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È un bel libro questo “All’ombra delle palme tagliate”, opera prima in campo poetico di Marino Magliani, pubblicato da Amos Edizioni nel marzo 2018.
Poema, romanzo in versi o semplice silloge, le poesie qui presentate si intersecano, si compenetrano, mostrano connessioni segrete, richiami costanti, rimandi. Si riecheggiano potentemente, si rispecchiano in una circolarità di temi.
L’autore scrive una poesia dal tono narrativo, che colpisce per la forza con cui il pensiero poetante si articola intorno al tema della terra, terra ligure in questo caso, essendo nato Marino Magliani in provincia...CONTINUA...
Kate Tempest ha solo 32 anni. Eppure ha già solcato con sicurezza invidiabile i mari della poesia, del teatro, della narrativa, della performance totale (è anche rapper). In Italia è uscito per Frassinelli il bel romanzo Le buone intenzioni, che una forma di pudore m’impedisce di definire bellissimo. Nel settembre del 2017 è il turno di questo poemetto, CONTINUA...
Bel debutto poetico questo di Emanuela Ceddia, con il suo “Essere Transitivo”, pubblicato da LietoColle nel giugno 2017. Libro corposo, per quelle che sono le abitudini poetiche di questi anni, circa 120 pagine, denso di immagini evocative.
Sorprende la ricchezza espressiva, la scioltezza del dettato, la fluidità di una scrittura che s’imprime come traccia di un pensiero poetante che sa donare alle proprie...CONTINUA...
Interessante esperimento questo prosimetro intitolato “Wunderkammer”, opera terza del poeta Carlo Tosetti, dopo “Le stelle intorno ad Halley” (2000) e “Mus norvegicus” (2004), edito nell’aprile 2016 da Pietre Vive Editore, con l’introduzione di Antonio Lillo e le illustrazioni di Ale - Ale. È l’invenzione di un linguaggio sofisticato che condensa in sé numerose variabili culturali, conferendo al testo una densità che si rivela traccia di una ricchezza espressiva...CONTINUA...
La memoria… Non serve avere solo quarant’anni, ne sperimento ogni giorno la disfatta. Il mondo, le informazioni, le parole, la musica, i film, anche i libri, vanno troppo veloci. Non possono imprimersi. Scivolano sul ghiaccio. Non resta niente o talmente poco da sembrare niente. Perdiamo pezzi. Tutti noi, i viventi di questo tempo ipercinetico. Pezzi del nostro passato e quindi del nostro avvenire. Perché tutto si ripete e capita di leggere un libro che non si ricordava di avere già letto. Poi una frase ti illumina. È il ricordo.
Per non dimenticare la memoria è un titolo azzeccato...CONTINUA...
Più leggo Edmond Jabès più ho l’impressione di trovarmi davanti a un gigante dell’immaginazione poetica, un autore capace di aprire varchi per le possibilità stesse della scrittura, anche in questo testo sublime, dal titolo minimale di Uno straniero con, sotto il braccio, un libro di piccolo formato - semplice ma vedremo quanto pregnante - scrivendo poesia in prosa che, però, è anche riduttivo definire tale, essendo molto vasto il territorio che Jabès esplora, con precisione filosofica, regalando a piene mani intuizioni come questa: “Se lo scrittore è uno straniero ciò è dovuto precisamente...CONTINUA...
Quella di Kikí Dimulà è una poesia che trae probabilmente dalle sue assonanze con il surrealismo quell’aria di gioco beffardo sospeso fra la birichinata di una bambina saggia e l’azzardo di un giocatore che ama il rischio. È una poesia che si fonda sulla percezione di un oblio onnipossente - presente fin nell’enigmatico titolo della raccolta in cui si annuncia una sua ipotetica “adolescenza”- sulla fragilità del ricordo, sulla necessità di trasformare anche la quotidianità più avvilita in epifania misteriosa.
È una poesia densa...CONTINUA...
Nell’analizzare un poeta come Rimbaud, il compito del critico è più che mai arduo e non si tratta solo di una questione legata all’ermeneutica dei testi. Bonnefoy lo sa bene, in questo libro "Rimbaud. Speranza e lucidità", che raccoglie quasi mezzo secolo di studi da lui dedicati a colui che Verlaine ribattezzò “l’uomo dalle suole di vento”. Troppa mitologia...CONTINUA...
In poesia decisivo è il silenzio. Decisivo per il poeta, perché il silenzio è laddove germina la parola poetica; decisivo per il lettore che, per rendere possibile l’ascolto, deve fare silenzio e vuoto dentro di sé.
Così in questa raccolta di Ksenja Laginja, “Praticare la notte”, edita nel novembre 2015 da Giuliano Ladolfi Editore e introdotta da Gianni Priano, si esplora - con una scrittura di grande duttilità e morbidezza, fatta di versi rapidi e rapiti - una dimensione in cui il silenzio è raccontato come una sfida alle possibilità delle parole, loro limite, ma anche loro vertigine...CONTINUA...
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