Categoria: scrittrici

Loy Rosetta

Ahi, Paloma

"Ahi, una Paloma blanca come la nieve, come la nieve, ahi, m'ha rovinato l'alma, come me duele, come me duele…". E' una vecchia canzone. Si ascoltava da un grammofono a manovella durante l'estate del 1943. L'ascoltavano i ragazzini sfollati a Brusson, in Valle d'Aosta. Rosetta Loy era lì con la sua famiglia, lontana da Roma e da molti altri orrori della Guerra. Una Guerra che, nonostante tutto, viene percepita ugualmente: il Grand Hotel Brusson può offrire solo pasti poveri e sempre uguali, la stoffa per fare un nuovo vestito non si trova e comprare cioccolata alla borsa nera è solo un miraggio...CONTINUA...

Vanderbeke Birgit

Vedo una cosa che tu non vedi

Andare via. E' un proposito che facciamo in tanti, anche più volte al giorno. Poi però ci sono gli impegni. Magari il lavoro, magari un figlio, magari un marito o decine di altre ragioni (o solo alibi?). Andare via. E' quello che desidera la protagonista del romanzo della Vanderbeke, unica voce narrante e suo palese alter ego. "Inizialmente sono rimasta e ho pensato, un giorno andrò via, intanto il bambino continuava a crescere, e io ero ancora lì, e un giorno ho pensato, se non ti sbrighi ad andar via, va a finire che rimani qui e poi ti prende la tristezza, e allora sono andata via, mentre...CONTINUA...

Ferguson Kathleen

Storia di una perpetua

La perpetua più famosa della letteratura italiana è sicuramente la Perpetua de "I promessi sposi". Una figura tutto sommato collaterale e subalterna. Eppure è proprio in queste figure collaterali e subalterne che può annidarsi un fascino inaspettato, un magnetismo che diversi scrittori e parecchi registi hanno saputo trasformare in opera d'arte. Esattamente come ha fatto Kathleen Ferguson, una scrittrice nata in Irlanda del Nord e in cui sono incappata praticamente per caso. La Ferguson è stata educata secondo ferrei principi cattolici...CONTINUA...

Vanderbeke Birgit

Si può fare

Ritorno con piacere a Birgit Vanderbeke. Del Vecchio ha pubblicato "Si può fare". Un libro relativamente breve, una copertina divertente e un titolo che, fin da subito, trasmette una sensazione positiva o propositiva, dettaglio che, considerati i tempi, non è propriamente trascurabile. E di propositivo, dentro "Si può fare", c'è parecchio. Perché questo libro non fa che presentare un'alternativa esistenziale, seppur meramente letteraria. E chi dice che, alla fine, non si possa fare? Appunto. La voce femminile narrante rimane una voce anonima. Un nome però ce l'ha Adam Czupek. "Adam era sempre...CONTINUA...

Mainardi Anna

Ballata per violino e pianoforte

La storia di Attilio e di Milli somiglia a tante storie italiane. Persino a quella dei miei nonni. Storia di persone che restano nella memoria dei figli che hanno generato. Storia di decenni che sono scivolati tra un matrimonio, una guerra, una famiglia e il tentativo di una rinascita necessaria. Anna Mainardi in "Ballata per violino e pianoforte", il suo primo romanzo, racconta semplicemente la storia dei suoi genitori. Una semplicità che tracima da ogni pagina. Una semplicità che, purtroppo, si traduce in una narrazione incolore, prevedibile, ordinaria. La sensazione è che questa scrittrice non...CONTINUA...

Loewenthal Elena

Conta le stelle, se puoi

E se a Mussolini, una mattina del 1924, subito dopo essere sceso dal letto, fosse preso un colpo e fosse morto? E se la Repubblica Italiana fosse nata nel 1938, subito dopo l'abdicazione e la fuga in Egitto di re Vittorio Emanuele III? E se non ci fosse stato il nazismo né la Shoah? Non è il gioco dei se, è letteratura. Si tratta quindi di allettanti possibilità e, si sa, l'ambito del possibile è ben più ampio e seducente di quello dell'improbabile. Il fatto che tali eventi non siano realmente accaduti non toglie nulla alla loro rilevanza eventuale e al loro fascino. Ed Elena Loewenthal ha saputo...CONTINUA...

Lo Iacono Simona

Effatà

Siracusa, estate 1950. L'attrice Dora Genesio, nella parte di Milla Milord, esordisce al Teatro Luna. Ma in "Effatà" di Dora Genesio e di Milla Milord si parla ben poco. Perché il vero interprete del romanzo di Simona Lo Iacono si chiama Nino Smith, un bambino di otto anni, coi capelli biondi e gli occhi chiari. E' arrivato in Sicilia da poche settimane al seguito di Dora Genesio l'attrice, che è poi anche sua madre, dopo aver lasciato l'Inghilterra. Nino è sordomuto. Le parole, e tutti i motivi che le parole si portano dentro, però, li riconosce lo stesso. Certo: non sa leggere, ma per quello...CONTINUA...

Cutrufelli Maria Rosa

La briganta

"Sono una sepolta viva. Venti anni di bagno penale (tanti ne ho già trascorsi qua dentro) sono più eterni della morte e solo con la morte avrà fine questa eterna agonia". Primavera 1883. La donna che parla è la "briganta". Maria Rosa Cutrufelli, in questo suo breve, primo romanzo (apparso per la prima volta nel 1990), ha dato anima e voce ad una delle rare, ma non rarissime, donne-brigante. L'espediente letterario scelto della Cutrufelli è quasi un classico: Margherita, questo il nome della briganta, in prigione da tanto tempo, decide di raccontare in prima persona la sua vita. Dopo aver...CONTINUA...

Lapierre Alexandra

La Dissoluta

Ci sono vite che sembrano nate per diventare romanzo. E la vita di Elizabeth Chudleigh rientra a pieno titolo in questa categoria. Ad Alexandra Lapierre non è servita moltissima immaginazione per trasformare in letteratura l'intrigante ed avvincente esistenza della duchessa di Kingston. Nel sottotitolo, con l'uso di soli tre aggettivi, ne descrive rapidamente l'essenza: libertina, adultera, bigama. C'è altro? Ovviamente sì. Elizabeth Chudleigh è una donna eccentrica, stravagante, irruenta, originale, anticonvenzionale, eccessiva. Una donna che ha inventato il proprio destino piegandolo beatamente...CONTINUA...

Banti Anna

Artemisia

Il mio primo contatto con Artemisia Gentileschi è avvenuto poco tempo fa con "Artemisia" di Alexandra Lapierre. Ed "Artemisia" si intitola anche il romanzo di Anna Banti. Un libro che ha avuto un destino difficile, considerando che la prima stesura è andata distrutta nel 1944 durante un bombardamento su Firenze. La Banti recupera la memoria della sua Artemisia nell'estate del 1944 e ci lavora fino all'estate del 1947. Poi il libro viene finalmente pubblicato. L'Artemisia della Banti ha poco in comune con l'Artemisia della Lapierre. Forse perché gli occhi della Banti hanno voluto soffermarsi sugli...CONTINUA...