Haneke Michael

Il nastro bianco

Controversa Palma d’oro al Festival di Cannes, Il nastro bianco è un’opera che consente all'austriaco di origine tedesca Michael Haneke di tornare ad indagare l’aberrazione umana dal punto di vista delle relazioni che si creano in un particolare contesto, utilizzando il metodo dell’antropologo che va a ricercare l’origine e l’identità del male senza per questo volerne spiegare palesemente le motivazioni. Se facciamo un passo indietro, ai due Funny Games e a Niente da nascondere, possiamo notare confermato questo approccio che ne Il nastro bianco addirittura si fortifica – un orrore non visivamente manifesto, decisamente...CONTINUA...

Mesirca Giuseppe

Una vecchia signora

Inverno ’44. Nella sonnolenta provincia veneta, in un antico paesotto agricolo, vive Caterina, una vecchia signora austera e dispotica, inacidita dalla solitudine e dall’età. Ricca ereditiera, ha vissuto col padre fino a cinquant’anni e ha rifiutato ogni pretendente alla sua mano (e alle sue sostanze), dedicandosi all’amministrazione dei suoi beni e all’allevamento di cani e cavalli di razza. Abita in un grande palazzotto pieno di stanze insieme al vecchio servo Giovanni, ereditato dal padre, che mai l’aveva stipendiato pur avendolo utilizzato per molte mansioni (servo, fattore, cocchiere). In tarda età Giovanni aveva rivelato insospettate doti di domestico, tali da renderlo...CONTINUA...

Matteoni Francesca

Artico

Di nuovo (visti gli ultimi tre pezzi che ho scritto qui) mi trovo a scrivere che l'autrice di questo libro, di questa raccolta di poesie, è una persona che conosco. La cosa che a me sembra curiosa è che siamo, diciamo, compaesani, nel senso che entrambi siamo di Pistoia (anche se io vivo a qualche chilometro dalla città, in effetti), ma ci siamo conosciuti tramite internet. Lei pubblica cose sue e di altri su Nazione Indiana, io ogni tanto commentavo i suoi pezzi. Così ci siamo conosciuti. Ci siamo poi incontrati in occasione, purtroppo, di una lettura in memoria di David Foster Wallace, lo scrittore americano che un anno e poco più fa si tolse la vita. Lo amiamo tutti e due, credo di poterlo...CONTINUA...

Duve Karen

La più pallida idea

Un cane suona alla porta e parla. Una donna-piovra si affeziona alla scalcinata protagonista di uno dei nove racconti di questa raccolta. Ci sono anche l’uomo-criceto e la donna-baccalà, sembrano personaggi delle favole, ma quelle della Duve non hanno l’innocenza dell’infanzia, sono favole nere, ironiche e sorprendenti. Protagoniste sono le donne, in genere giovani, piuttosto stravaganti, sostanzialmente emarginate, non integrate in una normalità né lavorativa, né sentimentale, donne poco appariscenti e poco piacenti che si muovono in uno stato di perenne apatia, una sorta di indifferenza...CONTINUA...

Gilliam Terry

Parnassus. L’uomo che voleva ingannare il diavolo

Nulla è per sempre… neanche la morte. C’era molta attesa per il ritorno nelle sale del geniale Terry Gilliam; molta attesa perché di Parnassus se ne parlava oramai da un bel po’, e non solo perché è l’ultima pellicola interpretata da un attore entrato nel mito perché prematuramente scomparso – e perché bravo, e quest’ultimo film interpretato, se mai ce ne fosse bisogno, è una conferma ulteriore del talento dello sfortunato australiano -, come Heath Ledger. Non c’è solo Ledger, naturalmente, c’è soprattutto il talento visionario dell’eterno fanciullo Gilliam, che questa volta cerca addirittura di penetrarlo il nostro immaginario, per riscriverlo o quanto...CONTINUA...

Sedaris David

Mi raccomando: tutti vestiti bene

I proclami di copertina non mi hanno mai convinta molto. Leggere che Sedaris è “l’umorista migliore d’America” è stato, fin da subito, ai miei occhi, vagamente sospetto. Perché sapere che il libro che stai per leggere è stato scritto da “l’umorista migliore d’America” non può che generare immense aspettative. La parte difficile, però, è nel riuscire a rispondere alle suddette aspettative. Infatti Sedaris e il suo “Mi raccomando: tutti vestiti bene” non sono stati all’altezza di ciò che la copertina annunciava. Rischio calcolato per un lettore. Sedaris scrive racconti. E’ il genere più adatto per chi, come lui, fotografa piccoli episodi di vita utilizzando il filtro dell’ironia e la voglia...CONTINUA...

Piovene Guido

Lettere di una novizia

“I personaggi di questo romanzo, sebbene diversi tra loro, hanno un punto comune: tutti ripugnano dal conoscersi a fondo. Ognuno capisce se stesso solo quanto gli occorre; ognuno tiene i suoi pensieri sospesi, fluidi, indecifrati, pronti a mutare secondo la sua convenienza, senza contraddizione né bugia né riforma; ognuno sembra pensare la propria anima non come sua essenzialmente, ma come un altro essere con cui convive, seguendo una regola di diplomazia, traendone di volta in volta o voluttà, o medicina, o perdono”. (Dalla Prefazione dell’Autore)...CONTINUA...

Balducci Ernesto

Francesco d’Assisi

Non è facile raccontare Francesco d’Assisi senza farne un’icona devozionale e senza privarlo della sua potente carica innovativa, non solo per gli anni in cui è vissuto, ma per gli uomini di tutti i tempi. Padre Ernesto Balducci evidenzia il forte spirito profetico che animò il povero d’Assisi, che diventa così non un uomo del passato, ma un uomo del futuro, capace di prospettare in tutti gli atti della sua vita un’immagine completa di uomo nuovo, in perfetto stile evangelico. CONTINUA...

Kiš Danilo

Dolori precoci

Sono diciannove i racconti di “Dolori precoci”. Il libro fa parte di una trilogia che comprende anche “Giardino, cenere” e “La clessidra”. Tutti pubblicati per la prima volta nel 1969. Kiš ha iniziato a scrivere da bambino, a nove anni, in ungherese, ma la sua lingua letteraria è il serbo-croato. La memoria, il suo inarrestabile flusso, il suo inesorabile culto è quanto trasuda da “Dolori precoci”. L’infanzia di Kiš, tracciata in frammenti, in minuscole porzioni di ottima narrativa. La presenza di una madre povera ma determinata a non farsi sopraffare dalle piegature della storia. Una sorella, Anna, un po’ più grande e col potere di demolire, attraverso il cinismo e la presa in giro, qualsiasi...CONTINUA...

Savinio Alberto

Les chants de la mi mort (Canino, Castellani, Jona)

“Les chants de la mi mort”,  il Cd della Stradivarius edito nel 1993, è probabilmente l’unica registrazione ancora in commercio che testimonia Alberto Savinio nelle vesti di compositore. Opera che perciò possiamo ben definire “rara”, non fosse altro che per reperirla presso i normali canali commerciali vuol dire proprio darsi un gran daffare. Come si suol dire: il gioco (l’impegno) vale la candela? Non siamo affatto di fronte a capolavori musicali, peraltro di non facile ascolto, ma è pur vero che l’ascoltatore, competente e/o curioso non mancherà di cogliere le stranezze di queste ostiche composizioni: ovvero la giusta ricompensa per la spesa (importante) e per l’impegno profuso nel reperire...CONTINUA...