Politkovskaja Anna

Proibito parlare

Ho dovuto interrompere spesso la lettura di questo libro. Ho dovuto riprendere spesso fiato. Sospendere. Perché leggere gli articoli che compongono “Proibito parlare” è un’esperienza emozionale piuttosto forte. Cronaca schietta, diretta, puntuale. La Politkovskaja era una giornalista, non una letterata. Al centro di ogni pezzo c’è la ricerca della verità, quella spesso nascosta, infangata, contaminata, annientata dal sistema nazionale russo, dal suo esercito, dai suoi funzionari, dai suoi burocrati. La Cecenia è protagonista della stragrande maggioranza degli articoli qui raccolti. La strage di Novye Aldy (2000), nei pressi di Groznyi, apre la sequela di orrori: in poche ore, i soldati...CONTINUA...

Amette Jacques-Pierre

L’amante di Brecht

Presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, qualche tempo fa, ho visto una mostra intitolata "100 capolavori dallo Städel Museum di Francoforte. Impressionismo, Espressionismo, Avanguardia". Tra le opere esposte ho potuto ammirarne alcune realizzate dai cosiddetti "artisti degenerati". Si tratta di pittori le cui opere vennero considerate inappropriate ed indegne dal regime nazista e condannate alla distruzione. Anche l'arte di Brecht, come quella di altri letterati, poeti e drammaturghi, fu duramente avversata dal Terzo Reich tanto che l'artista, nel 1933, non ebbe altra scelta che abbandonare il suo Paese...CONTINUA...

Lupi Gordiano

Storia del cinema horror italiano. da Mario Bava a Stefano Simone. Vol.1: Il Gotico

La prima domanda che è lecito porsi, e di conseguenza porre a Gordiano Lupi, scrittore, editore, giornalista e talent scout letterario di Piombino, è la seguente: ma c’era proprio bisogno di una storia del cinema horror italiano? Non bastano forse i generici dizionari di cinema che già sono sul mercato da anni? E poi, ancora: a chi interessa l’horror del tempo andato, quando di crudeltà ed efferatezze a buon mercato ne è piena la vita di tutti i giorni, con tanto di media ad amplificarne l’eco? Non bastano Avetrana o i deliri di sangue di qualche sedicente gruppuscolo satanista divenuto tale per ammazzare la noia e il vuoto esistenziale che restituisce la sempre...CONTINUA...

Franzen Jonathan

Le correzioni

Ho una certa, nemmeno poi tanto piccola, titubanza di fronte ai romanzi degli scrittori di cui mi parlano in troppi. Una titubanza che si fa incertezza quando gli scrittori di cui mi parlano in troppi sono americani. Franzen non ha fatto eccezione.  Per mesi ho spostato il suo libro in fondo alla torre dei libri da leggere ma ora sono felice di aver letto (finalmente!) “Le correzioni”. La narrazione, come mi aspettavo, riluce di un'abbondanza tipicamente a stelle e strisce. Una ricchezza di dettagli, di antefatti e di premesse che, lo confesso, tende a sfinirmi. A Franzen, come a molti suoi colleghi, rimprovero tanta prolissità che, nell'economia della storia, diviene una zavorra di parole...CONTINUA...

McGrath Patrick

Grottesco

Grottesco: "delle figure che fanno ridere offendendo o contraffacendo la natura in maniera bizzarra". Sir Hugo Coal ci fa capire fin da subito di essere un uomo ormai ridotto allo stato vegetativo. Cosa sia accaduto al suo corpo, però, verremo a saperlo a tempo debito. Nel frattempo ci rendiamo conto che la sua mente e la sua lingua funzionano benissimo visto che sa intrattenerci raccontando molti altri accadimenti. In primis la sua smodata passione per le ossa: sir Hugo è un paleontologo dilettante ma è anche, o soprattutto, un ricco signore nato da una agiata famiglia inglese. Salta subito agli occhi che l'io narrante Hugo Coal sia provvisto di un carattere terribile. Arcigno, incontentabile...CONTINUA...

