Coppola Francis Ford

Un’altra giovinezza

Una folgore. Proprio come una folgore arriva nelle sale il nuovo film di Francis Ford Coppola, a dieci anni di distanza da L’uomo della pioggia, suo precedente lungometraggio. E come una folgore acceca. La stessa folgore con cui prende vita la storia del suo protagonista, un lampo che annienta per rigenerare, le cellule morenti come la coscienza. L’ispirazione, dalla quale il regista americano attinge a piene mani, arriva da un visionario ed evocativo romanzo del rumeno, storico delle religioni e studioso dello yoga e dello sciamanismo Mircea Eliade, considerato dagli esperti della materia...CONTINUA...

Vassalli Sebastiano

Cuore di pietra

Una casa è la vera protagonista di questo romanzo di Vassalli, una grande villa a tre piani in stile neoclassico con tre ordini di colonne doriche sulla facciata, sormontata da un frontone triangolare in cui si apre la terrazza dell’attico. La costruzione è frutto dell’ingegno di uno stravagante Architetto massone, affetto da una cronica mania di grandezza e si trova in una città settentrionale piuttosto piccola e brutta, situata in una grande pianura dominata dal Monte Rosa. È stata identificata con Novara, nella quale l’Autore ha vissuto a lungo e la casa è Villa Bossi, che fu per un periodo...CONTINUA...

Ponzi Maurizio

Io, Chiara e lo Scuro

Singolare la carriera di Francesco Nuti, attore e regista toscano classe 1955, uno di quelli che può ben affermare di esser passato dalle stelle alle stalle, come si usa dire in certi casi. In realtà il personaggio Nuti è un po’ più complesso di questa affermazione di comodo, perché a differenza di altri artisti che pur sono riusciti a trovare improvvisa fortuna e successivo oblio, il comico toscano non è stato una meteora. Per circa un decennio ha dettato legge al botteghino, con commedie sentimentali mai inclini al turpiloquio e al pecoreccio, aggraziate da una certa eleganza formale e di contenuti. È il caso di Io, Chiara e lo Scuro di Maurizio Ponzi, film uscito...CONTINUA...

Verdi Giuseppe, von Karajan Herbert

Il Trovatore (Salisburgo 1962)

Gli studi verdiani sul “Trovatore” sono innumerevoli, le interpretazioni dell’opera altrettante, sintetiche guide all’ascolto per neofiti non mancano: fiumi d’inchiostro sono stati spesi per quella che è stata considerata (anche) un’opera regressiva, più arretrata rispetto Rigoletto e Traviata, una sorta di precipitato dell’immaginario melodrammatico popolare e nel contempo un capolavoro, nonostante gli eccessi fra il sanguinolento ed il melò. L’impeto emozionale del Trovatore non ha fatto velo a discutibili ma non sempre banali disamine di tipo "psico- tonale" e filologico: così sotto il microscopio sono passate le arditezze anticonvenzionali della...CONTINUA...

Puccini Giacomo, Metha Zubin

Turandot (1973)

La Turandot, frutto di un progetto talmente ambizioso che forse frenò lo stesso impeto compositivo di Puccini, proprio in virtù di questa sua complessità, più di altre è stata definita opera ricca di molteplici possibilità espressive. “Possibilità” non significa che concretamente, da quel lontano 1926 ai giorni nostri, teatri e sale d’incisione non ci abbiano offerto molte concertazioni che si distaccassero da una visione interpretativa tradizionale, tutta sfarzo e potenza vocale. Fermo restando che contraddittorietà non è necessariamente sinonimo di negatività ma semmai può essere motivo di una lettura meno superficiale, nell’opera pucciniana gli assunti incoerenti sono tali a partire...CONTINUA...

Fini Massimo

Ragazzo. Storia di una vecchiaia

“Ora la vecchiaia è qui. Mi circonda. Mi assedia. Guardo la mia mano. Non ci sono ancora le macchie che deturpano la pelle dei vecchi. Il sangue pulsa generosamente nelle vene. Nulla di veramente essenziale mi è, per il momento, impedito. Ma come Antonius Blok, il Cavaliere del Settimo sigillo, io so che sto giocando a scacchi con la Morte. E che siamo alle ultime mosse”. (p.25). Sono parole di una lucidità e di una consapevolezza impressionante, queste che ci regala in una delle tante riflessioni autobiografiche, con valenza universale, il giornalista, saggista e scrittore Massimo Fini, il quale sceglie di approfondire il tema oramai a lui più prossimo: la vecchiaia, la morte...CONTINUA...

Bergman Ingmar

Sussurri e grida

Su uno sfondo rosso, senza musica d'accompagnamento, cominciano a comparire i titoli di testa; nel silenzio, solo un lieve rintocco, davvero impercettibile, sembra echeggiare - è un orologio ornamentale, quasi vivisezionato da Bergman, che ne insegue ogni più piccolo dettaglio. Passeranno circa sette minuti, dai titoli di testa, prima che la voce faccia il suo ingresso nella pellicola. In questi sette minuti sospesi nel tempo c’è tanto del cinema del maestro svedese, c’è soprattutto un’idea estetica non vincolata dal rumore, dal suono, dalle parole che spesso distraggono dall’interiorizzazione delle immagini, dei luoghi, dei volti. Ci sono l’angoscia, il dolore e il dubbio...CONTINUA...

Browning Tod

Freaks

La prima scena si apre con un vociferante imbonitore che, in attesa di mostrare ai presenti il più raccapricciante mostro - umano mai visto, racconta ai convenuti quanto accadde poco tempo prima in quel circo. Un guardiano, sconcertato, riferisce al suo ricco padrone di un gruppo di mostri visti all'interno della proprietà: sarà stata un'allucinazione oppure la realtà? E' tutto vero: un'anziana signora, Madame Tetrallini (Rose Dione), accompagna nel giardino i suoi "bambini", gli esseri deformi che lavorano come attrazioni in un circo vicino. Cacciati dall'inorridito possidente, il gruppo fa ritorno ai carri, le loro case. Qui, nella variopinta comunità circense, si svilupperà la drammatica...CONTINUA...

Stella Gian Antonio, Rizzo Sergio

La casta

"Io - disse Einaudi - prenderei una pera, ma sono troppo grandi, c'è nessuno che vuole dividerne una con me?". Il maggiordomo si fece rosso e anche Flaiano restò un attimo interdetto. Finché alzò la mano: "Io…". "Qui finiscono i miei ricordi sul presidente Einaudi" annoterà poi lo scrittore. "Qualche anno dopo saliva alla presidenza un altro e il resto è noto. Cominciava per l'Italia la repubblica delle pere indivise". Questo succedeva agli albori della Repubblica, un tempo che, se paragonato all'oggi, pare il proprio mesozoico. Il fortunato libro di Stella e Rizzo invece si occupa degli usi e costumi dei moderni politici. Magari nulla di particolarmente nuovo per chi ha sempre letto, sul Corriere...CONTINUA...

Franchi Gianfranco

Pagano

INTRODUZIONE “Pagano” è un libro scomodo, controcorrente, alternativo, un libro che parla chiaro e denuncia certe aberrazioni della società contemporanea e il disorientamento di un’intera generazione condannata alla perenne precarietà. “Pagano” è un libro di frammenti, spiazzante, visionario talvolta, apre squarci lirici, argomenta sulla storia, compie analisi sociale e antropologica, trasfigura, cambia stilisticamente aprendosi al monologo interiore o a frasi sospese senza complemento oggetto. CONTINUA...