Categoria: Cinema

Salvatores Gabriele

Denti

A tre anni dal fantascientifico Nirvana (1997), film curioso, non del tutto riuscito e lontano dai kolossal hollywoodiani di genere, Gabriele Salvatores partorì la sua opera più inquieta, simbolica e sperimentale, a tratti decisamente più visionaria del lungometraggio precedente. Denti, tratto dall’omonimo testo di Domenico Starnone, è un viaggio sovente allucinato con copiose digressioni nell’onirico, alla ricerca di un mistero fisico che ne nasconde uno esistenziale: l’origine e la natura di due abnormi incisivi sviluppatisi nella bocca di un bimbo, Antonio, il quale sin...CONTINUA...

Reitman Jason

Juno

Forse è il miglior modo di affrontare le avversità. Quello di prenderle di petto e trasformarle in energia positiva, vitale. È ciò che accade alla 16enne Juno MacGuff, eroina del nuovo cinema americano, allorché si scopre incinta dopo una “prima volta” improvvisa, improvvisata, comunque cercata, fortemente voluta. Cercata e voluta perché l’adolescenza è cosi, è tutta un impulso dionisiaco, è il tempo il cui abbandonare le paure ed osare: per scoprire, e scoprirsi. E Juno scopre che c’è vita in sé, una vita altra che certo disorienta...CONTINUA...

Scorsese Martin

Kundun

Kundun vuol dire “prescelto”, ma anche “presenza”, “oceano di saggezza”, tutti appellativi che racchiudono l’essenza del Budda. Kundun è il Budda reincarnato, il nome che i monaci buddisti tibetani riservano al “Sacro Signore”, il Dalai Lama. Martin Scorsese, dieci anni or sono, a poca distanza temporale dal più hollywoodiano Sette anni in Tibet (diretto dal francese Jean-Jacques Annaud e interpretato da Brad Pitt), propose una più personale, intima e rarefatta chiave di lettura del tempo cruciale del quattordicesimo – e ancora attuale...CONTINUA...

Burton Tim

Sweeney Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street

Tim Burton non finirà mai di stupirci, questo è certo. Se si esclude il trascurabilissimo e poco fantasioso remake de Il pianeta delle scimmie, il regista americano, quanto a originalità di temi - anche gli adattamenti, come nel caso in questione, vivono sempre del suo personalissimo tocco creativo - e sviluppo visivo degli stessi non ha mai deluso chi ama il suo geniale modo di far cinema. Nel caso di Sweeney Todd, il barbiere più sanguinario che si ricordi, l'artista californiano i rischi se li piglia tutti e ancor di più: adatta un musical macabro...CONTINUA...

Penn Sean

Into the wild

Trama: Un ventiduenne statunitense, che ama la letteratura, benestante, dopo la laurea decide di cominciare a girare per il paese, da solo, lasciando famiglia e identità, assumendone una nuova, quella di Alex Supertramp. Dona in beneficenza i propri risparmi, e va, lavorando quando capita il necessario per mantenersi, sognando di raggiungere infine l'Alaska e stare “into the wild”, a contatto con la natura. Il suo viaggio dura due anni, nel corso dei quali incontra...CONTINUA...

Coen Joel, Coen Ethan

Non è un paese per vecchi

In puro stile Coen, i due fratelli terribili del cinema americano trasportano sullo schermo un noto romanzo di uno dei più grandi narratori americani in attività. No country for old men, scritto da Cormac McCarthy e trasposto da Ethan e Joel Coen, ci racconta di una terra di confine (tra il Texas e il Messico, evocativa di western crepuscolari) in cui i mutamenti antropologici e comportamentali sono più difficili da interiorizzare, un luogo che è sempre America ma che è assai lontano dalla smania di progresso continuo e prolungato degli opulenti...CONTINUA...

Wong Kar-wai

Hong Kong Express

Storie di solitudine, di lettere spedite e mai aperte o aperte in ritardo, di poliziotti che hanno perduto l’amore e di donne enigmatiche e sfuggenti, sullo sfondo di una Hong Kong dalle mille luci e dai frastornanti colori, ancorché spesso notturna e anch’essa sfuggente, dove la pioggia sostituisce le lacrime mai versate, trattenute in una dimensione che elude sovente la realtà per farsi stadio intermedio che non è nemmeno sogno. O lo è solo in parte. Il primo film da esportazione del cineasta di Hong Kong Wong Kar-wai, oggi notissimo in Occidente grazie a capolavori...CONTINUA...

Nuti Francesco

Willy Signori e vengo da lontano

Con Willy Signori e vengo da lontano si comincia a percepire come netta la distanza tra pubblico e critica nel valutare le opere di Francesco Nuti. Se Caruso Pascoski, film d’un anno precedente, aveva sostanzialmente diviso (comunque con prevalenza di critiche negative), Willy Signori è assolutamente bollato come film dalla sceneggiatura inesistente, con l’aggravante dell’accrescersi del narcisismo dell’attore-regista, pur al cospetto di due degne attrici come la Ferrari e la Galiena. La vena surreale del comico toscano pare debordare oltremodo...CONTINUA...

Ponzi Maurizio

Son contento

Terza e conclusiva collaborazione con l’amico e regista Maurizio Ponzi, Son contento è anche l’ultima pellicola in cui Francesco Nuti non si dirige (se si eccettua Concorso di colpa di Claudio Fragasso, ultima apparizione del comico toscano sul grande schermo, datata 2005), uscita nelle sale due anni prima di Casablanca Casablanca, suo convincente esordio dietro la macchina da presa. Della trilogia ponziana, consumata nell’arco di un paio di stagioni (1982-83), Son contento è certamente l’opera più ambiziosa e ricca di spunti...CONTINUA...

Allen Woody

Sogni e delitti (Cassandra’s Dream)

Il bel titolo originale, Cassandra’s Dream (inutile dirvi che l’italiana “traduzione” Sogni e delitti, per quanto prossima al tema trattato, è assai più banale), ispirato a giusta ragione,  vista la vicenda, all’omerica profetessa di sventure, è già di per sé un indizio per capire dove culmina il trittico di pellicole londinesi di Woody Allen. Non in un luogo fisico, o per lo meno non soltanto, visto che Londra si è rivelata scenario quanto mai suggestivo e verosimile per le opere in questione, ma in un luogo psichico, esistenziale. Come nel capostipite...CONTINUA...