Tong Su

Mogli e concubine

La fama di “Mogli e concubine”, almeno in Occidente, è stata preceduta da quella di “Lanterne rosse”, il film che Zhang Yimou ha tratto proprio dal romanzo breve di Su Tong. Storia drammatica e quasi claustrofobica, apparentemente molto lontana dal nostro mondo e, forse, proprio per questo tanto affascinante. Al centro della vicenda una giovane di diciannove anni, Songlian. Dopo la morte del padre, per non farsi travolgere dalla inevitabile miseria, decide di abbandonare gli studi e di divenire la quarta moglie del ricco cinquantenne Chen...CONTINUA...

Némirovsky Irene

Suite Francese

Romanzo concepito come una grande sinfonia musicale in cinque parti, delle quali soltanto due videro la luce a causa della tragica deportazione dell’Autrice, “Suite Francese” vuole ritrarre la Francia e i francesi al tempo della guerra, vuole narrare soprattutto le storie della gente, le reazioni e il modo in cui le situazioni d’emergenza svelano la vera natura degli individui. “Mio Dio, cosa mi combina questo paese? Dal momento che mi respinge, osserviamolo freddamente, guardiamolo mentre perde l’onore e la vita” (Appunti di I.Némirovsky sullo stato della Francia e sul suo progetto Suite Française tratti dal suo diario e riportati nell’appendice dell’edizione...CONTINUA...

Eastwood Clint

Letters from Iwo Jima

Dopo Million dollar baby, quello che probabilmente può essere definito il suo capolavoro – ancorché sia difficile scegliere tra le perle eastwoodiane dell’ultimo quindicennio -, l’oramai ultrasettantenne Clint Eastwood decide per un’operazione filmica che non ha precedenti: condensare in due film, usciti nelle sale a stretto giro di posta, il duplice punto di vista dei contendenti della sanguinosa battaglia di Iwo Jima, avamposto giapponese in cui caddero sul campo uno spropositato numero di vite umane. Se Flags of our fathers, opera che inquadra l’ottica del fronte americano, già dal titolo concentra l’attenzione sul tema della bandiera come...CONTINUA...

Ben Jelloun Tahar

Creatura di sabbia

Dopo sette figlie femmine, un padre marocchino decide che l’ottava creatura che sua moglie metterà al mondo sarà un maschio. Indipendentemente da tutto. E così è. L’ottava creatura è anch’essa una femmina, ma viene chiamata Mohamed Ahmed ed è un maschio. Solo suo padre, sua madre e la levatrice sanno la verità. Con la nascita di Ahmed, suo padre, ormai prossimo alla vecchiaia, ha finalmente un erede che si occuperà delle ricchezze di famiglia, di sua madre, delle sue sette sorelle e, soprattutto, sarà capace di restituire l’onore ad un uomo che, fino a quel momento, aveva generato solo delle inutili femmine. Ahmed sa di essere un maschio e, come tale, si comporta fin da bambino. Disprezza...CONTINUA...

Zweig Stefan

Erasmo da Rotterdam

"Triumph und Tragik des Erasmus von Rotterdam" appartiene al gruppo delle biografie storiche scritte da Stefan Zweig. Non è un caso che lo scrittore viennese abbia scelto l’illustre filosofo olandese. In lui Zweig vede, giustamente, l’antesignano dell’uomo europeo, l’umanista libero, indipendente, moderato e coltissimo. Il ritratto che Zweig delinea di Erasmo è nitido e puntuale. Ne descrive l’aspetto esteriore, ma anche i moti dell’intelletto e dell’anima. Uno studioso infaticabile, celeberrimo in vita, stimato dai suoi contemporanei. Erasmo Desiderius, figlio illegittimo...CONTINUA...

Eastwood Clint

Changeling

La passione civile che anima il cinema di Clint Eastwood è la cifra tematica più evidente che emerge dall’analisi della sua cinematografia recente, e non solo: a ben guardare, bisognerebbe retrocedere al tempo dello struggente Un mondo perfetto per capire come l’opera eastwoodiana segni una cesura, uno strappo, una presa di coscienza e una maturità artistica rispetto ai motivi essenziali del suo cinema precedente. E proprio a Un mondo perfetto, a Fino a prova contraria (e per il rapporto cittadino potere anche a Potere assoluto, pur essendo quest'ultima una pellicola più votata al puro intrattenimento)...CONTINUA...

Roth Joseph

La Cripta dei Cappuccini

La Cripta dei Cappuccini si trova a Vienna e, dal 1633, ospita le tombe degli imperatori e delle imperatrici d’Austria e di altri membri della famiglia imperiale. Ne “La Cripta dei Cappuccini” lo scrittore galiziano racconta la fine dell’Impero austro-ungarico, un tracollo a cui egli stesso aveva assistito in prima persona, vivendo, impotente e vittima, la distruzione di un mondo di cui, fino ad allora, aveva fatto parte e in cui aveva cieca fiducia. Il personaggio principale del romanzo, alter ego di Roth, è Francesco Ferdinando, giovane e brillante erede della casata dei Trotta, la stessa a cui apparteneva l’“eroe...CONTINUA...

Allen Woody

Vicky Cristina Barcelona

Continua il viaggio in Europa di Woody Allen il quale, dopo il nebbioso trittico londinese, approda nella solare ed estiva Barcellona per raccontarci ancora – ciclicamente torna su questi sentieri – delle fragili (in)certezze dell’amore, delle precarietà emotivo-affettive accentuate dal tempo sempre più arido e privo di sicurezze che le ospita: il nostro. Lo sguardo disilluso del grande cineasta newyorchese, qui agente sottotraccia, ma per questo ancor più insinuante rispetto all’inequivocabile grigiore della cornice londinese, si palesa nei piccoli gesti di una commedia divertente e intimista che si avvale di protagonisti ricchi di fascino come Scarlett Johansson...CONTINUA...

Du Welz Fabrice

Calvaire

Dopo alcuni promettenti cortometraggi, il regista belga Fabrice Du Welz esordisce nel 2004 con un lungometraggio agghiacciante, un horror che scava nei profondi recessi della psiche umana, nei territori dove il dolore può generare la follia più acuta e insensata. È il caso di Calvaire, opera inconsueta che sceglie il genere orrorifico ma rifugge l’uso del sangue a buon mercato (a dire il vero quasi del tutto assente), per invece mostrare un terrore tutto psicologico, a tratti realmente insopportabile, per l’intima ferocia che porta con sé. È la storia di Marc Stevens, giovane cantante squattrinato che cerca di tirar su...CONTINUA...

Lewis Roy

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene

Il progresso tecnologico non è sempre andato di pari passo con il progresso morale. “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene” ne è la divertente ed ironica conferma. Protagonista della vicenda una famiglia, un’orda, per l’esattezza (quindi qualcosa in meno di una tribù), di ominidi. Si tratta di scimmie un po’ più evolute che da poco hanno iniziato a camminare erette, da poco hanno abbandonato gli alberi per andare a vivere nelle caverne e da ancora meno tempo hanno scoperto il fuoco. A capo dell’orda c’è Edward, il padre, anche se la storia ci viene raccontata da Ernest, il figlio. Ogni ominide possiede un tipico nome britannico, dettaglio bizzarro e già di per sé piuttosto ridicolo. Edward...CONTINUA...