Nato a Copenaghen nel 1970, ma trapiantato a New York durante l’infanzia, Nicolas Winding Refn è probabilmente il maggior talento che il cinema danese ha partorito dai tempi in cui s’affermò a livello mondiale Lars von Trier. Come von Trier, anche Winding Refn è stato consacrato dal Festival di Cannes, vincendo a sorpresa il premio come miglior regista per Drive. Sorpresa perché Drive, dal 30 settembre nelle sale italiane, è sostanzialmente un film di genere, una sorta di thriller-action, tratto dall’omonimo romanzo di James Sallis, che nelle mani del regista danese si trasforma in un noir romantico dalle atmosfere incubotiche e dal fortissimo...CONTINUA...
“Eravamo dei radicali, nel senso etimologico del termine. Ci consideravamo apocalittici che si rifiutavano sistematicamente di farsi integrare in qualunque ordine. In noi pesavano molto il kulturpessimismus di Evola e Spengler, ma anche le teorie di George Sorel. Sindacalisti rivoluzionari da una parte, mistici cristiani dall’altra eravamo cattoanarchici di destra con visioni etico-sociali di estrema sinistra”. (p.60)
Questa testimonianza di un allora giovane Franco Cardini, oggi stimato – ma sempre orgogliosamente “non integrato” – storico medievalista, convinto sostenitore del dialogo tra mondo cattolico e mondo islamico, tra Oriente...CONTINUA...
Operazioni come quelle della Decca e del suo cofanetto "Original Masters" non sempre permettono di farsi un'idea compiuta delle qualità, o dei difetti, dell'artista dedicatario del CD: la selezione non è ragionata ma è semplicemente presa pari pari dall’archivio della casa discografica e quindi risulta non più di una legittima ed a volte apprezzabile operazione commerciale. Rappresentano semmai delle eccellenti occasioni per rimpinguare la propria discoteca con un prodotto a basso prezzo, sufficientemente ricco di notazioni e nemmeno disprezzabile quanto a confezione.
Una raccolta dove, accanto ai consueti cavalli di battaglia di ogni tenore che si rispetti, e purtroppo ascoltati fino allo sfinimento...CONTINUA...
Amado mi diverte moltissimo perché è leggero, amabile, coinvolgente ed irresistibile. Le sue storie sono vitali, colorate, piene zeppe di personaggi esuberanti e caratteristici ai quali, dopo poche pagine, non ci si può non affezionare. Leggere Amado presuppone una elasticità di vedute e un'interpretazione della morale un po' più scanzonata e disinvolta del solito, soprattutto in merito alle figure femminili. Molte donne potrebbero risentirsi per i toni frivoli e spesso vagamente sfacciati che lo scrittore brasiliano utilizza per descrivere il gentil sesso. Le donne sono fin troppo spesso ridotte a meri oggetti sessuali, oltre ad essere utilizzate di tanto in tanto come merce di scambio tra potenti...CONTINUA...
Ho conosciuto la strage di Babij Jar qualche tempo fa leggendo "La pianista bambina" di Greg Dawson. Poco tempo dopo, vagando tra gli scaffali di una libreria di Roma, sono incappata in questo libro il cui titolo non lascia spazio ad alcun dubbio. Kuznetsov c'era. Aveva solo 12 anni quando l'esercito tedesco invase Kiev, la sua città: il 19 settembre 1941 i nazisti entrarono nella capitale dell'Ucraina. L'occupazione si protrasse per due anni e due mesi prima che l'esercito di Hitler decidesse di ritirarsi. Lo stesso Fürher intraprese questa guerra sapendo che avrebbe rappresentato una "lotta fra ideologie e razze diverse". L'autore racconta numerosi episodi, quelli conservati nella...CONTINUA...
“La fine” - romanzo d'esordio dello scrittore italo-americano Salvatore Scibona, che ha impiegato 10 anni per portarlo a compimento, nominato al National Book Award (2008) statunitense, vincitore di vari altri premi letterari, per cui il suo autore è stato indicato come uno tra i 20 migliori scrittori under 40 degli U.S.A. dalla rivista New Yorker - cerca di narrare...CONTINUA...
Celebre per Ringu e Dark Water, due horror che hanno trovato fortuna (e conseguenti remake in salsa americana) ben oltre i confini del Giappone, il regista nipponico Hideo Nakata torna a dirigere un film di produzione occidentale dopo la poco fortunata esperienza di The Ring 2. I segreti della mente, titolo fantasiosamente adattato dall’originale e ben più calzante Chatroom, si discosta un pochino dal genere orrorifico privilegiato da Nakata, per andare a solcare i territori del thriller psicologico che sfocia nel dramma.
Protagonista è William, giovane dell’alta borghesia...CONTINUA...
L’insigne francesista e teorico della letteratura Francesco Orlando ha dato alle stampe il suo unico romanzo a settantasei anni, poco prima di morire improvvisamente. Si tratta di un testo breve, ma intenso e curatissimo, con riferimenti letterari e musicali, che riflettono gli interessi e gli studi dell’Autore.
È una prosa pura, priva di dialoghi, molto introspettiva e che scende con accuratezza nei sentimenti dei due ragazzi protagonisti pressoché assoluti del romanzo.
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In questi giorni, settembre 2011, Jon Lord sta combattendo la sua battaglia più difficile, e, forse anche a causa di questa circostanza, molti di noi sono tornati a ricordarlo ai tempi più felici dei Deep Purple, quando, non senza difficoltà, riuscì a portare dentro quella band la sua cultura di pianista ed organista “accademico”. Erano tempi che qualcuno ha voluto definire come pionieristici e che probabilmente permettevano qualche esperimento musicale poco ortodosso, senza per questo venire risucchiati nel business più bieco. In questo senso i Deep Purple, sotto l’egida di Lord, interprete e compositore, la loro parte l’hanno fatta prima nel settembre 1969 col “Concerto For Group & Orchestra”...CONTINUA...
“Se, oltre ad avere un ministro dell'Interno padano, avessimo anche i magistrati padani, probabilmente in Padania la mafia non esisterebbe, perché la nostra magistratura, che è fatta tutta di ragazzi del sud coi loro burocrati del sud, è un autentico groviera di informazioni: come fa uno a denunciare un mafioso se il mafioso, dopo tre minuti, lo sa perché viene informato da qualcuno, dagli amici? Perché questi sono così: qualcuno sarà codardo, qualcuno sarà venduto, qualcuno semplicemente facilone... Poi il magistrato, quando tornerà dalle ferie, quando avrà voglia, quando penserà che, interverrà, perché questa è la loro cultura, il loro modo di fare”.
Questa la dichiarazione di un tal Alberto...CONTINUA...
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