Chialà Sabino

Silenzi

“Silenzi”. Al plurale, ad indicare come esistano diversi tipi di silenzio, alcuni davvero mortiferi e pericolosi. Il breve libro di Sabino Chialà, monaco di Bose e studioso di ebraico e di siriaco, vuole essere insieme un invito alla riflessione e una provocazione. Niente risposte preconfezionate e ricette pronte per l’uso, niente facili elogi del silenzio, tentazione frequente specie in ambito monastico, solo un’offerta di approfondimento e l’invito, per ciascuno, a discernere la qualità del proprio tacere. CONTINUA...

Antonielli Sergio

Il campo 29

Ci sono porzioni di vita che, parafrasando Seneca, non sono vita, ma tempo. La vita di Massimo Venturi, il personaggio principale e voce narrante de "Il campo 29", dopo essere stato catturato in Africa e condotto prigioniero ai piedi dell'Himalaya, è divenuta essenzialmente tempo. Tempo da ammazzare, da annientare, da riempire in qualche modo e con qualche occupazione. Non tutti sanno (nemmeno io sapevo) che durante la Seconda Guerra Mondiale circa 10mila soldati ed ufficiali italiani vennero catturati dagli Inglesi e portati, dopo un lungo viaggio su navi fatiscenti e maleodoranti, in campi di prigionia indiani. Antonielli era stato rinchiuso a Yol, una località del distretto di Kangra, ai...CONTINUA...

Di Giovan Paolo Roberto, Fabretti Piero

I papi, la Chiesa e la pace

Non deve essere stato facile per Roberto Di Giovan Paolo e Pietro Fabretti, i due autori di “I papi, la Chiesa e la pace”, scrivere un libro che è sintesi del magistero in materia di pace della Chiesa degli ultimi settanta anni. Da Pio XII a Benedetto XVI i documenti che hanno trattato questo tema sono innumerevoli, tra discorsi, encicliche, messaggi, lettere pastorali, e un profano (termine che in argomento si adatta benissimo) si potrebbe ritrovare perso in una mole di parole oltretutto spesso male interpretate con apparenti o reali ripetizioni e sottili distinguo. Ce ne siamo resti conto nel leggere la terza parte del libro dove sono riportati quei documenti ritenuti più significativi per...CONTINUA...

Sang-soo Im

The Housemaid

Sempre presente nelle rassegne festivaliere degli ultimi anni, il cinema coreano sembra essersi specializzato in storie di vendetta, sovente truce ed efferata, generata da ingiustizie palesi perpetrate ai danni di chi è apparentemente destinato a non potersi difendere in alcun modo. Anche The Housemaid, di Im Sang-soo, presentato a Cannes e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Courmayeur Noir in Festival, remake di uno dei film coreani più celebrati della storia, considerato dai critici un capolavoro della cinematografia orientale (l’omonimo The Housemaid, di Kim Ki-young, del 1960), si iscrive a pieno diritto in questa categoria raccontando...CONTINUA...

Roveredo Pino

Capriole in salita

La prima edizione di "Capriole in salita" è stata pubblicata dalle Edizioni Lint, Trieste, nel 1996. Si tratta dell'opera di esordio di Pino Roveredo, scrittore che nel 2005, grazie a "Mandami a dire" è riuscito a conquistare il Premio Campiello. "Capriole in salita" è un racconto autobiografico, la cronaca di un lungo viaggio esistenziale che ha portato lo scrittore ad attraversare i territori sconfinati e desolanti dell'alcolismo e di tutte le aberranti conseguenze che l'abuso di alcol può comportare. Giuseppe (Pino) è nato da genitori sordomuti. Quando lui e suo fratello gemello Guerrino (Rino) vennero alla luce, suo padre festeggiò con una sonora sbronza. Una delle tante. Il vizio del...CONTINUA...