De Luca Erri

Le sante dello scandalo

Le Sacre Scritture parlano al maschile. Non è un difetto né un limite, è solo nelle regole dei tempi. I ruoli di uomo e donna sono distinti e separati anche se indissolubilmente fusi qui e altrove: i testi si rivolgono al “maschio” riescono a farlo servendosi di lettere “femmine”. “Le lettere ebraiche sono femminili. Il corpo scritto della Torà, affidato all'albero di trasmissione maschile, è composto di cellule femminili, perciò è vivo e mette fuori getti nuovi a ogni lettura, in ogni generazione. Perfino la scrittura sacra, l'ambito più strettamente maschile, è costituito di vita femminile grazie alle lettere”. De Luca studia e traduce testi biblici da autodidatta arrivando ad offrirci trasposizioni...CONTINUA...

Paasilinna Arto

I veleni della dolce Linnea

Nella sua postfazione Goffredo Fofi spiega che Arto Paasilinna può essere considerato una sorta di Stefano Benni finlandese. Un parallelismo che mi è sembrato piuttosto calzante. Nel mio piccolo ho pensato la stessa cosa leggendo “I veleni della dolce Linnea”: il mio primo Paasilinna. Una lettura disimpegnata e leggera, un romanzo che non richiede molta concentrazione né prevede sforzi di alcun genere. Esattamente quello che ci vuole quando si ha voglia o bisogno di letture lievi e brillanti. Perché il pregio di Arto Paasilinna è quello di concedere un piccolo svago letterario, una distrazione che di tanto in tanto può far bene. La protagonista del suo libro, come si deduce dal titolo, è Linnea...CONTINUA...

Susser Spencer

Hesher è stato qui

Metti un elemento estraneo all’interno di una famiglia con problemi di comunicazione, o quanto meno di comprensione immediata, e avrai sicuramente un effetto imprevedibile. Comunque un sussulto, uno scossone dal torpore che si annida in consolidate routine o in depressioni dovute a una perdita improvvisa. Se poi questo elemento estraneo è proprio parecchio estraneo, portatore di un linguaggio, verbale e non, in un primo momento difficilmente decifrabile, il cortocircuito sarà ancora più evidente. Su questo assunto semplice e sempre caro a un certo tipo di cinema, di là dal genere che lo rappresenta, si muove anche Hesher è stato qui, da pochi giorni...CONTINUA...

Seierstad Åsne

Il libraio di Kabul

Il libraio citato nel titolo del libro della Seierstad esiste davvero. Si chiama Sultan Khan ed è un afgano che ha accettato di ospitare nella sua casa la corrispondente e scrittrice norvegese per un periodo di sei settimane. Åsne giunge a Kabul nel novembre del 2001 dopo un periodo trascorso con i comandanti dell'Alleanza del Nord. In una libreria della città conosce Sultan Khan, il proprietario: "Dopo settimane in mezzo alla polvere da sparo e macerie, settimane di conversazioni su tattiche di guerra e avanzate militari, fu per me un grande sollievo sfogliare un libro e parlare di letteratura e di storia". Quando la Seierstad spiega a Sultan di voler scrivere un libro sulla sua famiglia...CONTINUA...

Miller Bennet

Moneyball. L’arte di vincere

Torna di moda il baseball, nel cinema americano, e convince anche i membri dell’Academy.  L’arte di vincere (Moneyball), film diretto da Bennet Miller e basato sul libro Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game, di Michael Lewis, si aggiudica ben sei nomination per l’Oscar 2012, dietro soltanto ai due grandi favoriti Hugo Cabret e The Artist. Tratto da una storia vera è lontano però dal classico film sportivo, perché il baseball è solo un pretesto, a ben guardare, per suggerirci altri e più interessanti spunti di riflessione sul funzionamento - e sulle conseguenti relazioni sociali ed economiche...CONTINUA...

Katz Janina

Desiderio su ordinazione

La mia scrittrice preferita (non è un mistero) è Agota Kristof. Perché parlo di Agota per recensire un libro di Janina Katz? Perché le due scrittrici hanno un elemento letterario comune fondamentale: entrambe hanno scelto di scrivere in una lingua diversa da quella madre. Quando ho letto che la Katz, originaria di Cracovia, dal 1990 scrive le sue opere solo in danese, la lingua del Paese in cui ha scelto di vivere dal 1969, non ho potuto non pensare alla Kristof che ha scritto i suoi libri in francese pur essendo nata in Ungheria, Paese dal quale è fuggita nel 1956. È evidente che quando si sceglie di fare letteratura scrivendo in una lingua che si impara da adulti e che si acquisisce altrove...CONTINUA...

Nixey Troy

Non avere paura del buio

Remake di un horror per la televisione diretto nel 1973 da John Newland, Non avere paura del buio segna l'esordio nel lungometraggio di Troy Nixey, comic book artist divenuto pupillo del produttore e sceneggiatore, nonché noto regista, Guillermo del Toro. E trattandosi di del Toro, come sanno gli appassionati di genere, ci addentriamo in un mondo che mescola orrorifico, fanciullezza e fiaba iniziatica, un territorio in cui le paure infantili si materializzano e diventano letali per i malcapitati personaggi in scena. Ancora una volta una bambina protagonista, come ne Il labirinto del fauno, opera che aveva peraltro un retrogusto evidentemente...CONTINUA...

Couto Mia

Perle

"Perle" è stato un gradito omaggio. Ricevuto, come alcune piacevoli sorprese, direttamente via e-mail, sotto forma di allegato e-pub, dalla Quarup, una casa editrice pescarese che, nonostante sia abruzzese come la sottoscritta, la sottoscritta non conosceva affatto. Tornare a leggere Mia Couto, come avevo sospettato fin dal mio primo Couto (Veleni di Dio, medicine del diavolo, Voland, 2011), è stato esaltante e sorprendente. In sostanza: non mi aspettavo nulla di meno. E non posso che continuare a ribadire che questo scrittore è una delle scoperte più stuzzicanti e stimolanti che abbia compiuto negli ultimi tempi. Stavolta si tratta di racconti. In "Perle"...CONTINUA...

Martello Luca

Harpo coniglio e il mistero di Facebook

Su Facebook si è scritto e si scriverà molto, ma è possibile parlare di questo fenomeno in maniera giocosa e divertente, senza demonizzarlo? La risposta – affermativa – viene da questo romanzo-saggio di Luca Martello, giovane sardo di talento e dallo spiccato senso dell’umorismo. Martello riesce a inventare una scherzosa e grottesca avventura che ha per protagonisti un coniglio e nientemeno che Zygmunt Bauman. CONTINUA...

Wiesel Elie

L’ebreo errante

In questo libro Elie Wiesel raccoglie tredici scritti nei quali condensa la sua esperienza e la sua addolorata testimonianza sulla Shoah. Un libro edito per la prima volta nel 1966, poco più di venti anni dopo l'apertura dei cancelli di Auschwitz. Tra i disperati resi finalmente liberi da quell'inferno c'era anche lui, Elie Wiesel, la cui esistenza, da quel momento in poi, ha rappresentato una continua riflessione, la perenne lotta contro il senso di colpa del sopravvissuto, la ricerca infruttuosa di una risposta allo sterminio di milioni di esseri umani, la spiegazione logica, storicamente ed umanamente valida che, come è costretto ad ammettere egli stesso, non esiste. Il primo dei testi...CONTINUA...