bambino nell’ombra

Adolphe Nysenholc, figlio di emigrati polacchi uccisi ad Auschwitz, per più di trent’anni ha insegnato Semiologia delle immagini presso la Libera Università di Bruxelles ed è uno dei massimi esperti europei del cinema di Charlie Chaplin. Potremmo dire che per Nysenholc lo studio del più celebre “vagabondo” è stato qualcosa che è andato oltre un semplice interesse intellettuale. Piuttosto una sorta di spontaneo riequilibrio e compensazione rispetto un’infanzia che ci viene svelata proprio in “Bubelè. Il bambino nell'ombra”, racconto autobiografico pubblicato nel 2007 per l’Éditions L’Harmattan;...CONTINUA...

Koopman Jo

La notte di Auschwitz

Diario inedito di un ebreo olandese “La notte di Auschwitz” è un breve testo apparso a dispense tra l’agosto 1945 e il marzo 1946 nel mensile clandestino della Resistenza neerdandese Het Baken (Il Faro). In seguito non fu più ripubblicato, solo nel 1975 apparve una traduzione in inglese e poi il testo finì nell’oscurità. Ora, dopo che tanti altri scritti di vario genere sulla Shoah sono apparsi, le Edizioni Dehoniane lo ripropongono...CONTINUA...

Foenkinos David

Charlotte

La Charlotte del titolo è Charlotte Salomon, pittrice ebrea tedesca deportata nel campo di concentramento di Auschwitz dove venne uccisa nel 1943, a soli 26 anni e incinta, in una camera a gas. Perché, ovviamente, ai nazisti nulla importava di chi fosse Charlotte, di cosa avesse vissuto e sofferto, di quanto avesse amato dipingere e di quali sogni si portasse dentro. Ai nazisti bastava sapere che Charlotte era un'ebrea per decretarne la soppressione. Di Charlotte Salomon ci resta una memoria fatta di moltissimi dipinti...CONTINUA...

Birger Trudi

Ho sognato la cioccolata per anni

Trudi Birger è una sopravvissuta alla Shoah. Si è improvvisata scrittrice e, con l'aiuto di Jeffrey Green, ha scritto “Ho sognato la cioccolata per anni”: il racconto della sua esperienza di ebrea deportata ed internata in un campo di sterminio. Il suo intento è chiaro e dichiarato: "Mi sento in dovere di trasmettere la storia dell'Olocausto alla nuova generazione, ed è giusto che sia così visto che c'è ancora chi la può raccontare". E' necessario dire, fin da subito, che la scrittura della Birger non è elegante né ricercata. Un libro semplice, non c'è stile né arte perché esso vuole...CONTINUA...

Kolitz Zvi

Yossl Rakover si rivolge a Dio

"Yossl Rakover si rivolge a Dio" è una lettera-testamento. Yossl è uno dei combattenti della resistenza del Ghetto di Varsavia. Nel 1943, durante Pessah (Pasqua ebraica), le SS irrompono nel Ghetto con i loro lanciafiamme ma trovano gruppi di ebrei pronti a respingerle duramente. Si tratta della prima forma di resistenza ebraica della storia dopo quella del 135 d.C., al tempo di Adriano. Yossl è nascosto in un palazzo semidistrutto e sta aspettando di morire. Perché Yossl sa che tra poco qualche nazista lo ucciderà come ha già ucciso gli altri undici ebrei...CONTINUA...

Presser Jacob

La notte dei Girondini

"Lo spazio tra carnefici e vittime è una zona grigia, non è un deserto", spiega Levi. E quella zona grigia, tutt'altro che desertica, è spesso popolata da individui che hanno avuto ruoli quanto meno equivoci e, visti al di fuori di un certo contesto, senz'altro esecrabili. Ed è esattamente nella zona grigia di cui dice Levi che si muove il protagonista de "La notte dei Girondini", l'olandese Jacques Suasso Henriques, insegnante di storia presso l'unico Liceo Ebraico che i tedeschi permettono che esista ad Amsterdam. Suasso è un ebreo di origini portoghesi, un dettaglio che, nel 1943...CONTINUA...

Addio ad Elie Wiesel

Elie Wiesel è morto il 2 luglio 2016 nella sua casa di Manhattan, New York. Aveva 87 anni e con la sua morte viene a mancare una delle voci più lucide, profonde e consapevoli dell'orrore perpetrato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Era nato nel 1928 nella cittadina rumena di Sighet (Sighetu Marmatiei) da una famiglia chassidica. Nel 1944, quando l'Ungheria decise di prendersi Sighet, gli ebrei furono rinchiusi nel ghetto. Elie, insieme a suo padre Shlomo, finirono a Buna Werke, uno dei...CONTINUA...

Cytryn Abram

Racconti dal ghetto di Lodz

A voler essere pedanti forse dovremmo definire letteratura concentrazionaria soltanto gli scritti "nati dall'esperienza dei campi di concentramento". Interpretazione fin troppo restrittiva almeno se pensiamo ai "Racconti dal ghetto di Lodz": gli ebrei presenti in quello che inizialmente voleva essere solo un centro di raccolta, poi diventato un polo industriale a basso costo di manodopera, erano in tutto e per tutto prigionieri senza alcuna via di scampo, seppure non in un campo di concentramento ufficiale. L'opera di Abram Cytrin, elaborata tra il 1940 e il 1944, rappresenta quindi qualcosa di...CONTINUA...