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scrittrici
Prima di entrare nella Risiera di S. Sabba sono stata costretta a fermarmi. In alto, a destra e a sinistra, i due alti muri grigi in cemento armato. Non potevo accedere a quel luogo come in qualsiasi altro. No. Ho dovuto rallentare e respirare e pensare. Stavo per entrare nell'unico campo di sterminio esistente in Italia. Stavo per guardare ciò che resta di un mondo che per diverse migliaia di persone ha rappresentato la distruzione allo stato puro. Ed è in quel cortile, tra quelle mura nude e rossicce, in quell'enorme spazio che è chiamato "La sala...CONTINUA...
Ho letto alcuni libri di Magda Szabó. "Il vecchio pozzo", però, si distingue da tutti. E' diverso perché la scrittrice ungherese parla di sé. Precisamente della sua infanzia. Lo fa nel modo elegante e raffinato che sapevo, eppure "Il vecchio pozzo" non mi ha appassionata e coinvolta come mi sarei aspettata. La lettura è andata avanti con un po' di fatica e qualche traccia di tediosa monotonia. Forse perché i temi ricorrono in maniera vagamente ridondante, forse perché c'è un sentimentalismo che non riesco a reggere più di tanto, forse perché la bambina Magda Szabó mi è stata leggermente antipatica...CONTINUA...
Un "corpo estraneo" è qualcosa che non trova la propria collocazione. Una sorta di alieno che si muove in un contesto che non gli appartiene. Un "corpo estraneo" rischia di essere risucchiato oppure espulso. E di "corpi estranei" in questo romanzo della Ozick ce ne sono diversi: i vari personaggi, ognuno a modo proprio, sembrano essere "corpi estranei". Estranei al tempo che vivono, estranei alla famiglia a cui appartengono, estranei al luogo in cui si trovano. E forse è per questo che le figure che popolano "Corpi estranei" si muovono in continuazione: sembrano cercare, più o meno disperatamente...CONTINUA...
Prima di tutto: "La lenta nevicata dei giorni" è un verso di una poesia di Primo Levi ed Elena Loewenthal lo ha eletto a titolo del suo romanzo. La neve, in vari modi e sotto varie spoglie, ricorre costantemente in queste pagine. Spesso è pesante e confusa come i ricordi, a volte è grigia e leggera come cenere di carta, a volte cade in fiocchi larghi e silenziosi e si posa a terra senza lasciare traccia. La neve è la compagna di viaggio di chi è trasportato su carri bestiame da ogni luogo d'Europa fino ai campi di sterminio nazisti. E' la testimone silente di vite tramutate in fumo. Un fumo grigio...CONTINUA...
"La prova del miele" è considerato un best seller erotico. Molto noto in Occidente, praticamente introvabile nei Paesi arabi. Salwa Al-Neimi è una poetessa e scrittrice siriana che vive a Parigi da molti anni. Con "La prova del miele" si è addentrata spavaldamente in una tematica che, soprattutto per la cultura islamica, è tra i tabù più impenetrabili: il sesso. L'unica voce narrante di questo libro appartiene ad una donna araba, elemento nient'affatto trascurabile.
L'incipit è quanto meno eclatante: "C'è chi porta con sé il ricordo degli animi. Io porto con me il ricordo dei corpi. Non conosco...CONTINUA...
Diverse persone, in tempi più o meno recenti, mi hanno suggerito Cynthia Ozick. Diverse persone hanno avuto ragione. La Ozick è una scrittrice che vale la pena leggere e conoscere, nonostante in Italia sia letta poco e conosciuta ancora meno. Ho trovato un paio dei suoi romanzi in un negozio di libri usati perché nelle librerie "normali" la Ozick è del tutto assente. "La galassia cannibale", prima edizione Garzanti, anno 1988. Quasi introvabile. Un libro che ho letto con estrema curiosità e discreta soddisfazione.
Joseph Brill è il direttore di una scuola elementare americana, la "Edmond Fleg"...CONTINUA...
Ho "incontrato" Toni Morrison per caso. Come capita spesso coi buoni autori. Un canale fra i tanti, saltando senza senso fra programmi senza senso. C'è qualcuno che parla di scrittori americani. Mi soffermo. Una donna, ormai anziana e dallo sguardo intenso, è intervistata e tradotta. Si parla di lei, del suo premio Nobel e dell'America di Obama. E' Toni Morrison. Ho voluto iniziare il mio percorso di conoscenza di questa straordinaria scrittrice da "Amatissima" (titolo originale "Beloved") forse perché è il suo romanzo più celebre. Arrivo, come capita spesso, un po' in ritardo. Forse perché non...CONTINUA...
Non credo sia retorico pensare che "Una giornata al Monte dei Pegni" abbia risvolti di stringente attualità. Al Monte dei Pegni si va per lasciare oggetti più o meno preziosi ed avere in cambio denaro. E, in tempi come quelli che stiamo attraversando, sono tante le persone che, per tirare avanti, non possono far altro che cedere qualche piccolo bene ricavando un po' di soldi. La speranza è più o meno la stessa per tutti: recuperare ciò che si è lasciato sul banco prima che finisca all'asta. La Loewenthal, un giorno, si è seduta tra la gente in coda al Monte dei Pegni. Ha ascoltato, osservato, riflettuto...CONTINUA...
Non avevo mai letto nulla di Benedetta Cibrario. L'occasione è arrivata, anche stavolta, dal banchetto di libri usati. Un titolo che mi è sembrato interessante e una scrittrice italiana. Pochi elementi ma sufficienti per l'acquisto. "Sotto cieli noncuranti", scopro poi, è un verso tratto da "Questo lato della verità", una poesia di Dylan Thomas. La Cibrario la riporta per intero, all'apertura del libro. Il suo secondo libro. Il primo, "Rossovermiglio", le ha permesso di vincere il Campiello nel 2008. Vado avanti cosciente che, in fondo, i premi non garantiscono necessariamente qualcosa.
"Sotto...CONTINUA...
"Un eremo non è un guscio di lumaca, e io non mi ci sono rinchiusa; ho solo scelto di vivere la fraternità in solitudine. […] Non si sceglie la solitudine per la solitudine ma per la comunione, non per star soli ma per incontrarsi, in un modo diverso, con Dio e con gli uomini". L'eremitismo, così come lo ha inteso Adriana Zarri, è un po' diverso dal solito. L'eremita, secondo un diffuso cliché, è una persona che si isola completamente dal mondo, si astrae da ciò che lo circonda, si separa dagli altri esseri umani in una logica di rinuncia e, spesso, di rifiuto. Adriana Zarri, invece, ha...CONTINUA...
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