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adolescenza
Celebre per Ringu e Dark Water, due horror che hanno trovato fortuna (e conseguenti remake in salsa americana) ben oltre i confini del Giappone, il regista nipponico Hideo Nakata torna a dirigere un film di produzione occidentale dopo la poco fortunata esperienza di The Ring 2. I segreti della mente, titolo fantasiosamente adattato dall’originale e ben più calzante Chatroom, si discosta un pochino dal genere orrorifico privilegiato da Nakata, per andare a solcare i territori del thriller psicologico che sfocia...CONTINUA...
L’insigne francesista e teorico della letteratura Francesco Orlando ha dato alle stampe il suo unico romanzo a settantasei anni, poco prima di morire improvvisamente. Si tratta di un testo breve, ma intenso e curatissimo, con riferimenti letterari e musicali, che riflettono gli interessi e gli studi dell’Autore.
È una prosa pura, priva di dialoghi, molto introspettiva e che scende con accuratezza nei sentimenti dei due ragazzi...CONTINUA...
L’Inghilterra dei primi anni Ottanta, quella in cui imperversava la “Lady di ferro”, Margaret Thatcher, al di là delle lodi che ogni tanto ripropone qualche nostalgico dell’ ultraliberismo sfrenato – fuori tempo massimo e oltremodo miope, constatate le cause dell’attuale crisi economica – fu certamente un tempo buio e desolato, dati storici alla mano, soprattutto per quelle giovani generazioni che si sono trovate a vivere il disagio dell’assenza di lavoro e le crescenti spinte nazionaliste innescate dal conflitto con l’Argentina nelle Falkland. E proprio nel 1983...CONTINUA...
Tornano le suggestioni della fantascienza d’annata, quella a misura d’uomo se è consentito usare un’immagine che cozza a prima impressione con alieno, automa futuribile o qualsiasi altra creatura, al di là della sua sostanza, che susciti mistero, inconoscibilità, terrore, paura, diversità. Diversità, forse questo è il termine che facilita la lettura più idonea a decifrare la fantascienza degli anni Settanta-Ottanta fino ai primi Novanta, quella tipicamente spielberghiana o anche - perché no – di Ridley Scott (i replicanti di Blade Runner) o James Cameron...CONTINUA...
Clara e Ana sono due sedicenni che scoprono di amarsi non semplicemente come due amiche, scoprono di esser fatte l’una per l’altra e traggono reciprocamente piacere dai loro corpi giovani e freschi, all’insegna dell’allegria e della leggerezza.
Siamo nel BrasileCONTINUA...
La bellezza passa attraverso un bel viso o un bel corpo. A volte si manifesta grazie alla ricchezza e alla disponibilità economica. Ma per chi, come Paul (detto Polo), non è né bello né ricco, la bellezza deve per forza arrivare da qualche altra parte.
Polo sa di non essere bello. Se ne accorge da come le ragazzine, a scuola e fuori dalla scuola, non lo guardino o non gli diano considerazione. E non è nemmeno ricco: sua madre è bloccata su una sedia a rotelle, trascorre le giornate davanti alla TV spingendo sua figlia, la sorella di Polo, a prendere parte a concorsi di bellezza, mentre suo padre...CONTINUA...
Se dovessi individuare una collocazione stilistica per questo libro e questo giovane scrittore francese sarebbe "letteratura hip hop", ammesso che esista. Nella lingua scritta di Rachid Djaïdani c'è musica di quartiere, c'è un parlato meticcio fatto di frasi brevissime e dense, ricco di singolari neologismi e di infantili onomatopee, c'è un processo creativo che immagino non essere granché distante da quello di un rapper, rime baciate a parte. Per questo la storia diventa occasione per denunciare un malessere personale oltre che descrizione di un'esistenza e di una società con parecchie tare.
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Cristiano Cavina è nato a Casola Valsenio. Ed è proprio a Casola Valsenio che è nato (esattamente il 29 maggio 1974 come Cavina) anche Bastiano Casaccia, detto Bla, l'eroe undicenne protagonista principale ed io narrante di “Alla grande”, romanzo d'esordio di Cavina. Un libro brillante, colorato, divertente. Pieno di super eroi, di avventure, di sogni ad occhi aperti e di una miriade di storie fantastiche, infarcite di invenzioni di ogni genere. Perché, come spiega Bla: “Una qualunque storiella, se la raccontavo bene, era quasi vera. Ma se la gonfiavo a dovere nei punti giusti, allora...CONTINUA...
Dopo la poco convincente parentesi americana con Noi due sconosciuti, la cinquantenne regista e sceneggiatrice danese Susanne Bier torna a dirigere in patria un film pensato e costruito appositamente per concorrere nelle rassegne festivaliere. In un mondo migliore è, in effetti, il classico film a cui la critica non rimane insensibile, sia per i temi trattati che per il ritorno a un cinema indipendente che porta ancora con sé qualche traccia del Dogma e del maestro Lars von Trier. È un film a tesi, peraltro ben strutturate, sull’inevitabilità...CONTINUA...
Harry Bernstein è nato nel 1910. “Il muro invisibile” è il suo primo romanzo, terminato nel 2004 e pubblicato, per la prima volta, nel 2006. Questo significa che Bernstein, pur avendo praticato a lungo l'arte della scrittura (è stato freelance, articolista e redattore), ha debuttato nel mondo della narrativa alla veneranda età di 94 anni.
Il muro citato nel titolo è invisibile perché fatto di pregiudizi, rancori, incomprensioni e fondamentalismi, un muro che, seppur non percepibile alla vista, è forse più impenetrabile di quanto possa essere uno fatto di calce e mattoni. Il muro invisibile di...CONTINUA...
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