“Sono un agnelluccio”. Ricordate questa frase del Pacciani? Sono passati ormai molti anni, ma una cosa ormai dovrebbe risultare chiara: Pietro Pacciani e i suoi “compagni di merende” erano tutto fuori che agnellucci; e questo al di là dei delitti inizialmente attribuiti al “Mostro di Firenze”, e al di là delle precedenti condanne in capo al contadino di San Casciano per omicidio e poi per lo stupro delle figlie minorenni. “Compagni di sangue” è la puntuale cronaca dell’inchiesta bis sui delitti del “mostro”, dal momento nel quale Michele Giuttari, uno degli autori, si insediò come Capo della Squadra Mobile della Questura di Firenze e, grazie a metodi tradizionali e al buon senso, ovvero quello...CONTINUA...
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