De Palma Brian

Carrie. Lo sguardo di Satana

Dopo avere ottenuto i primi importanti riconoscimenti dalla critica con Il fantasma del palcoscenico (1974), e successivamente al non del tutto convincente Complesso di colpa (1975), l’allora mediamente noto Brian De Palma incontrò la letteratura horror di Stephen King ispirandosi quasi fedelmente (salvo modifica al finale) all’inquietante Carrie, prima opera del maestro del brivido adattata per il grande schermo. Ne venne fuori quello che oggi è un vero e proprio cult movie, che ottenne un inatteso successo di pubblico e che consentì a De Palma, forse per la prima volta, di liberare compiutamente il...CONTINUA...

Byatt Antonia Susan

Possessione

“Ciò che a Roland piaceva era la conoscenza dei movimenti della mente di Ash incalzata lungo le pieghe e le svolte della sua sintassi, improvvisamente tagliente e limpida in un epiteto inatteso. Ma queste lettere morte lo turbavano, perfino fisicamente, perché erano solo inizi.” Un giovane studioso inglese, Roland Michell, trova alla London Library, tra le pagine di un libro appartenuto allo scrittore ottocentesco Randolph Henry Ash, due minute di una lettera dello stesso indirizzate a una donna misteriosa, che si scoprirà essere la poetessa Christabel La Motte. CONTINUA...

Austen Jane

L’Abbazia di Northanger

“L’Abbazia di Northanger” è uno dei primi romanzi di Jane Austen – la cronologia delle sue opere è assai confusa, perché gran parte di essi venne riscritta molto tempo dopo la prima stesura – e venne realizzato tra il 1797 e il 1798. Uscì postumo nel 1818 insieme a “Persuasione”. La vicenda narrata è molto semplice: Catherine Morland, la protagonista, è una ragazza di provincia, quarta figlia di una numerosa famiglia, che ha l’occasione di recarsi a Bath, cittadina termale, insieme ai signori Allen, ricchi proprietari terrieri del suo villaggio. Qui realizza nuove conoscenze ed amicizie e s’innamora del giovane e benestante pastore Henry Tilney, la cui...CONTINUA...

Castle William

Passi nella notte

"Ti prego, amore mio, non lasciarmi mai…". Le parole di Irene, pronunciate nel sonno, non potevano che insospettire suo marito Howard: lui uno scienziato cieco dall'aspetto inquietante, lei una matura signora, che probabilmente nutre un sentimento non proprio fraterno nei confronti di Barry, l'avvocato di famiglia, e i cui repressi desideri sentimentali si svelano nel corso di sogni molto agitati. Howard non si limita alle scenate di gelosia, ma decide di andare al fondo della questione registrando le parole della moglie; fino al momento in cui un'esplosione nel laboratorio metterà fine alla sua vita. Adesso Irene è sola, non più vessata dal fare sadico del marito, ricca e libera di accompagnarsi...CONTINUA...

Pavese Cesare

Feria d’agosto

Feria d’agosto è una raccolta di racconti uscita nel 1946, ma contenente prose risalenti ad anni precedenti, soprattutto tra il 1941 e il 1944 e talvolta già pubblicate su giornali. Si tratta di racconti fortemente evocativi, ricchi di molti temi ricorrenti nella narrativa di Pavese. Il libro è diviso in tre sezioni...CONTINUA...

Pavese Cesare - Garufi Bianca

Fuoco grande

Il romanzo “Fuoco grande”, scritto nei primi mesi del 1946 a capitoli alterni da Cesare Pavese e Bianca Garufi e rimasto incompiuto all’undicesimo capitolo, fu ritrovato postumo tra le carte di Pavese. L’edizione princeps uscì nel 1959 da Einaudi per volontà di Italo Calvino. Il titolo scelto da Pavese era “Viaggio nel sangue”, poi mutato in “Fuoco Grande” dall’editore, prendendo spunto da una frase della serva Catina, che usa un modo di dire della parlata siculo-calabrese per indicare situazioni...CONTINUA...

Andreoli Marcella

Il telefonista di Al Qaeda

" Il sangue dei mujaheddin morti in battaglia è il nostro nutrimento perché l'albero del terrorismo si nutre del sangue". Questa una delle frasi che costellano il libro di Marcella Andreoli, un vero e proprio reality thriller: protagonista è il primo pentito del terrorismo Islamico in Italia, giunto nel nostro paese dalla Tunisia, più per spirito di avventura che per autentica necessità. Colto, poliglotta, laico (nel suo paese nemmeno frequentava la moschea), benestante, Riahd non aveva affatto le caratteristiche umane proprie di un disperato e perciò più facilmente preda del virus dell'integralismo omicida: ed invece l'abilità dei cattivi maestri di trasformare in bombe...CONTINUA...

Montanelli Indro

Senza voce

"Noi volevamo fare, da uomini di destra, il quotidiano di una destra veramente liberale che si sente oltraggiata dall'abuso che ne fanno gli attuali contraffattori": era l'aprile del 1995 e così scriveva Indro Montanelli nell'ultimo editoriale del quotidiano "La Voce". Poche righe che ben sintetizzano l'anomala avventura editoriale del quotidiano: De Bortoli, l'autore della prefazione, ci ricorda come quei pochi mesi che videro "La Voce" nelle edicole, furono l'ulteriore dimostrazione della difficoltà, se non dell'impossibilità di fare in Italia un giornale senza un padrino o un patrono. Montanelli aveva lasciato da poco la direzione del Giornale e con lui alcuni dei suoi più stretti collaboratori...CONTINUA...

Anderson Marian

Softly Awakes My Heart

“La vostra è una voce che si sente una volta ogni cento anni”. Così si rivolse Toscanini alla giovane contralto di colore Marian Anderson nei lontani anni ’30. Il direttore italiano aveva visto giusto: la cantante definibile a buon titolo “di culto”, è stata fonte di ispirazione sia per la grandi dive coloured come Jessy Norman, Shirley Verret, Kathleen Battle, sia per la poetessa rock Patty Smith. Nata a Philadelfia ufficialmente nel 1902 (in realtà pare fosse classe 1897, come si scoprì poco dopo la sua morte avvenuta nel 1993) da modesta famiglia, si trovò da subito a fare i conti con la passione per il canto e con il colore della sua pelle: negli USA, soprattutto ad inizio secolo parevano...CONTINUA...

Travaglio Marco

Montanelli e il cavaliere

Certo, per un direttore di giornale, avere sottomano un Travaglio, che su qualsiasi protagonista, comprimario e figurante della vita politica italiana è pronto a fornirti su due piedi una istruttoria rifinita nel minimo dettaglio è un bel conforto. Ma anche una bella inquietudine. Il giorno in cui gli chiesi se in quel suo archivio, in cui non consente a nessuno di ficcare il naso, ci fosse anche un fascicolo intitolato al mio nome, Marco cambiò discorso" (dalla prefazione di I.M. al "Il pollaio delle libertà" - Vallecchi 1995). Su una cosa sia gli estimatori che i detrattori di Marco Travaglio possono concordare: il "novello Wishinsky de' noaltri" o si ama o si odia; sono pochi che ne possono...CONTINUA...