Sciascia Leonardo

I pugnalatori

Il 1° ottobre del 1862 nella città di Palermo si verifica "un fatto criminale di orrida novità". Tredici persone, in tredici punti diversi del capoluogo siciliano, vengono pugnalate quasi in contemporanea. Solo pochi mesi prima, esattamente nel maggio del 1862, l'avvocato piemontese Guido Giacosa era stato nominato Sostituto Procuratore Generale del Re presso la Corte d'Appello di Palermo. Ed è proprio a Giacosa e al Consigliere Mari che vengono affidate le indagini per scoprire la verità circa questa efferata vicenda. Viene catturato a breve uno dei pugnalatori, Angelo D'Angelo, grazie al quale, gradualmente, si conoscono i nomi degli altri esecutori e l'identità...CONTINUA...

Ferrarese Lapo

Incubi. Racconti horror

“Qualcosa stava scivolando giù dal muro! Sembrava una macchia di sporco che stesse colando dal piano di sopra, rapida ma inesorabile, senza alcun rumore. Ma non era tanto quello a incuriosirlo, quanto il fatto che la ‘cosa’ sembrava cambiare direzione volontariamente”. Tre storie, tre inquietanti narrazioni racchiuse in 177 agilissime pagine, tre racconti brevi che recuperano le atmosfere fascinose di Ai confini della realtà. Un libro breve ma incisivo, quello del fiorentino, classe 1969, Lapo Ferrarese, grande appassionato di horror e fantascienza che per Galaad Edizioni ha pubblicato questa interessantissima...CONTINUA...

Di Giovan Paolo Roberto, Martini Gianfranco

Piccoli padri. Una conversazione sulla nascita dell’Unione Europea e il suo futuro

Il titolo “Piccoli padri” al plurale è riferito a tutti quegli uomini, politici e studiosi che negli anni, forti di una convinzione federalista e spesso nell’ombra, hanno contribuito al consolidarsi della Comunità europea prima e dell’Unione europea poi. Dietro i “grandi padri” come Adenauer, De Gasperi, Schumann, Spaak, Spinelli c’erano tanti funzionari che lavoravano e organizzavano i lavori delle istituzioni  con uno spirito di servizio  ormai desueto; e questo libro, nel celebrare uno di loro, ci ricorda una politica che non era  disgiunta da utopie difficilmente realizzabili, ma di cui avremmo forse bisogno come medicina per volare più alto e distanziarci dalle attuali mediocrità. Forse...CONTINUA...

Cavina Cristiano

Scavare una buca

“Nessun lavoro ammazza la gente. Ci sono le persone a farlo. E se non sono gli altri, lo fanno da sole. Questo mestiere non è peggio di un altro. E nemmeno meglio. Ma certi lavori sono diversi. Scavare una buca dentro una montagna è diverso”. Coltivare una cava. Sembra un paradosso in termini. Eppure è così. La cava di gesso si coltiva come un pezzo di terra. Non ci sono aratri a scavare ma enormi perforatrici che penetrano in profondità e portano alla luce materiale sepolto da millenni. E' questo il lavoro che svolge il protagonista del quinto romanzo di Cavina. Un uomo grande e grosso abituato alla fatica di un mestiere che in pochi cercano di fare...CONTINUA...

Ghata Yasmine

La bambina che imparò a non parlare

"Muettes". E' questo il titolo originale de "La bambina che imparò a non parlare". Muettes vuol dire mute. Mute come le protagoniste di questo interessante e breve romanzo di Yasmine Ghata. Una madre, una figlia e un lutto lacerante, la perdita dell'uomo di famiglia, marito della prima, padre della seconda. Non conosciamo i nomi di queste due figure femminili ma, d'altro canto, non se ne avverte la necessità. Il loro mutismo, che è poi quello del titolo francese, è generato dalla perdita, dall'abbandono inaspettato, non voluto ed asprissimo. La madre tace il proprio dolore, incapace persino di comunicare a sua figlia la notizia del tragico evento. Parole che non le arrivano mai ma che la...CONTINUA...

