Categoria: drammatico

Birkin Andrew

Il giardino di cemento

Trasposizione abbastanza fedele dell’omonimo romanzo di Ian McEwan, Il giardino di cemento è il terzo film diretto dal regista e sceneggiatore Andrew Birkin, fratello della bellissima Jane Birkin, mito e icona artistica dei Settanta, e pertanto zio dell’affascinante Charlotte Gainsbourg, non a caso protagonista femminile della pellicola. Di non semplice adattamento, viste le tematiche e l’essenzialità narrativa di McEwan, l’opera venne ospitata in concorso a Berlino nel 1993 e vinse un meritato Orso d’argento. I temi proposti dallo scrittore inglese...CONTINUA...

Almodovar Pedro

Gli abbracci spezzati

Sempre più incline a percorrere le vie del melodramma, il cinema di Pedro Almodovar si conferma coerente con i suoi paradigmi estetico-narrativi e mai del tutto identico a sé stesso, nonostante gli amanti della prima ora – coloro che erano affezionati alle potenti iniezioni di grottesco – rimproverino al regista madrileno di essersi lasciato andare non dico al puro mainstream, ma quanto meno a un’arte che strizza l’occhio a più vaste fasce di pubblico. Non è un male in sé, soprattutto se la qualità resta alta, pur nell’attenuarsi dei colori e delle forme, come...CONTINUA...

Coppola Francis Ford

Segreti di famiglia (Tetro)

A 35 anni da La conversazione, Francis Ford Coppola torna a dirigere un film interamente suo (oltre alla regia, il soggetto e soprattutto la sceneggiatura), indipendente e autofinanziato come il precedente Un’altra giovinezza. Sentendosi totalmente libero, Coppola torna a ripercorrere suggestioni autobiografiche centrando nuovamente l’attenzione sulla famiglia (Il Padrino), in particolare sul rapporto tra due fratelli (Rusty il selvaggio) legati da un profondo vincolo affettivo...CONTINUA...

Haneke Michael

Il nastro bianco

Controversa Palma d’oro al Festival di Cannes, Il nastro bianco è un’opera che consente all'austriaco di origine tedesca Michael Haneke di tornare ad indagare l’aberrazione umana dal punto di vista delle relazioni che si creano in un particolare contesto, utilizzando il metodo dell’antropologo che va a ricercare l’origine e l’identità del male senza per questo volerne spiegare palesemente le motivazioni. Se facciamo un passo indietro, ai due Funny Games e a Niente da nascondere, possiamo notare confermato questo approccio che ne Il...CONTINUA...

Friedkin William

Cruising

Considerato in madrepatria una sorta di regista reazionario per il pluripremiato Il braccio violento della legge (1971), William Friedkin raggiunge la notorietà planetaria con L’esorcista (1973), partorendo nel 1980 la sua opera più disturbante e controversa: Cruising. Ambientata nei locali gay newyorchesi, soprattutto sadomaso, è una pellicola prevalentemente notturna incentrata su fatti – dice la didascalia iniziale – realmente accaduti tra il 1973 e il 1979. Ispirato all’omonimo romanzo di Gerald Walker, giornalista americano che probabilmente...CONTINUA...

Bertolucci Bernardo

La luna

Dopo un film corale, dai toni epici e dalla lunghissima gestazione come Novecento (5 ore di durata, diviso in due atti, per le sale), Bernardo Bertolucci sente l’esigenza di lavorare ad una pellicola intimista e costruita su pochi e ben delineati personaggi. Ecco che nel 1979 esce La luna, opera controversa e simbolica già dal titolo, che rievocherebbe in qualche modo – a detta dello stesso Bertolucci – la primissima infanzia del regista e il suo rapporto con la madre. La luna fotografa, in effetti, il doloroso rapporto tra una madre e un figlio...CONTINUA...

von Trier Lars

Antichrist

Lars von Trier è un grande paraculo. Così scrissi qualche anno fa e così mi ripeto ancora oggi dopo aver visto il suo Antichrist, opera controversa e fischiatissima dal pubblico e massacrata dalla critica in conseguenza del recentissimo passaggio al Festival di Cannes. Lars von Trier è un grande paraculo, dicevamo, ma non sempre il giochino gli riesce come era accaduto con due film moralisti, ma al contrario di Antichrist acclamati, come Idioti e Dancer in the dark (quest’ultimo anche Palma D’Oro a Cannes), perché oramai il Nostro, quando è in crisi d’ispirazione...CONTINUA...

Eastwood Clint

Gran Torino

Quando Walt Kowalski tira fuori l’accendino, nel malinconico epilogo di Gran Torino, ci tornano in mente tutti i personaggi interpretati dal grande Clint Eastwood, regista, attore e musicista californiano che ha consacrato la sua vita – soprattutto la vecchiaia, mai tanto ispirata in un artista del mondo di celluloide – alla settima arte, lungometraggio dopo lungometraggio, in un crescendo stilistico e narrativo che lo ha consacrato come il più grande cantore cinematografico delle contraddizioni d’America. Patria amata-odiata, cui non ha risparmiato – come anche...CONTINUA...

Aronofsky Darren

The Wrestler

Eroi al tramonto, potremmo scrivere a giusta ragione. Il destino di Mickey Rourke e Randy “The Ram” Robinson, suo alter ego di celluloide, non sembrano poi cosi differenti se inquadrati nell’ottica dell’ american dream: dalle stelle alla polvere – ma per Rourke il giusto riscatto, una nuova folgorante carriera nel mondo del cinema, potrebbe arrivare proprio da questo film, nonostante l’Oscar mancato per un soffio. Il regista newyorchese Darren Aronofsky, al suo quarto lungometraggio, dimostra ancora una volta il suo eclettismo tematico: dopo aver analizzato...CONTINUA...

Salvatores Gabriele

Come Dio comanda

A quasi quattro anni da Quo vadis, baby?, opera davvero trascurabile, Gabriele Salvatores torna nelle sale trasponendo un recente successo editoriale (Premio Strega 2007) di Niccolò Ammaniti, Come Dio comanda, e dunque ritrovando quelle atmosfere da fiaba iniziatica nera che lo avevano ispirato nel riuscito Io non ho paura. Io non ho paura è l’unico film davvero bello di Salvatores, dopo Mediterraneo (Oscar come miglior film straniero nel 1992), nonostante sia ispirato ad un libro certamente di successo, ma molto...CONTINUA...