Categoria:
Narrativa
Non avevamo ancora terminato di leggere “Voglio vivere senza di te” che abbiamo saputo della morte di Toni Bertorelli, l’autore del libro, nonché noto attore teatrale e cinematografico: una scomparsa che ci ha amareggiato ancor di più proprio alla luce delle pagine pubblicate dalla Iacobelli editore. Bertorelli ha avuto una vita ricca di soddisfazioni professionali che però nascondevano una realtà drammatica: l’alcolismo. “Voglio vivere senza di te” rappresenta appunto una confessione schietta, lucida, impietosa di una vita in gran parte sprecata. In gran parte ma non del tutto. Gli ultimi anni...CONTINUA...
Secondo Jacopo De Michelis, un editor che di letteratura poliziesca se ne intende, il “noir” si caratterizza per “l’attitudine a sondare le pulsioni più oscure che si agitano nelle mente umana”: un genere che tende ad “elaborare una concezione morale di fondo molto più complessa e problematica di quella su cui si regge il giallo: i confini tra bene e male diventano labili e sfuggenti, si confondono a tal punto che nel noir diventa difficile distinguere i buoni dai cattivi (i personaggi dei romanzi neri sono spesso figure lacerate, contraddittorie, moralmente ambigue). Un’altra peculiarità del...CONTINUA...
Tobias è "nato in un villaggio senza nome, in una nazione senza importanza". Sua madre "chiedeva la carità nel villaggio, andava anche a letto con gli uomini, contadini che le davano farina, mais, latte". Lei, Esther, "era la ladra, la mendicante, la puttana del villaggio". Tobias è un bambino povero e va a scuola indossando abiti ricevuti da altri. Lì conosce Caroline, detta Line, la figlia del maestro. E' l'unica bambina a parlare con lui, l'unica che gli regali del pane o dei biscotti. Tobias detesta la sua carità, ma ha fame e mangia. Il maestro è uno dei tanti uomini...CONTINUA...
Faïza Guène è nata in Francia da genitori immigrati dall'Algeria. Esattamente come Mourad Chennoun, il protagonista di "Un uomo non piange mai". E' quindi facile supporre che nella vita del personaggio Mourad ci sia parecchio della vita della persona Faïza. Un romanzo che scorre rapidamente, una lettura alla portata di chiunque. Il salto culturale che inevitabilmente si genera tra l'immigrato autentico e i suoi figli, nati e cresciuti in Europa, è alla base della storia. Il tema è trattato in maniera piuttosto ironica e disimpegnata, i conflitti tra la mentalità originaria dei genitori e quella...CONTINUA...
"Mostro": fin dalla nostra infanzia abbiamo sempre considerato questa parola come sinonimo di essere non solo brutto, ma anche generalmente cattivo.
Non fanno eccezione i mostri della mitologia, forse più inquietanti degli altri, eppure chi avrebbe mai pensato al dramma d'amore di Scilla o al bambino deforme e rifiutato che è stato il Minotauro, consapevole inoltre delle sue origini perverse?
O al dramma di Aracne, la cui unica colpa è stata quella di essere un'abile tessitrice?
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L’avvocato Leonardo Mastia, dopo “Il viale degli angeli” (2011), è tornato alla narrativa con “Nebbie”, questa volta pubblicato da Nicola Pesce editore. Un romanzo che Andrea Manzi, l’autore della prefazione, ha inteso come una storia che “forza l’incomunicabilità e la solitudine degli uomini […] e apre alla speranza laica del dialogo e della conversazione” (pp.14). Interpretazione più che legittima, motivata oltretutto dallo stile dell’autore. Forse perché abbiamo letto dell’impegno professionale di Mastia contro la criminalità organizzata, il tema dell’incomunicabilità presente nel romanzo l’abbiamo...CONTINUA...
La traiettoria dell’amore è un romanzo che declina, in una chiave tragica (o quantomeno complessa), le molteplici possibilità del sentimento in fondo più “inflazionato”, ma mai al punto da diventare scontato. Lo fotografa all’interno di una vicenda che fonde il legame viscerale tra due fratelli, figli di una vita disperata: l’uno (Giuseppe) colpevole di aver sciaguratamente investito una ragazza sul ciglio di una strada, e adesso in cerca di fuga e redenzione, e l’altra (Andrea – sì, al femminile, all’uso tedesco) impegnata cercare di aiutarlo – e a capirlo – attraverso...CONTINUA...
Cosa fare se il padre che non hai mai conosciuto, che incolpi per il suicidio di tua madre, ti chiama per raggiungerlo in una sperduta città ucraina? Cosa fare se non partire con tua sorella (da parte di padre) Giulia, che hai visto rare volte nella tua vita e il cui ricordo di una prima e ultima estate insieme ti perseguita? Cosa se non lasciare le ferie con la tua famiglia, tua moglie e i vostri due gemelli, mentre da lavoro ti tempestano di messaggi per problemi che richiedono la tua presenza?
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È stato lo stesso Paolo Grugni, in un'intervista di qualche anno fa, a definire “politico” il suo romanzo “L’odore acido di quei giorni”. È vero che il racconto si sviluppa come un thriller, ma l’ambientazione, il 1977, i personaggi, il torbido legame, subito evidenziato, tra un presente di corruzione e un passato di violenza e repressione, ci confermano che non si può prescindere dal termine “politico”. Grugni, per sua stessa ammissione, ha...CONTINUA...
"Canto della pianura" è il primo libro della "Trilogia della pianura". A seguire, in ordine, "Crepuscolo" e "Benedizione" che, se tanto di mi dà tanto, dovrò leggere, necessariamente. Perché Haruf sembra essere una penna degna di ogni interesse. Le ragioni sono semplici esattamente come la sua scrittura. Haruf non riempie le pagine di nebulosi circuiti di parolastre, non si bea dello scrivere per il puro gusto di scrivere, non decanta personaggi insulsi e non annoia nemmeno per un istante. L'occhio di chi legge non può che godere di una scrittura pulita, semplice e luminosa e non...CONTINUA...
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