Mazzucco Melania G.

La lunga attesa dell’angelo

“Il ratto delle Sabine”, un dipinto del Tintoretto. Sulla copertina de “La lunga attesa dell'angelo” c'è proprio un dettaglio di questo quadro. Non avevo mai letto la Mazzucco ed il titolo del libro, che pure è tratto da un verso della Plath, non mi ha intrigata. Però lei, quella donna dipinta col panneggio rosso che le avvolge i fianchi hanno afferrato sguardo e curiosità. Ho sbirciato la quarta di copertina ed ho trovato riferimenti al grande pittore veneziano: amo le vite tradotte in romanzo. L'ho comprato. La voce narrante è proprio quella del grande pittore, ormai vecchio e prossimo alla morte. I suoi ultimi giorni di vita: ogni giorno di febbre diviene un capitolo per raccontarsi...CONTINUA...

Barghi Andrea, Grasso Maurizio

Plettri nelle mani di Dio. Improvvisi a quattro mani sul tema The Beatles

Chi ancora non avesse letto “Plettri nelle mani di Dio” si potrebbe chiedere: “ma che significato ha l’ennesima biografia sui Beatles?”. Domanda mal posta perché l’opera di Barghi e Grasso non pretende certo di essere una summa esaustiva dell’arte dei Beatles e, per fortuna, neppure uno stitico bignami ad uso di chi non conosce il quartetto di Liverpool. Il libro, nell’economia di poco più di 160 pagine, si rivela semmai come un’intelligente e competente riflessione su aspetti probabilmente trascurati dai fan più superficiali, sia dalla critica musicale, la quale, almeno in Italia e nel campo pop-rock, spesso dimostra di non essere tale; ovvero di limitarsi a compitucci di mera cronaca gossippara...CONTINUA...

Calafati Antonio

Dove sono le ragioni del sì? La “Tav in Val di Susa” nella società della conoscenza

Non so proprio come si possa definire l’attitudine così tanto frequente di credere a qualcosa senza capirne le ragioni, ovvero essere d’accordo, magari con una politica, senza rispondere ad una sola domanda: perché? Non lo so e non credo sia essenziale adesso trovare le parole adatte, non fosse altro che si rischierebbe di risultare ingenerosi nei confronti di tante persone in buona fede che, credendo di informarsi, sono semplicemente vittime di un “pregiudizio di razionalità”. Di questo ci parla il volume di Antonio Calafati “Dove sono le ragioni del si”, che, nell’analizzare gli articoli dei maggiori quotidiani sulla Tav in Val di Susa, ci presenta un’attenta critica al sistema dell’informazione...CONTINUA...

Bianchi Enzo

Ogni cosa alla sua stagione

Enzo Bianchi, il priore di Bose, sembra invitarci ancora una volta – dopo “Il pane di ieri” – attorno al camino per ascoltare i suoi racconti, magari sorseggiando un bicchiere di buon vino e parlando a bassa voce, con un linguaggio essenziale e semplice. I leit-motivs – quelli che può riconoscere chiunque segua anche solo gli articoli del priore sui quotidiani– ci sono tutti: una vita bella, buona e beata, il fuge, tace, quiesceCONTINUA...

De Luca Erri

Tentativi di scoraggiamento (a darsi alla scrittura)

“Questa lettera non indica una direzione e non fornisce equipaggiamento. E' un tentativo di scoraggiamento di darsi alla scrittura”. Lo scrittore napoletano incita così a non divenire scrittori. Il testo di De Luca dovrebbe far crollare speranze e frantumare aspirazioni. Riuscirà nell'intento solo con chi non sente la parola scritta come sua carne e suo sangue. Scrivere, a mio modestissimo avviso, non è arte da tutti e De Luca, tra le righe, lo conferma. Il suo tentativo di scoraggiamento potrebbe articolarsi in una sorta di decalogo. Regole dettate da chi conosce la fatica di narrare e l'ha eletta a regola di vita. L'elenco dei precetti è fitto ed impregnato di una certa saggezza...CONTINUA...